di Paolo Bozzacchi
A quanto risulta a The Watcher Post sono state consegnate oggi al Mef dagli head hunter di Egon Zehnder le famose short list. Governo che vai nomine che trovi. Il dossier sarà a breve sul tavolo di Draghi, e non è un fascicolo di poco conto. Il totale comprese le partecipate indirette fa quasi 500, di cui quasi 100 (per la precisione 91) quelle dirette, pesanti. Il tutto da decidere nelle prossime 2-3 settimane, accontentando in qualche modo il tradizionale pressing dei partiti.
Draghi ha già dimostrato di non avere problemi con le scelte difficili. Le poltrone più ambite da assegnare sono quelle dei vertici di Rai, Cassa Depositi e Prestiti, Anas, Ferrovie dello Stato e Invimit.
La ridda di nomi sta girando vorticosamente nelle chat dei vertici dei partiti di maggioranza, in quelle dei lobbisti e dei top manager interessati, questi ultimi abbottonatissimi per non bruciarsi.
Poi c’è Giorgia Meloni alla finestra, spettatrice interessata per le cariche che spetterebbero di prassi all’opposizione (leggi Copasir).
Neanche si comincia a ragionare che c’è già un precedente: l’indicazione di Franco Bernabé a Presidente di Acciaierie d’Italia (ex Ilva). Che sarà in carica tra pochi giorni. La scelta è stata annunciata da Bernabé dagli schermi di La7, durante una puntata di “Otto e Mezzo” condotto da Lilli Gruber. “L’Ilva è un patrimonio enorme del Paese”, ha detto Bernabé, “non è stato gestito dal punto di vista ambientale. E’ un asset importantissimo che va assolutamente sanato, nell’interesse del Paese, salvaguardando salute e ambiente di tutta la zona”. Una dichiarazione di intenti che sarà presto replicata e customizzata dai nominati che verranno.
Per Cassa Depositi e Prestiti al momento la corsa alla carica di Ad rimarrebbe a due: Dario Scannapieco, nome Mef ma attualmente in Bei e con un compenso notevolmente più alto rispetto al futuribile, e Fabrizio Palermo attuale Ad.
Per la Presidenza sembrerebbe in vantaggio Giampiero Massolo. Ma il nodo Cdp è lontano dall’essere sciolto, legato a doppio filo anche ai futuri vertici di Leonardo. Intanto l’assemblea dei soci è slittata al 27 maggio.
Per Ferrovie dello Stato il destino appare complesso. Alla potenziale riconferma dell’attuale Ad, Gianfranco Battisti, si affianca l’opzione revival con Renato Mazzoncini (in sella dal 2015 al 2018). Outsider da tenere in considerazione la vecchia conoscenza Eni ed Enel, attuale Vicepresidente di Rothschild Italia e Presidente del Milan, Paolo Scaroni.
Per la Rai la fila all’ingresso parla da sola: sono 300 le candidature presentate per soli 4 posti in CdA, con a sorpresa nomi tra quelli più quotati per essere nominati direttamente da Draghi a Presidente.
In questa corsa a ostacoli alla Presidenza (compreso il voto favorevole dei due terzi della Vigilanza) sono accreditati: Giovanni Minoli, Paola Severini Melograni, Simona Agnes e la vecchia conoscenza Mauro Masi.
Per la carica di Ad pare ballare un quintetto: l’interno Marcello Ciannamea e le esterne Laura Cioli ed Elisabetta Ripa. In quota rispettivamente Pd e M5S Francesca Bria e Giovanni Valentini.
Fratelli d’Italia punta dritta alla Presidenza, giustificando l’interesse con la funzione garantista del ruolo. Tre membri del CdA su quattro spetterebbero al centrodestra, mentre uno al centrosinistra. Ma con Mr. Mario Draghi The Wolf (“risolvo problemi” cit.) le sorprese sono sempre dietro l’angolo.