Politica
I vip non sono Fratelli d’Italia. Le celebrità deluse ricorrono ai post
Di Giuliana Mastri
Forse qualche analista l’avrà detto: Chiara Ferragni non sposta voti. Ci concediamo questa battuta per lanciare uno sguardo a come anche il mondo dei vip ha accolto il risultato elettorale. Cosa risaputa che nel nostro Paese il mondo mediatico è stato sempre percepito come maggiormente tendente a sinistra. E non solo alle nostre latitudini. A ogni minaccia di svolta di destra gli appelli dei più famosi non mancano, sempre convinti di dover difendere uno stato delle cose che altrimenti sarebbe enormemente più terribile. E allora oltreoceano hai Madonna, che ammiccante verso il pubblico sospinge Ilary Clinton, Robert De Niro che preferisce non nascondere la severità del momento con clip al vetriolo. Risultato: quella che potrebbe definirsi esattamente eterogenesi dei fini. Anche stavolta gli elettori non hanno capito il pericolo di destra, anzi lo hanno accolto. Una strategia che non ha pagato nemmeno nello Stivale. E i personaggi famosi non vogliono nascondere il fatto di sentirsi sconfitti. Fratelli D’Italia sembra non avere dei vip di riferimento. O forse si vergognano a palesarsi. Perché le pressioni si sentono, in certi circoli.
Girava voce che Morgan avesse un rapporto confidenziale con la leader Giorgia Meloni. Tutto poi smentito. Si sa poco dei gusti musicali di Giorgia. Lei forse però è più a suo agio con le sonorità degli anni ’90. E quelle dei Maneskin forse non si adattano al suo orecchio. Il leader del gruppo Damiano David quando sale sul palco è graffiante e molto chiaro con chi non appoggia determinate battaglie. Lo ha palesato anche in una storia di Instagram, in cui scrive che «Oggi è un giorno triste per il mio Paese». E poi in un’altra storia condivide il titolo di Cnn in cui si sostiene che l’Italia si prepara al governo più a destra dai tempi di Mussolini.
Più aplomb per Alessandro Gassmann, noto per le sue posizioni progressiste. Lui sceglie di non seguire l’idea che la democrazia sia in pericolo. Incrociando idealmente le lance.
C’è poi chi sente l’eredità del passato. E il bisogno di ristabilire le coordinate in un periodo di mutamenti e difficoltà. Come il nipote di Rino Gaetano, Alessandro, assolutamente contrario all’uso delle canzoni di Rino nei comizi della Meloni: «Giorgia tolga le mani da Rino Gaetano. È un continuo, non se ne può più. Anna, la sorella di Rino, e io abbiamo detto centinaia di volte che non gradiamo questo tipo di iniziative: Rino è di tutti e la politica non deve appropriarsene», ha dichiarato a La Repubblica, spiegando poi che l’artista era chiaramente vicino al mondo della sinistra.
Accusatorio Eros Ramazzotti. Che in una storia cita l’anonimo adagio: «Siamo esattamente quello che ci meritiamo».
E lo stigma arriva pure dal mondo straniero. La vocalist Skin paventa rischi di fascismo in Italia, lei che nel nostro Paese ha lavorato per X Factor, e Boy George scrive che la potenziale premier preferisce padri etero violenti a genitori gay amorevoli. Gli artisti spesso vedono cose che noi capiamo dopo. Ma non sempre riescono a trascinare le masse. Specie negli ultimi tempi. Vedremo se le sortite sapranno lasciare un segno nel rapporto degli italiani con i nuovi assetti di potere.