Politica

Meloni: per i ruoli apicali Ue prevale logica di caminetto

26
Giugno 2024
Di Ilaria Donatio

“Siamo alla vigilia del primo Consiglio europeo della nuova legislatura comunitaria. Dalle elezioni europee dobbiamo trarre alcune importanti indicazioni. Tutte le forze politiche in questi mesi hanno sostenuto la necessità di un cambiamento nelle politiche Ue, nessuno ha detto che sarebbe stato sufficiente mantenere lo status quo. Tutti hanno concordato su un punto: l’Europa deve intraprendere una direzione diversa rispetto al posizionamento preso finora”.

A poche ore dall’accordo sui vertici Ue (von der Leyen alla Commissione, Costa al Consiglio e Kallas alla direzione della politica estera), con la garanzia all’Italia di una vicepresidenza (in pole, il ministro Fitto), la premier Meloni è intervenuta alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno. Dopo il suo intervento seguirà il dibattito e poi la replica della presidente del Consiglio. Al termine l’Aula dovrà votare le risoluzioni presentate dai gruppi parlamentari. Nel pomeriggio depositerà la stessa relazione in Senato.

L’Europa deve fare meno, ma farlo meglio
“L’Ue” – ha sottolineato Meloni – “si è trasformata in un gigante burocratico, cosa che ha contribuito a determinare una distanza con i cittadini. L’Europa deve rivedere le sue priorità. Deve fare meno, ma farlo meglio”. Questo per dire che, sostiene la premier, “non può lasciare indifferente questo Parlamento e a maggior ragione non può e non deve lasciare indifferenti le classi dirigenti europee, a partire da quelle che anche in questi giorni sembrano purtroppo tentate dal nascondere la polvere sotto il tappeto, dal continuare con vecchie e deludenti logiche come se nulla fosse accaduto, rifiutandosi di cogliere i segnali chiari che giungono da chi ha votato e dai tanti che hanno deciso di non farlo”: l’astensionismo è “un fenomeno che ha attraversato molte nazioni in tutto il continente e che non può lasciarci indifferente”.

Inaccettabile trattare incarichi ancor prima del voto
“Non mi stupisce che sia emerso prima durante e dopo la campagna elettorale” un certo approccio ma, ha sottolineato Meloni, “nessun autentico democratico che creda nella sovranità popolare può in cuor suo ritenere accettabile che in Europa si tentasse di trattare sugli incarichi di vertice ancora prima che si andasse alle urne: le istituzioni Ue sono state pensate in una logica neutrale. Gli incarichi apicali sono stati affidati tenendo in considerazione i gruppi maggiori, indipendentemente da logiche di maggioranza e opposizione. Oggi si scegli di aprire uno scenario nuovo e la logica del consenso viene scavalcata da quella dei caminetti, dove una parte decide per tutti. Una ‘conventio ad excludendum’ che a nome del governo italiano ho contestato e non intento condividere”.

Voto boccia governi di Francia, Spagna e Germania
“Se c’è un dato indiscutibile che arriva dalle urne” – ha detto Meloni – “è la bocciatura delle politiche portate avanti dalla forze politiche al governo in molti della grandi nazioni europee”. La presidente del Consiglio ha citato le percentuali ottenuti nei singoli Paesi Ue dai partiti di governo: “16% in Francia, 32% in Germania, in Spagna il 34%”. “Solo in Italia – ha aggiunto – il 53% degli eletti è espressione delle forze di governo”.

Una delega europea per sburocratizzare
“Penso che” la nuova presidenza della Commissione “dovrebbe pensare a una delega specifica alla sburocratizzazione per dare un segnale” di cambiamento. Secondo la premier, bisogna “applicare anche in Europa il principio che applichiamo in Italia: non disturbare chi vuole fare, significa essere più attrattivi degli altri, disboscare la selva burocratica e amministrativa che finisce per essere un percorso a ostacoli che penalizza le imprese”.

Basta trafficanti, Ue fermi il nuovo schiavismo
Un passaggio dell’intervento della premier è stato sul tema dei flussi migratori. La leader di Fdi ha parlato degli obiettivi della “difesa dei confini esterni” e del contrasto al “business dei trafficanti di esseri umani” che sono “schiavisti del terzo millennio. Io credo che l’Ue, culla della civiltà occidentale, non possa più tollerare che un crimine come la schiavitù sia tollerato in altre forme”. “In Italia e in Ue si entra solo legalmente – ha affermato -. Degli ingressi si occupano le istituzioni e non gli scafisti. Non consentiremo alle mafie di gestire gli ingressi in Italia, come fanno da diverso tempo. Mi stupisce che nessuno prima di noi se ne sia accorto”. Ha poi citato, invitando la platea dei deputati in ascolto ad alzarsi in piedi, la morte dell’indiano Satnam Singh a causa del comportamento che ha definito “schifoso” del suo datore di lavoro.

Serve un solido pilastro Ue nella Nato
Sul fronte della sicurezza, Meloni ha messo in evidenza la necessità di “dotarsi di una politica” europea “di sicurezza e difesa” e di una “politica industriale comune nel campo della difesa” anche a fronte delle guerre in corso. “Dobbiamo ricordarci che libertà e sicurezza hanno un costo”, “dobbiamo essere capaci di esercitare la deterrenza” e “costruire un solido pilastro europeo della Nato affianco a quello statunitense. L’Italia si farà interprete” di questa visione “al vertice Nato”. “Credo che sia anche necessario un dibattito per immaginare soluzioni innovative, aprendo alla possibilità di obbligazioni europee” in materia di investimenti nella difesa, ha aggiunto Meloni.

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