Politica
Luigi Marattin lascia Italia viva, lo zampino del campo largo
Di Giampiero Cinelli
«È con un forte dispiacere personale ma con altrettanto forte convincimento, chiarezza e determinazione politica che annunciamo il nostro addio alla comunità politica di Italia viva. Le uscite da Italia viva sono già iniziate, sono un paio di centinaia le persone che finora hanno sottoscritto il documento, tra cui 100 dirigenti. Altre uscite avverranno nei prossimi giorni, perché sui territori ci si sta confrontando con le comunità territoriali». Lo ha affermato Luigi Marattin, deputato di Italia viva, durante la conferenza stampa alla Camera dei deputati con quattro dirigenti territoriali del partito.
Marattin ha considerato: «Per molti di noi non è solo la fine di un percorso durato cinque anni, che Italia viva compirà tra pochi giorni, ma è la fine di un periodo molto più lungo, per il sottoscritto da 15 anni dietro all’esperienza politica di Matteo Renzi. Desidero ringraziare Matteo Renzi per avermi concesso l’opportunità di servire il mio Paese prima a Palazzo Chigi e poi per due mandati in Parlamento». Durante la conferenza stampa, Marattin ha quindi annunciato il passaggio al gruppo misto: «Ho già comunicato le mie dimissioni dal gruppo di Italia viva al presidente della Camera e al capogruppo Davide Faraone e il passaggio al gruppo misto».
La scelta del deputato, che è stato consigliere economico ai tempi del governo Renzi, è dovuta alle possibilità che Italia viva faccia parte di un’ampia alleanza di centrosinistra, quella giornalisticamente chiamata campo Largo, e pare che l’indirizzo politico del partito da affrontare nel prossimo congresso non soddisfacesse i fuoriusciti, critici sul «metodo», come ha osservato Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Iv. Secondo Paita chi non condivide la linea avrebbe comunque dovuto confrontarsi prima nell’assemblea in programma il 28 settembre.
Marattin ha esplicitato così la sua azione: «Noi non condividiamo la scelta fatta e compiuta di aderire al campo largo. Nel metodo e nel merito. Nel metodo perché una scelta del genere deve essere presa in un congresso – ricordando che l’ultimo congresso aveva sancito la posizione terzopolista di Iv–. Assistiamo poi che nel campo largo c’è chi dice che è meglio che Iv non entri: non è questo l’esito che merita la comunità di Iv, farsi dire no da M5S e Fratoianni. Nel merito questa è una scelta che non condividiamo perché noi siamo convinti che le posizioni del campo largo siano antitetiche a quelle che hanno costituito la cifra del renzismo».
L’ex consigliere economico è stato chiaro e non è un caso se ha scelto di dare l’annuncio proprio nel giorno in cui Mario Draghi presenta all’Ue la versione definitiva del report sulla competitività nel futuro dell’Europa. Luigi Marattin vorrebbe che Italia viva adottasse quel programma, senza considerare le inferenze dei possibili alleati non plasmati dall’idea di Italia centrista e liberale che ha in mente Marattin, un modello di Paese che egli cercherà di costruire in un nuovo soggetto politico da costruire lentamente, con chi non si riconosce nella guida degli attuali leader di centro. Ancora non si discute su chi sarà a capo del progetto, ma sulle proposte. Il soggetto politico dovrà essere differente negli approcci sia dall’attuale maggioranza di centrodestra che dall’attuale carattere dell’opposizione.