Politica

Maltempo, bollette e nomine: l’all-in del governo

27
Maggio 2023
Di Alessandro Caruso

A suon di nomine e miliardi, il governo ha passato il test di una settimana delicata, una di quelle che hanno impresso una decisa caratterizzazione all’indirizzo politico della maggioranza e che sicuramente sarà ricordata, nel bene o nel male, nel dibattito politico e nella propaganda dei prossimi mesi. Intanto l’esame più complesso era quello della gestione della prima grande e drammatica emergenza climatica dall’inizio del mandato: i danni per le alluvioni in Emilia-Romagna e Marche. Forse anche grazie alla lezione di Cutro, con i dovuti distinguo, questa volta la Meloni non ha sbagliato una mossa, dalla comunicazione, alla risposta legislativa, fino alla propaganda. Il risultato è stato un decreto lampo approvato dal Consiglio dei Ministri di martedì scorso che ha stanziato una mini-manovra da 2 miliardi di euro. Un pacchetto di misure che per portata e celerità si è guadagnato anche il plauso dello stesso Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna e antagonista della Schlein nel Pd.

A questo decreto è seguita, pochi giorni dopo, la conversione in legge con fiducia al Senato del decreto Bollette. Ben 4,8 miliardi di cui 3,57 serviranno a fronteggiare il caro energia nel secondo semestre dell’anno. Con il via libera in seconda lettura Palazzo Madama ha quindi confermato il testo modificato dalla Camera che introduce misure a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas e anche interventi in materia di salute e adempimenti fiscali.

Il consenso del governo sembra viaggiare col vento in poppa. Ma la vera prova di forza l’ha dimostrata sul fronte delle nomine: Rai e presidenza della commissione Antimafia. In entrambi i casi l’establishment Meloniano ha tirato dritto nonostante i contrasti. Il consiglio di Amministrazione della Rai ha confermato la nomina ad Amministratore delegato per Roberto Sergio. Anche per il resto, tutto come previsto: Gian Marco Chiocci, sponsorizzato dalla premier Giorgia Meloni, lascia l’agenzia di stampa AdnKronos e sarà il nuovo direttore del Tg1; Antonio Preziosi, il giornalista fortemente voluto da Forza Italia, guiderà il Tg2. Mario Orfeo resta invece al Tg3. Insomma indiscrezioni confermate, sebbene in CdA si sia registrata un’evidente spaccatura. Alla commissione Antimafia, invece, è stata eletta presidente Chiara Colosimo, una risposta decisa e determinata alle polemiche alzate dalle sinistre per via della foto del periodo 2010-2013 che ritraeva la Colosimo vicino all’ex terrorista nero Luigi Ciavardini, all’epoca detenuto a Rebibbia, oggi riabilitato a seguito della lunga pena scontata e divenuto membro di un’associazione che opera a tutela dei detenuti.

Una linea ferma, quella della maggioranza, e soprattutto compatta, per niente infragilita dalle critiche. Questa l’immagine che il governo sta costruendo anche all’estero.

In settimana è stato anche firmato l’accordo tra Ita Airways e Lufthansa per l’ingresso dei tedeschi nella proprietà della compagnia di bandiera italiana per il 40%. Un accordo di “nozze” storico, che potrà contribuire all’ulteriore sviluppo di un’azienda come Ita, i cui numeri già dimostravano un effettivo stato di salute. Di fatto, si tratta di un patto che proietta Ita a diventare tra le principali flotte aeree europee, con l’hub romano di Fiumicino che diventerà uno snodo di fondamentale caratura intercontinentale. E anche per questo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha esultato, del resto il tandem Mef-Ita è stato determinante per la conclusione dell’affare da 320 milioni di euro. Per ora, perché dopo il 2025 ne dovrebbero arrivare altri 450 per il controllo quasi completo, lasciando al Mef una quota del 10%.

E chissà se queste vicende peseranno sull’esito dei ballottaggi del 28 e 29 maggio successivi al primo turno, che si è concluso 4 a 2 per il centrodestra. Difficile che sia così, perché le amministrative sono molto slegate dalle dinamiche politiche nazionali. Tuttavia in palio ci sono sette città. Il centrosinistra spera di recuperare, mentre il centrodestra confida nella tenuta dei risultati.