Politica

Le polemiche su Malpensa intitolato a Berlusconi misurano il livello del dibattito nazionale

12
Luglio 2024
Di Ilaria Donatio

Winston Churchill diceva: “Strana gente gli italiani, vanno alla partita di calcio come se andassero in guerra e in guerra come a una partita di calcio”. E non aveva tutti i torti a giudicare dal tenore del dibattito politico scatenatosi un minuto dopo che la notizia dell’aeroporto di Milano Malpensa, ufficialmente intitolato all’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha iniziato a circolare. 

Ma andiamo con ordine. 

Da ora in poi, dunque, Malpensa si chiamerà “Aeroporto internazionale Milano Malpensa – Silvio Berlusconi”: il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha fatto sapere che l’Ente nazionale per l’aviazione civile (ENAC) ha approvato formalmente l’ordinanza per la modifica della denominazione, che ha effetto immediato.

I precedenti
In realtà, la notizia era già stata anticipata il 5 luglio dallo stesso Matteo Salvini, durante un convegno in Puglia. E quell’annuncio aveva subito causato vari mal di pancia, criticato da diversi esponenti di opposizione. Che sollevano fondamentalmente un argomento: Silvio Berlusconi è stato un personaggio divisivo e in quanto tale non gli si può intitolare nulla, almeno non uno scalo aereo!

Le due Italie
Ora, se c’è una certezza – riconosciuta a destra come a manca – è che è esistita un’Italia prima dell’avvento di Berlusconi e un’altra Italia dopo la sua discesa in campo. E questa evidenza ha a che fare proprio con la straordinarietà della sua figura, indipendentemente dal fatto di averne condiviso l’azione e il pensiero.

Ve n’è un’altra di certezza: Berlusconi, oltre ad altre mille cose, ha costruito Milano, Milano 2 e Milano 3, e ha creato due tra le più grandi aziende italiane. Questo non è opinabile. E fa sorridere come, la sinistra – dopo le dichiarazioni di Marina Berlusconi sui diritti che la vedrebbero più in sintonia con i valori progressisti – abbia immediatamente fatto la ola. 

Nel nome del padre
Marina che ha appena realizzato, nel nome del padre, il rilancio di una casa editrice illuminista e liberale, che lui stesso aveva discretamente fondato in nome di Erasmo da Rotterdam, Pico della Mirandola, Giordano Bruno e Thomas Moore. Quella figlia, a cui oggi la sinistra plaude e da sempre una delle più devoti ammiratrici di Silvio, ha dichiarato: “Si chiamerà Silvio Berlusconi Editore e avrà un’unica parola d’ordine: libertà. Non sarà solo un omaggio a mio padre, ma un progetto editoriale che vuole dare più forza al pensiero liberale e democratico, contro ogni forma di totalitarismo, nel nome di quella libertà che finisce solo dove comincia quella altrui”. 

Parole e pensieri di una certa sobrietà che vincono sulla rissa variamente alimentata, dunque.

Le voci critiche
Tra gli altri, il sindaco di Milano Giuseppe Sala aveva criticato il fatto che la procedura per il cambio di denominazione fosse stata portata avanti senza avvertire SEA, la società che gestisce l’aeroporto, e senza avviare una discussione tra tutte le parti coinvolte. Giovedì alcuni deputati del Partito Democratico hanno depositato un’interrogazione parlamentare per chiedere al ministro Salvini di chiarire come si sia svolta la procedura di cambio del nome dell’aeroporto.

La CGIL aveva invece chiesto al ministero dei Trasporti di intitolare l’aeroporto alla celebre ballerina milanese Carla Fracci. La petizione era stata firmata anche dal sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano, Dominique Meyer.

Le voci a favore
Sia Salvini che la ministra del Turismo Daniela Santanchè hanno difeso la scelta di intitolare l’aeroporto a Berlusconi, criticando a loro volta Sala. Salvini ha lodato le abilità politiche di Berlusconi e ha consigliato al sindaco di occuparsi dei problemi di Milano, indicati dal ministro nell’erba alta, nelle buche e nella sicurezza. Una cosa simile ha fatto Santanchè, dicendo ironicamente che il sindaco ha iniziato ad “affrontare i tanti problemi, da lui mai risolti, di Milano. A cominciare dal più urgente: l’aeroporto di Malpensa intitolato a Silvio Berlusconi”.

Così, dopo aver letteralmente fatto impazzire i “comunisti” (come lui amava apostrofarli) da vivo, il Cavaliere continuerà a farlo anche da morto. Perlomeno, tutte le volte che faranno scalo all’Aeroporto internazionale “Milano Malpensa – Silvio Berlusconi”.