Politica

Ma il centrodestra quando si mobilita sul caso Toti? E a sinistra tutti manettari? 

17
Giugno 2024
Di Daniele Capezzone

Abbiamo letto – qua e là – alcune dichiarazioni di esponenti politici (a onor del vero, poche e per lo più vaghe) sulla vicenda Toti. 

Dopo quasi 40 giorni di arresti domiciliari, la tesi del gip è che le misure cautelari debbano proseguire a causa di un rischio di reiterazione del reato in vista delle regionali del 2025. Il che, neanche troppo tra le righe, implica una richiesta di dimissioni di un governatore votato dai cittadini, o una sua decadenza de facto verso quella scadenza elettorale, o – peggio ancora, secondo alcuni – una sorta di tacito scambio tra il recupero della libertà e la rinuncia a una carica senza che il processo sia ancora iniziato e sulla base di un quadro accusatorio che a molti appare piuttosto fragile. 

La domanda è: che attende il centrodestra a mobilitarsi politicamente? E anche a sinistra, cosa aspettano a parlare quelli che non vogliono essere considerati manettari e fautori dell’uso politico della giustizia?

Se passa il principio per cui un presidente di regione possa essere agevolmente disarcionato con un avviso di garanzia, e che contributi regolarmente registrati e contabilizzati siano da considerare una forma mascherata di corruzione, come fanno gli altri governatori regionali, nonché ministri e parlamentari, a non comprendere che si può attivare un meccanismo da “dieci piccoli indiani” e che ognuno di loro può essere il prossimo bersaglio? 

In altre parole, dopo l’”esperimento” praticato su Toti, ognuno di loro sarebbe e sarà abbattibile come un birillo. Dove non soccorrono i principi liberali del garantismo, dovrebbe almeno supplire un minimo di amor proprio: come si fa a non vedere che non si tratta più di difendere i diritti di un singolo governatore, ma un minimo di residua autonomia della politica rispetto al potere giudiziario?

Se ci fosse un minimo di lungimiranza, le reazioni fioccherebbero: a partire da una poderosa accelerazione dell’iter parlamentare del ddl costituzionale sulla separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti.