Politica

L’Italia alla prova tra Europa e Medio Oriente

20
Aprile 2024
Di Beatrice Telesio di Toritto

L’attenzione mediatica della settimana si è incentrata intorno a un fatto drammaticamente degno di nota. Per la prima volta nella sua storia, l’Iran ha deciso di attaccare direttamente Israele colpendolo all’interno dei suoi confini. Nella tarda serata di sabato, infatti, l’Iran ha attaccato lo stato ebraico con centinaia di droni e missili la cui quasi totalità fortunatamente è stata intercettata prima che entrasse in territorio israeliano. Quella lanciata da Teheran, in rappresaglia all’attacco contro l’ambasciata iraniana in Siria il 1° aprile, è stata un’azione spettacolare ma calibrata, annunciata da tempo: difficilmente quindi poteva avere delle conseguenze gravi su Tel Aviv.

Nonostante ciò, l’attacco sferrato è valso allo stato ebraico il sostegno dei principali leader mondiali, che tuttavia hanno immediatamente esortato Israele a mostrare “moderazione” ed evitare un innalzamento ulteriore delle tensioni in una regione già particolarmente provata da conflitti. L’appello è arrivato sia dai membri del Consiglio di sicurezza, sia dai leader del G7, che si sono riuniti in formato straordinario a seguito dell’accaduto per condannare l’attacco iraniano ma al contempo esortare ad evitare l’escalation.

Sullo sfondo rimane la grandissima preoccupazione internazionale per un’eventuale reazione di Israele che potrebbe avere conseguenze enormi e difficilmente prevedibili. Washington ha spinto nel frattempo per adottare sanzioni più dure nei confronti dell’Iran e di chi è coinvolto nella fabbricazione e nella vendita di missili e droni. Su questo, l’Ue e il G7 hanno fatto sponda agli Stati Uniti mettendo il tema delle sanzioni al centro delle conclusioni sia del Consiglio Europeo che si sta svolgendo a Bruxelles, sia della riunione dei Ministri degli Esteri del G7 riunitasi a Capri sotto la presidenza italiana. L’intenzione è chiara: dare un segnale di compattezza di tutto il blocco occidentale sotto la parola d’ordine “de-escalation”.

Al centro della settimana politica anche l’Unione Europea che guarda al futuro delle sue politiche economiche anche grazie al lavoro di due ex premier italiani. Prima Enrico Letta, poi Mario Draghi, a cui è stata affidata l’elaborazione di due rapporti su mercato unico e competitività per i 27 paesi membri. Si tratta, in sintesi, di due pacchetti di proposte che l’ex leader del PD e l’ex governatore della Bce stanno redigendo in stretta consultazione con governi, imprese, esperti e gruppi politici dell’Unione. Da un lato, le regole che governano la concorrenza interna del blocco e che rappresentano il fulcro su cui si è basata la costruzione dell’Ue. Dall’altro, la sfida di un’industria che deve fare i conti con i ritardi in settori strategici rispetto ai competitor globali, in particolare Cina e Stati Uniti. Ad assegnare loro questi compiti sono stati il presidente del Consiglio Charles Michel, che ha incaricato Letta, e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che invece ha puntato su Draghi, aumentando la reputazione dell’Italia all’estero e, indirettamente, la centralità del paese nello scacchiere geopolitico.  

Per ciò che riguarda invece la politica nostrana, occhi puntati alle regionali che si terranno domenica 21 aprile e lunedì 22 aprile in Basilicata per eleggere il suo nuovo governatore e rinnovare il Consiglio regionale. A contendersi le elezioni, il presidente uscente Vito Bardi, candidato del centrodestra insieme ad Azione e Italia Viva, il presidente della Provincia di Matera Piero Marrese (Csx-M5S) e il giornalista Eustachio Follia (Volt). Dopo gli appuntamenti in Sardegna e in Abruzzo, rispettivamente vinti da centrosinistra e centrodestra, e in vista della grande sfida per le Europee di giugno, si testa ancora una volta la tenuta della maggioranza e l’eventuale avanzata delle opposizioni sul territorio.

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