Politica
Ambasciatore cinese Li Junhua in audizione: “Facilitare distribuzione vaccino garantendolo ai Paesi in Via di Sviluppo”
Di Flavia Iannilli
L’Italia presiede il G20 ponendo al centro i tre pilastri fondamentali del suo mandato: People, Planet and Prosperity. L’attenzione allo sviluppo sostenibile è particolarmente apprezzata dalla Cina, partner strategico e commerciale, che punta a voler rafforzare la cooperazione e a sincronizzare le politiche.
Questa in sintesi la posizione espressa dall’Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Li Junhua, che, audito in Commissione esteri alla Camera, si è detto pronto ad intavolare una collaborazione con l’Italia su diversi temi.
La lotta alla pandemia da contrastare, sia con i vaccini sia con le decisioni del G20 a sostegno dei ruoli guida di Onu e Oms, è senza dubbio prioritaria. Occorre facilitare la distribuzione delle dosi e il loro utilizzo a livello globale, garantendone fruibilità anche ai Paesi in via di sviluppo.
Per gettare le fondamenta di un dialogo proficuo serve trasparenza, ma, per quanto siano molti gli obiettivi comuni tra Italia e Cina, è necessario far uscire la polvere da sotto al tappeto. Sulla questione pandemia globale interviene l’On. Quartapelle (PD): “È necessaria la collaborazione sull’indagine relativa alle origini della pandemia, dato il mancato accesso ad informazioni fondamentali per poterla portare avanti”, Li Junhua risponde: “Interessa molto e a tutti questa ricerca. Ci siamo impegnati con l’Oms e il rapporto sta per uscire, ma speriamo che questo tipo di investigazioni vengano fatte anche negli altri Paesi non solo in Cina”.
Fondamentale la promozione della ripresa economica globale che necessita di un’accelerazione attraverso l’aumento del coordinamento ed il dialogo delle politiche macroeconomiche che il G20 deve attuare. Mantenendo un’attenzione particolare all’effetto spillover delle politiche dei Paesi industrializzati. Secondo l’Ambasciatore Li Junhua bisogna “promuovere la stabilità del sistema finanziario e tutelare un’economia globale aperta e il sistema di collaborazione multilaterale”.
Secondo Li Junhua non bisogna rifugiarsi dietro al cambiamento climatico per aumentare le barriere commerciali, piuttosto è necessario rispettare il principio di responsabilità comune ma differenziata per aiutare concretamente i Paesi in via di sviluppo. Per salvaguardare il commercio multilaterale e rafforzare il libero scambio il G20 deve guidare la riforma dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e sostenere la nuova direttrice per farne riprendere la normale attività.
Il desiderio di collaborazione internazionale, espresso dall’Ambasciatore nel suo discorso, ha interessato diversi membri della Commissione Esteri. In riferimento all’ultimo incontro Stati Uniti-Cina, avvenuto il 19 marzo ad Anchorage (Alaska) interviene l’On. Ermellino (Misto): “Come pensate di rimettere in sesto il dialogo con gli Usa sul piano economico? Ritiene utile l’occasione del G20 di ottobre per farlo?” nonostante le notizie riportate dalla stampa Li Junhua ritiene che “l’incontro è stato fruttuoso con approfondimenti di vario tipo, ma ci sono delle differenze su cui dobbiamo lavorare”.
Lo stesso vertice NATO con focus la Russia e il recente incontro tra i ministri degli esteri russo e cinese suscitano l’interesse dell’On. Migliore (IV): “Comprendo che il tema sia la presidenza al G20, ma io rivedo, in una serie di dichiarazioni a valle dell’incontro, una riproposizione che recupera vecchi schemi della guerra fredda – aggiunge – è evidente che le sanzioni dell’Ue ai responsabili delle azioni contro gli Uiguri (etnia di religione islamica ubicata nel nord-est della Cina) sono all’interno della legalità internazionale, mentre non lo è quella cinese contro gli eurodeputati. Per coltivare le relazioni multilaterali bisogna avere la capacità di interpretare il tema della tutela dei diritti umani con la pacifica convivenza sia all’interno che all’esterno”. In merito interviene il Presidente Fassino che richiede agli onorevoli di attenersi al tema dell’audizione che si sta svolgendo.
Ma l’attinenza con il G20 è data da uno dei pilastri del mandato italiano alla presidenza (People). Lo approfondisce l’On. Lupi (Misto): “Non si può evitare di collegare uno sviluppo globale che non porti la persona al centro, di cui la salvaguardia dei diritti è fondamentale. Come pensa la Cina di aiutarci, compreso lo sviluppo economico, se non si aiuta a tutelare e difendere la dignità dei cittadini?”. Stessa preoccupazione dell’On. Formentini (Lega): “Cosa si può fare per porre fine a tutto ciò? Dobbiamo aspettarci sanzioni internazionali? Vengono applicate sanzioni a politici e studiosi, mentre a Hong Kong sta morendo la democrazia” un riferimento, l’ultimo, sollevato anche dalla Quartapelle: “Se viene meno lo stato di diritto a Hong Kong viene meno anche lo stato speciale dello stesso regolato dalla dichiarazione sino-britannica del 1984”.
Li Junhua tiene a precisare che la Cina, nei rapporti bilaterali, si attiene al principio del rispetto. Conseguentemente si è trovata costretta a rispondere a sanzioni con sanzioni, ritenendo ingiuste quelle dell’Unione europea. La replica dell’Ambasciatore sulla questione diritti umani: “L’obiettivo comune è tutelare i diritti umani all’interno del proprio territorio nazionale, ma il diritto umano più importante è quello alla vita. Ogni Paese tutela a modo proprio, nel modo migliore possibile, e il giudizio su come questi diritti vengano salvaguardati in Cina può arrivare solo dall’interno, non dall’esterno. Sappiamo che ci sono zone di caos in cui ci sono ancora le guerre, ci sono flussi di migranti, e lì dove sono i diritti umani? Chi li tutela?”.
La risposta di Li Junhua riguardo allo Xinjiang (regione in cui vivono gli Uiguri) suscita acceso dibattito: “Le notizie collegate al genocidio degli Uiguri sono delle fake news. Se siete interessati, dovreste vedere con i vostri occhi se sia reale questa accusa e chiedere in prima persona se gli Uiguri abbiano subìto un genocidio negli ultimi 20 anni. Ascoltate molte notizie, anche io stesso lo faccio, ma vi invito ad accertarvene”. All’accostamento delle parole fake news al genocidio ne consegue l’abbandono dell’aula da parte dei deputati della Lega. Infine viene trattata dall’Ambasciatore la questione Hong Kong: “Siete d’accordo sul fatto che Hong Kong sia Hong Kong della Cina? E che la Cina abbia la sovranità su Hong Kong? La dichiarazione sino-britannica dell’84 non è una legge, a Hong Kong le leggi sono due: la basic low e la costituzione cinese. Potete consultare questi due testi”.
Di fronte a tanta carne sul fuoco chiude l’audizione il Presidente di Commissione, Piero Fassino, che pone all’attenzione ciò che venne approvato dall’Assemblea delle Nazioni Unite nel 1948: “Non c’è nessun dubbio che il diritto alla vita sia il primo da tutelare, ma vuol dire anche tutelare tutti i diritti fondamentali che appartengono ad ogni uomo e donna in qualsiasi Paese viva, di qualsiasi colore sia la pelle, qualsiasi cultura esprima e qualsiasi sia il dio che prega. Perché ci sono diritti fondamentali che non possono essere validi in un Paese e meno in un altro, è giusto riconoscere le peculiarità, le specificità e le identità di ogni Paese, ma queste non possono giustificare la negazione di diritti che sono fondamentali che appartengono a tutti e non possono essere ridotti, compressi o negati. Noi ci battiamo perché questi diritti vengano rispettati in tutto il mondo, non chiudiamo gli occhi. Quando non sono rispettati lo diciamo. A noi sembra, con posizioni diverse quindi continueremo a discuterne, che a Hong Kong e nel territorio abitato dagli Uiguri ci siano dei problemi e ci sembra che i diritti umani non vengano rispettati sulla base della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”.
Una conclusione basata sul rispetto e senza sanzioni.