Foto Corriere della Sera
Nel discorso finale che chiude l'ottava edizione della Leopolda, il segretario dem Matteo Renzi ritrova l'orgoglio perduto dopo la sconfitta "bruciante" del referendum e si scalda per la campagna elettorale. Non rinnega nulla dei Mille Giorni e anzi rilancia "gli 80 euro anche per le famiglie con figli".
Il leader Pd promette "pari dignita'" a chi vorra' allearsi al Pd, e tende una mano a Giuliano Pisapia per una sfida che è, a suo avviso, tutta aperta ed "il testa a testa Berlusconi-Di Maio sarà sul secondo posto".
“La Leopolda non è il Pd", aveva detto in premessa Renzi venerdi' sera. Per questo la vera star dell'ultima giornata, al netto dell'ex premier, è Teresa Bellanova, la viceministro ex sindacalista Cgil diventata pasdaran renziana. E' lei che infiamma la platea affondando contro la sinistra, "quelli che hanno brindato il 4 dicembre, quelli che pensano di contrastare Berlusconi e i populismi attaccando Renzi senza rendersi conto che così diventano i migliori alleati dei populismi e di Berlusconi!". E con parole diverse, pur evitando gli attacchi, anche l'ex premier chiarisce che non sarà la discontinuità con il passato il filo conduttore del Pd che non prenderà lezioni a sinistra. "La sinistra cambia ogni anno il nemico, certo io sono fuori categoria, ma noi non abbiamo nemici", premette, mostrandosi zen e scatenando le risate della platea. Per il segretario dem la sfida elettorale dovrà poggiare su due pilastri: l'unita' del partito, la disponibilita' agli alleati ad aprire "una pagina bianca" sul futuro senza negare il passato, e una campagna sulle "differenze ontologiche" sia con Berlusconi, "l'uomo dello spread e della recessione" sia con Di Maio, leader di chi crede nella "decrescita". Nonostante l'assenza dei padri nobili Prodi e Veltroni, che Renzi ringrazia per "lo sforzo di questi giorni", lo spirito unitario del Pd alla Leopolda sembra supportato dalla presenza di quasi tutti i ministri, da Minniti a Franceschini, da Delrio a Martina e Pinotti. E con il selfie di Maria Elena Boschi e Luca Lotti sorridenti a spazzare via le illazioni su un giglio magico diviso. Renzi spera che anche la minoranza, oggi assente, abbandoni "la costante polemica" per evitare che le divisioni pesino su sondaggi e consensi.
Il programma e' certo "una pagina da scrivere insieme" ma su alcuni punti le idee sono chiare: la prima proposta sara' il servizio civile obbligatorio, disponibilita' a discutere sul soluzioni migliorative del jobs act, "nessuna rivincita" ma anche nessuna abiura. E poi l'Europa dove, nelle parole di oggi, qualcuno ha visto un cambio di passo: stop alla battaglia solitaria sul ritorno ai parametri di Maastricht ma un asse, mentre si rilancia il Pse, con Macron "punto di riferimento se riesce a mettere in discussione una politica economica europea basata sull'austerity". Renzi alza di fatto il sipario sulla corsa alle politiche.
Intanto, nella stessa giornata i componenti di Mdp illustrano la loro nuova proposta politica, eleggendo i 1500 delegati dell'assemblea del 2 dicembre, e scelgono come proprio leader Pietro Grasso.