Politica
Leopolda 11, partecipazione in calo per l’edizione 2021 dell’evento renziano
Di Fabiana Nacci
Nella sua Enews 753 di oggi, Matteo Renzi parla di “code di persone perbene” all’undicesima edizione della Leopolda che si è conclusa ieri a Firenze. Chi c’era, però, di code– a differenza delle passate edizioni – non ne ha viste né fatte.
E’ vero, è stata una Leopolda “colma di speranza e di passione” (sempre per riprendere le parole di Renzi), ingredienti che a dire il vero non sono mai mancati nel corso degli anni. Ma a paragonarla al passato, il calo della partecipazione è stato evidente, forse complice anche la crisi pandemica non ancora del tutto superata.
La kermesse si è aperta venerdì pomeriggio ed è terminata ieri con l’intervento del leader di Italia Viva. Tanti i temi affrontati sia da Renzi sia dagli esponenti del partito nel corso dei tavoli tematici che si sono svolti nella giornata di sabato. In particolare, i tavoli sono stati 40, molti di più in confronto al passato e spesso su tematiche abbastanza simili tra loro. Ad ogni tavolo i rappresentanti istituzionali di Italia Viva (da Teresa Bellanova a Luigi Marattin, da Luciano Nobili a Maria Elena Boschi, da Donatella Conzatti ad Annamaria Parente) si sono confrontati con gli attivisti e i cittadini presenti.
Al termine dei tavoli, la scena è stata tutta per gli ospiti del palco centrale. Beppe Sala, Sabino Cassese, Annamaria Bernardini De Pace sono solo alcuni dei nomi di coloro che si sono avvicendati sabato, portando la propria testimonianza. Ma al centro di questa edizione il vero unico caso è stato quello dell’inchiesta sulla Fondazione Open. Non solo Matteo Renzi ha tenuto a esprimersi sull’inchiesta giudiziaria per finanziamento illecito ai partiti, ma anche Maria Elena Boschi che ha detto “basta con la macchina del fango”.
Nell’intervento conclusivo della kermesse, il leader di Italia Viva si è concentrato sull’attualità politica, lanciando pronostici per il prossimo futuro: “Penso che nel 2022 andremo a votare (…) Ho l’impressione che i principali leader delle forze politiche italiane, i leader di M5S, PD, Lega e Fratelli d’Italia abbiano l’interesse ad andare a votare. Interesse che è politico e, in alcuni casi, personale perché qualcuno vuole portare in Parlamento il prima possibile il suo gruppo di riferimento”.
Renzi inoltre ha tenuto a fare un passaggio anche sul PD, sia in merito al caso Open parlando di “silenzio vigliacco”, sia in merito all’alleanza con i pentastellati: “Se il Pd si sposa con i 5 stelle è il Pd che ha abbandonato la casa da cui è partito, non siamo noi. È legittimo abbracciare le convinzioni degli altri, ma non è legittimo dire: tu vuoi andare con Salvini e Meloni”. Sullo stesso punto anche il coordinatore nazionale del partito, Ettore Rosato, che ha parlato di un PD trasformato “in una baracca politica. Noi dobbiamo costruire un’altra casa (…) Una casa europea. Deve essere la casa di chi si riconosce nel Governo Draghi e non lo vede come conseguenza faticosa, ma con la convinzione che Draghi sia di un’autorevolezza straordinaria e che questa maggioranza eterogenea ma efficace e coesa sia quello che serve in questo momento”.
Infine, sull’elezione del Presidente della Repubblica, Renzi ha affermato: “Quando si arriva alle elezioni per il Colle, se si vogliono fare le cose per bene serve capacità tattica, sennò si fa come Bersani che brucia i candidati con i 101. Sono per la competenza, non per le chiacchiere”.
Insomma, se la partecipazione è venuta un po’ a mancare, lo stesso non si può dire per i contenuti che forse più del passato hanno animato non solo l’evento fiorentino ma anche il dibattito politico nazionale.