Politica
Legge di bilancio 2023, verso una rapida approvazione
Di Beatrice Telesio di Toritto
Dopo aver ricevuto il via libera del Presidente della Repubblica, lunedì sera il governo ha trasmesso al Senato il testo del disegno della Legge di Bilancio, il secondo del Governo Meloni. A seguito di una lunga trattativa tra le forze di maggioranza, che hanno continuato per giorni a correggere e redigere diverse bozze, il provvedimento che definirà la politica economica del governo per il prossimo anno ha iniziato infatti il suo percorso parlamentare che finirà entro il 31 dicembre con il voto di entrambe le Camere. Eppure questa non sarà una Legge di Bilancio come le altre.
Su richiesta del presidente del Consiglio Meloni e del Ministro dell’economia Giorgetti, quest’anno i partiti di maggioranza non presenteranno emendamenti al testo, cioè proposte di modifica. Se Forza Italia e Lega si sono mostrate inizialmente alquanto perplesse, per non dire restie, rispetto all’ipotesi in questione, una riunione tra i leader della maggioranza tenutasi lunedì mattina ha confermato tale indirizzo. L’incontro infatti presieduto dalla stessa Meloni ha definito la linea: sarà il governo a proporre eventuali emendamenti raccogliendo le sollecitazioni che dovessero arrivare dai partiti di maggioranza. È una decisione insolita e senza precedenti nella storia parlamentare recente, che risiede nella volontà del Governo di rendere i lavori parlamentari più spediti e lineari possibili e approvare la Legge di Bilancio in tempi record, tenendo al minimo tensioni politiche, lungaggini e complicazioni del caso. A bocciare la scelta sono invece le opposizioni, in particolar modo il PD che ha lanciato l’idea di un “lavoro di raccordo e coordinamento politico con tutte le opposizioni” sugli emendamenti da presentare su temi essenziali quali sanità, ambiente, lavoro e famiglia.
La Legge di Bilancio non è stato l’unico terreno di scontro tra opposizioni e maggioranza in questa settimana. La segreteria del PD Elly Schlein ha duramente criticato la scelta del governo italiano di astenersi durante la votazione all’Assemblea generale dell’Onu sulla risoluzione che chiedeva, tra le altre cose, una tregua umanitaria a Gaza. «Chiamatela cessate il fuoco o pausa umanitaria ma bisogna fermare questa strage di civili. La preoccupazione è enorme, non possiamo assistere a questo massacro» ha criticato. Risposta altrettanto netta quella della presidente del Consiglio secondo la quale l’astensione era la scelta più equilibrata che, non a caso, è stata adottata dalla «grande parte» dei Paesi europei e di quelli membri del G7.
Ad ogni modo, «l’Italia è pronta a intervenire per portare aiuti umanitari e su questo c’è un contatto costante con la nostra diplomazia» e con quella dei paesi chiave della regione. Qualche buona notizia sembra però arrivare dal fronte dove, nonostante i bombardamenti continuino senza sosta, tra mercoledì e giovedì circa 900 civili feriti o in possesso di un passaporto straniero sono stati evacuati dalla Striscia di Gaza per la prima volta dall’inizio della guerra. L’evacuazione è stata effettuata tramite il varco di Rafah grazie alla mediazione del Qatar e alla pressione statunitense, a dimostrazione di come la diplomazia internazionale stia raggiungendo finalmente dei piccoli ma importanti obiettivi.
Se la Meloni, quindi, si prepara a una legge di bilancio senza troppe complicazioni – almeno sulla carta – gli imprevisti arrivano dall’estero, nello specifico dalla Russia dove mercoledì il duo comico locale Vovan e Lexus ha diffuso la registrazione di una telefonata tenuta con la premier, convinta di parlare con il presidente dell’Unione Africana. I due hanno trattato vari argomenti, tra cui i flussi migratori e la guerra in Ucraina, dove Meloni ha per lo più ribadito le posizioni ufficiali del paese. Tuttavia, aldilà dei contenuti della conversazione, ciò che desta particolare imbarazzo – e preoccupazione – è l’apparente facilità con cui il duo comico sia riuscito a ingannare la rete diplomatica italiana, a bucare i filtri di sicurezza e a mettersi in contatto con un premier europeo. A tal riguardo il presidente del Copasir Lorenzo Guerini ha dichiarato che è «prioritario agire affinché simili circostanze non si ripetano in futuro, consapevoli del fatto che possono essere considerate anche come attività con fini malevoli».