Politica

Legge di Bilancio, l’Italia incassa il sì dell’Ue. Che però borbotta su contanti e pos

14
Dicembre 2022
Di Giampiero Cinelli

«Nel complesso, la Commissione europea ritiene che la legge di bilancio dell’Italia sia in linea con gli orientamenti di bilancio contenuti nella raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 2022». Lo afferma la Commissione nell’opinione sulla manovra italiana presentata a Bruxelles sottolineando come «plausibili» le ipotesi macroeconomiche alla base del progetto di bilancio «sia nel 2022 sia nel 2023. La valutazione della Commissione sull’impatto di bilancio delle misure di politica fiscale è sostanzialmente in linea con quella del governo».

Il passaggio che farà certamente discutere è quello che Bruxelles dedica alle norme del nuovo Esecutivo relative ai pagamenti. A quanto pare, come già era stato paventato dalle opposizioni, non favorirebbero un’adeguata lotta all’evasione. Stiamo parlando del tetto al contante per le transazioni, che dovrebbe essere innalzato a 5mila euro, della revoca dell’obbligo per l’esercente di accettare pagamenti elettronici sotto i 60 euro e del condono delle cartelle esattoriali che non superano i 1000 euro emesse dal 2000 al 2015. Cioè indirizzi espressi al nostro Paese, nonostante, proprio recentemente, il Consiglio Ue abbia fissato la soglia massima dei pagamenti in contante su tutto il territorio europeo a 10.000 euro. Resta a discrezione di ogni Paese membro stabilire una soglia più bassa. Ma dal momento che il limite è 10.000, si evince che i funzionari europei hanno scarsa fiducia nella capacità del sistema italiano di contrastare un’evasione già strutturalmente molto alta che si aggira attorno ai 100 miliardi. Il premier Giorgia Meloni non ha mai smesso di sostenere che l’uso dei contanti non ha niente a che vedere con l’evasione.

Altro avvertimento arriva sulle riforme strutturali, importanti anche in ottica Pnrr, sulle quali secondo la Commissione «l’Italia non ha ancora compiuto progressi per quanto riguarda la parte strutturale delle raccomandazioni relative al Consiglio Europeo del 12 luglio 2022, nel contesto del semestre europeo, e invita pertanto le autorità ad accelerare». E se, sul piano delle riforme che impattano sulla tenuta dei conti a lungo termine, l’Europa è insoddisfatta, va da sé che non apprezzi l’estensione anche al 2023 dei pensionamenti anticipati previsti in manovra, come Quota 103. Questi regimi «non sono in linea con le raccomandazioni».

La disciplina di bilancio dunque c’è anche se non è interpretata in modo cogente da parte del governo. Quanto basta, sembra, per far sì che i mercati finanziari non inneschino speculazioni.

In ultimo Bruxelles, analizzando la manovra trasmessa nella bozza programmatica di bilancio, esorta a concentrare le misure contro il caro energia verso le famiglie più vulnerabili e le imprese più esposte, in modo da «mantenere gli incentivi a ridurre la domanda di energia e per ritirarle quando la pressione sui prezzi dell’energia diminuisce». Quest’ultimo passaggio, tuttavia, potrebbe anche essere criticato da un punto di vista di politica economica, perché poter contare su aiuti di Stato non per forza spinge a consumare meno.

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