Politica

Le pulci a…Patuanelli in audizione sul Recovery Fund

06
Ottobre 2020
Di Flavia Iannilli

Le pulci si dedicano al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli in audizione, presso la Commissione Industria del Senato, sulle linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

The Watcher Post riporta i punti cardini e le domande che sono state poste al Ministro.

Patuanelli apre l’audizione: “Mi sembra che l’atteggiamento e il comportamento dell’Unione europea verso la necessità di intervenire in modo massiccio a sostegno dei settori economici colpiti e delle attività produttive, in modo sia orizzontale che verticale, sia la direzione giusta, che anche il Governo italiano, e il presidente del Consiglio in particolare, hanno cercato di imporre”.

Il Ministro propone un “Testo Unico del Superbonus” relativo alla dotazione per l’Italia sul Recovery and Resilience Facility senza comprendere il React-Ue: “Parliamo di 191,4 miliardi di euro, di cui 127,6 di prestiti e 63,7 di sussidi. Non sono quindi 209, perché vanno integrati con i fondi di React Ue, che vanno suddivisi su diversi Stati- inoltre- inizialmente la programmazione degli Stati doveva completarsi in modo un po’ più rapido, entro il 15 settembre, ed entro il 15 ottobre sarebbe stata necessaria la consegna dei progetti per gli Stati che volevano l’anticipo del 10%. Oggi queste date sono traslate a fine anno. Rimane comunque l’impegno ad aprile 2021 per tutti i progetti”.

Aggiunge: “Sulla base delle priorità del Recovery and Resilience Facility, dal punto di vista della politica industriale, lato Mise, abbiamo individuato tre direttrici: crescita sostenibile e inclusiva; centralità dell’impresa; centralità del lavoro e della formazione”, questi i punti salienti per il Ministro.

Patuanelli definisce i pilastri della politica industriale: la trasformazione digitale e l’innovazione del sistema produttivo, il rafforzamento della competitività di filiera, la riqualificazione green del sistema produttivo, il finanziamento e supporto e start-up e pmi, il rilancio delle aree in ritardo di sviluppo. Puntando a questi obiettivi specifica: “Il rapporto investimenti-Pil deve essere al 25% nella media del periodo; gli investimenti complessivi in ricerca e sviluppo al 3% del Pil; un aumento di 10 punti del tasso di occupazione e una crescita dall’1,5 al 2,5 annuo”.

“Abbiamo individuato tre macroaree: supporto della trasformazione digitale e innovazione, supporto della transizione verde, attrattività e rafforzamento del sistema produttivo”, ognuna con i propri progetti interni che Patuanelli approfondisce per punti.

Il Ministro punta ad una transizione verso sistemi produttivi compatibili con l’ambiente: “Altro criterio fondamentale per i progetti è che devono essere strumenti con execution certa e rapida, per far arrivare gli investimenti a terra in tempi certi. Quindi focus forte sulle modalità esecutive e gli interventi che facciamo”.

Inoltre: “C’è una forte necessità, orientata in un range vicino al 25 miliardi, per sostenere tutta la parte del 4.0 con i rafforzamenti di cui stiamo parlando: passare dal 12 al 20% di credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo, ampliare i massimali, cercare strumenti per ampliare ancora di più la platea”.

Infine la centralità dell’Italia nel settore energetico: “Credo che l’idrogeno oggi sia una tecnologia non matura ma che può maturare in fretta. Bisogna capire qual è il tipo di idrogeno che vogliamo. Io credo che sia evidente la volontà di andare verso l’idrogeno verde. L’Italia può avere un ruolo centrale come hub e distribuzione della nuova energia”.

Incentivando l’autoproduzione e l’autoconsumo energetico e affiancandosi ad un processo di efficientamento il Ministro punta al raggiungimento degli obiettivi del PNIEC: “L’orientamento verso una compatibilità ambientale ha bisogno di discontinuità e le imprese devono avere la voglia di innovare e innovarsi. Poche aree di progetto, ma ad alto impatto. Altro criterio fondamentale – ha aggiunto – sarà la disponibilità di strumenti semplificati e dall’attuazione certa e rapida, in modo da far arrivare a terra gli investimenti in tempi certi: serve un focus forte sugli interventi che andremo a fare”.

Le domande poste in audizione al Ministro Patuanelli e le relative risposte:

Prende la parola il senatore Lanzi (M5S): “Gli ultimi due decreti attuativi che sono fermi alla Corte dei Conti saranno operativi entro il 15 ottobre?”. Su questo Patuanelli specifica: “Giovedì alle 22.30 abbiamo inviato il testo in Gazzetta Ufficiale per la pubblicazione dei decreti Ecosismabonus, quindi dovrebbe avvenire nelle prossime ore poiché sono stati registrati dalla Corte dei Conti”.

Il senatore Giacobbe (PD) avanza un’ipotesi: “Propongo di cercare nuovi modelli di sviluppo per le politiche di esportazione e tenere in considerazione di rientrare nei processi di internazionalizzazione”. Il Ministro concorda con il senatore: “L’export è un piano importante, la digitalizzazione porterà molte delle nostre pmi ad accedere ai mercati esteri; il rafforzamento delle filiere non deve essere mai fatto a detrimento dell’artigianalità del prodotto made in italy che è la sua forza, l’impresa può scalare ma non perdere la possibilità di produrre beni artigianali in cui il made in è un valore assoluto per le nostre esportazioni”.

A chiusura delle domande interviene il senatore Gianni Pietro Girotto (M5S): “In attesa dei fondi, sollecito l’adozione di una Carbon Tax perché si rischia di avere una concorrenza sleale”. Patuanelli conviene con la proposta del pentastellato: “Sono d’accordo con la Carbon Tax, se il mercato Unico Europeo è un valore forte da mantenere quel mercato deve essere proteggibile dai mercati extra UE”.

Il senatore Girotto conclude chiedendo: “Nel caso specifico delle FER, gli imprenditori da anni ci dicono che il problema non è la sostenibilità del progetto, ma non riescono ad avere i permessi e le regolamentazioni complete, le chiedo di considerare questo e rimaniamo in attesa del FER2”. Il Ministro riconosce l’importanza dell’argomento: “Sul decreto Fer2 stiamo lavorando da un po’, anche se l’emergenza legata al Covid-19 ha inevitabilmente rallentato i lavori: le interlocuzioni in corso sono in ogni caso molto fruttuose. Mancano gli ultimi passaggi, ma siamo molto vicini all’emanazione del decreto nonostante le aste del Fer1 non stiano dando segnali molto positivi”.

Photo Credits: Tuttoggi

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