Politica

Le possibili nuove maggioranze europee

03
Giugno 2024
Di Gianni Pittella

Con l’avvicinarsi delle elezioni europee, il posizionamento dei vari partiti politici si sta a mano a mano assestando. Nel corso delle ultime settimane, fitte di appuntamenti internazionali, la presidente Meloni ha provato a giocare il ruolo del leader globale, apparendo spesso vicina alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. La scommessa su Ursula però si è scontrata con una freddezza non comune dimostrata da leader come Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Donald Tusk, che mirano a mantenere lo status quo dell’attuale maggioranza, caratterizzato dall’esclusione dei partiti di destra dal governo delle istituzioni europee. Per tale motivo, la narrazione di Fratelli d’Italia ha recuperato la propria tradizionale posizione antifederalista, a favore dell’Europa delle nazioni e contro quella del “superstato europeo”. Per quanto riguarda Forza Italia, il partito ha invece assunto una posizione fortemente europeista, attaccando direttamente per bocca del leader Tajani alcuni colleghi della maggioranza (su tutti Claudio Borghi) che hanno fatto dichiarazioni radicalmente antieuropeiste. Il nome dello stesso Tajani è stato avanzato provocatoriamente per la presidenza della Commissione da alcuni esponenti del PPE tedeschi, al fine di mettere in difficoltà la presidente Meloni, costringendola a una difficile scelta interna alla sua coalizione.

La Lega, come si è detto, ha avviato una campagna elettorale fondata sul rifiuto dell’Europa (“più Italia, meno Europa”), confermando il proprio posizionamento come partito più a destra dello spettro politico del nostro paese. A livello europeo, tuttavia, va segnalata la scelta del gruppo “Identità e Democrazia”, di cui la Lega fa parte, di escludere dalle proprie fila il partito di estrema destra tedesco AFD, in un momento tra l’altro in cui in Germania si stanno verificando diversi casi di proteste contro i migranti.

Nel centro e a sinistra la situazione appare più stabile, con la previsione che in Italia il PD regga il colpo e la presenza degli europarlamentari socialisti, per quanto in leggero calo, rimanga stabile. La situazione appare molto più complicata per i Verdi, dati in netto calo, e i liberali, presi dalle difficoltà sia in Francia, che in Germania e Italia, per ragioni diverse. Nonostante i cali numerici, i liberali puntano a restare il perno della coalizione di governo dell’UE, rifiutando di dare sostegno a una qualsiasi coalizione che preveda l’ingresso di forze di estrema destra.

Fino a che le elezioni non si saranno svolte, sarà difficile capire quale maggioranza si formerà e attorno a quali temi. Tuttavia, sembra probabile che uno schema simile a quello attuale si possa replicare, mantenendo la linea pro-europea come collante della coalizione. Questo al netto di eventuali cambiamenti nelle politiche dettate dal mutamento dei rapporti di forza, con la prospettiva dell’indebolimento delle politiche verdi e una maggiore attenzione alla difesa e sicurezza comune.

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