Le elezioni in Abruzzo sembrano aver calmato, momentaneamente, la schizofrenia politica acuita dal rocambolesco alternarsi di emozioni nella doppia tornata elettorale regionale, in Sardegna prima e in Abruzzo poi. Una tornata che ha consegnato al dibattito alcune considerazioni. La prima è che il centrosinistra in questo “laboratorio” regionale sembra aver collaudato la formula del “campo largo”, l’unico strumento per costruire una coalizione in grado di rappresentare un vero e potente antagonista del centrodestra. Il contenitore funziona a livello numerico, ma sui contenuti c’è ancora molto lavoro da fare. La vera sfida della Schlein è proprio questa: trovare un fil rouge che dia a questo grande magma elettorale un’identità politica. Dall’altro lato il centrodestra ha visto cambiare un po’ i suoi equilibri interni. La Lega è in caduta libera e Forza Italia in crescita. Fratelli d’Italia ha consolidato invece la sua posizione di predominio. Cosa è emerso? Che le tendenze centrifughe in questa fase non stanno pagando. E soprattutto che la leadership di Salvini è in corso di esame. E le elezioni europee, da questo punto di vista, saranno un test cruciale.
Nel corso della settimana si è svolta poi la prima riunione ministeriale del percorso di presidenza italiana del G7, a Verona. Il topic era l’industria e infatti a presiedere l’incontro è stato ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Il tema era “growing together” (“crescere insieme”) e tra le aree di discussione proposte dall’Italia c’erano: applicazione dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie emergenti al tessuto industriale; sicurezza e resilienza delle catene di approvvigionamento e delle reti; sviluppo digitale sostenibile e inclusivo a livello globale, con un focus sull’Africa, in linea con il Piano Mattei. Al termine della giornata il ministro Urso ha dichiarato: “Possiamo dirci pienamente soddisfatti di questa prima riunione della presidenza italiana del G7. È servita a rimettere al centro, delle nostre economie e dei nostri Paesi, l’industria e le tecnologie che consentono di crescere sulla strada dello sviluppo”. I lavori proseguiranno poi venerdì a Trento con un focus sui temi del digitale.
Sul fronte estero i riflettori sono puntati sulle elezioni russe del fine settimana, che arrivano a due anni dall’invasione russa dell’Ucraina e a quasi un mese dall’improvvisa morte del dissidente politico Alexei Navalny. L’attuale presidente Vladimir Putin si prepara così ad essere riconfermato per il suo quinto mandato fino al 2030, e potenzialmente fino al 2036, come prevede la Costituzione appositamente emendata quattro anni fa. L’esito delle elezioni appare infatti alquanto scontato, soprattutto vista la misura con cui gli avversari politici di Putin sono stati estromessi dalla corsa elettorale. Formalmente, infatti, ci sono solo altri tre candidati: il leader del Partito liberal-democratico Leonid Sluckij, il deputato del partito comunista Nikalaj Charitonov e il vicepresidente della Duma di Stato Vladislav Davankov. Ad essere escluso a febbraio per presunta irregolarità nella raccolta delle firme richieste per la candidatura, invece, Boris Nadezhdin, politico di opposizione vicino a Navalny. Nessuno di loro ha però in concreto il potere – né probabilmente la volontà – di influenzare realmente l’esito del voto. I critici del Cremlino sottolineano infatti come il ruolo di questi tre politici sia essenzialmente quello di incanalare il malcontento e dare un’apparenza di pluralismo al voto, in un momento in cui l’opposizione è stata decimata dalla repressione e dalla censura militare.
Le elezioni sono accompagnate da un clima di tendenziale ottimismo sotto il profilo finanziario globale, grazie a una notizia che ha fatto molto discutere i mercati negli ultimi giorni: la più popolare delle critpovalute, i Bitcoin, è tornata a battere ogni valutazione della sua serie storica in una nuova corsa che dura ormai da inizio anno. Con questa accelerazione (+70% da inizio anno e +150% dallo scorso settembre) la madre delle criptovalute ha portato il suo valore di mercato a 1.400 miliardi di dollari superando difatti la capitalizzazione dell’argento. Si tratta di una impennata che suscita diverse reazioni tra gli esperti. Alcuni scettici, altri convinti che entro l’anno la criptovaluta toccherà i 150 mila dollari. Quello che è certo è che il mercato in questa fase è estremamente euforico. Quindi il rischio di farsi male, soprattutto se si opera senza una strategia, un ampio orizzonte temporale e una conoscenza dello strumento (sia esso un bond, un’azione o Bitcoin), è sempre dietro l’angolo.