Politica
L’asse Mattarella-Draghi acuisce la crisi dei partiti
Di Mattia Silvestri
Dopo una dura sconfitta i conti si fanno negli spogliatoi. In attesa della prossima partita. I partiti politici italiani hanno dimostrato con la scelta più facile e conservatrice, cioè la rielezione di Mattarella e la permanenza di Draghi a Palazzo Chigi, di non essere in grado di dialogare, di non saper decidere insieme, di non arrivare ad una sintesi efficace. Anche qui su The Watcher Post abbiamo scritto di “sconfitta di tutti”. Ma la memoria della politica è sempre più breve.
La sconfitta è arrivata sonora da solamente un paio di giorni. Siamo ancora negli spogliatoi, in attesa del discorso di insediamento del “confermato” Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che non promette affatto bene, perché giovedì davanti al Parlamento riunito in seduta comune avrà probabilmente il tono del nonno con i nipotini discoli, che ne hanno appena combinata una grossa. “Ora si fa come dico io”, trapela dirà Mattarella. Nel suo stile però, senza alzare i toni e in simbiosi sempre più stretta con l’azione in corso del Presidente del Consiglio, Mario Draghi.
È proprio su questa sempre più stretta collaborazione Mattarella-Draghi che sta cascando l’asino dei partiti. Da destra a sinistra sono tutti alle prese con fibrillazioni interne, che però senza alcun senso stanno canalizzando da entrambe le parti in un pressing sull’azione dell’Esecutivo. Stanno cadendo nella tentazione di tentare di risolvere le proprie incapacità innescando una sorta di lunga campagna elettorale fin da subito, con orizzonte prossime elezioni politiche del prossimo anno. In un gioco alla scaricabarile che potrebbe costare loro molto caro in termini di consenso e rilanciare di fatto il populismo di ogni colore.
Mentre il prossimo episodio già scritto della saga “Non sappiamo decidere insieme” dopo il Mattarella Bis sarà la discussione sulla riforma della legge elettorale, Matteo Salvini ha già parlato di “fare il tagliando al Governo”, così come Enrico Letta ha suggerito di selezionare “temi prioritari”. Ed è tornato anche il tormentone del “rimpasto”: un vecchio brano che alla vigilia di Sanremo ci sta sempre bene.
Intanto sul tavolo del Consiglio dei Ministri di oggi presieduto da Mario Draghi il menù offre: gestione emergenza pandemica, scadenze Pnrr, riforma del Csm, caro energia e crisi trasporti. Il messaggio implicito del Premier ai partiti è chiaro: facciamo i seri.