Politica

La scommessa dei leader 

03
Giugno 2024
Di Daniele Capezzone

Tutti sappiamo che il vero nemico – il più temibile – per i partiti in vista del voto del prossimo weekend è rappresentato dall’astensione. A maggior ragione risulta interessante la scelta – identica nel metodo – che un po’ tutti i leader sembrano avere compiuto fino a questo momento. Ascoltando infatti i principali comizi del weekend appena trascorso, e ovviamente prescindendo dai contenuti (diversissimi per orientamento culturale e linea politica), si esce con una sensazione precisa: gli appelli, per toni e argomenti scelti, sono diretti alle curve, alle tifoserie più accese, ai sostenitori “identitari”. 

Come se quelli fossero ritenuti – magari a ragione, questo non possiamo saperlo – i “bersagli” più agevolmente mobilitabili, e comunque da sollecitare attraverso un richiamo “basic”. 

Rimane tuttavia un dubbio: perché non provare a mobilitare, interessare, stimolare anche altre fasce di elettori? Così come (in economia) pare dimenticato il ceto medio, anche nel ragionamento generale sembra trascurata una fascia (che, si badi, non è necessariamente “moderata”, anzi…) che forse si attenderebbe un messaggio più articolato e strutturato. 

E in fondo il medesimo ragionamento vale anche per gli elettori più fidelizzati: possibile che i leader siano così “pessimisti” sui loro stessi sostenitori da ritenerli galvanizzabili solo (o prevalentemente) attraverso richiami aggressivi e poco elaborati?

Magari sbaglio io, ma ho la sensazione che moltissimi astenuti (reali o potenziali) appartengano ad altre due categorie: per un verso a una fascia che si ritiene totalmente ignorata (“non stanno parlando a me e nemmeno di me: si stanno parlando tra loro”) e per altro verso a una fascia che, stanca di invettive e promesse, vorrebbe una prospettiva, un percorso, sia da parte di chi ha la responsabilità del governo sia da parte di chi avrebbe quella di proporre un’alternativa. Vedremo se l’ultima settimana ci offrirà sorprese positive in tal senso: sperare non è vietato (e nemmeno tassato). 

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