Politica
La lezione di David Sassoli sul progetto europeo, nel giorno del suo ricordo
Di Gianni Pittella
C’è un lascito indelebile che David Sassoli ci ha consegnato e che oggi più che mai rappresenta la guida in uno dei tornanti più impervi della nostra storia. Esso è racchiuso nelle parole pronunciate il 16 dicembre 2021, poche settimane prima della sua morte, dinanzi al Consiglio europeo. Le riporto testualmente: «Ma l’Europa ha anche e soprattutto bisogno di un nuovo progetto di speranza, un progetto che ci accomuni, un progetto che possa incarnare la nostra Unione, i nostri valori e la nostra civiltà, un progetto che sia ovvio per tutti gli europei e che ci permetta di unirci. Penso che questo progetto possa essere costruito intorno a tre assi forti, a un triplice desiderio di Europa che sia unanimemente condiviso da tutti gli europei: quello di un’Europa che innova, di un’Europa che protegge e di un’Europa che sia faro».
Oggi le istituzioni europee già messe a dura prova dalla pandemia, dalla guerra di invasione dell’Ucraina e dalle conseguenti tendenze alla deglobalizzazione, soffrono per uno scandalo che appare un tradimento della politica e dei valori europei.
Ma possiamo seriamente pensare che la strada sia quella del ritorno agli illusori e deleteri nazionalismi, alla interruzione dei processi di comunitarizzazione e di mondializzazione delle decisioni sul cambiamento climatico o sul commercio, sulla lotta alle ineguaglianze, sull’argine al prepotere della finanza sulla democrazia?
Ecco perché il pensiero di David e la integrità morale e la severità della sua vita e del suo europeismo, devono essere il nostro sentiero.
Possono le istituzioni europee uscire più forti da questo ulteriore tunnel buio in cui si trovano?
Io lo spero e ci credo a patto che le proposte di autoriforma che sono state annunciate si realizzino e le grandi famiglie della democrazia europea trovino lo smalto e l’ingegno per un nuovo inizio.
Se il progetto di rassemblement a cui lavorano popolari e conservatori porterà ad una compagine che emargini sovranisti e nazionalisti, è un progetto a cui guardare con interesse.
Se dall’altra parte si attiverà una altrettanto coraggiosa iniziativa politica di convergenza tra socialisti, cattolici progressisti, liberali e verdi saremmo di fronte ad una geografia inedita e promettente in vista delle elezioni del 2024.
E da questi due grandi raggruppamenti può rinascere quel sentimento pro europeo, sia pure condito con politiche di merito diverse, che è la promessa perché la strada indicata da David Sassoli sia concretamente e coerentemente praticata.