Politica

L’Electoral College certifica la vittoria di Biden

15
Dicembre 2020
Di Andrea Maccagno

Nessuna sorpresa. L’Electoral College ha ufficialmente eletto Biden come 46esimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Il risultato? 306 a 232 a favore dei democratici. Meglio di quattro anni fa, visto che questa volta non c’è stato nessun “faithless elector” che ha votato in maniera difforme da quanto prestabilito. I grandi elettori Dem hanno infatti optato all’unanimità per Biden, confermando quanto le proiezioni della notte elettorale avevano già certificato.

A nulla sono valse settimane di campagna denigratoria di Trump verso Joe. A nulla i ricorsi presentati in più Stati. L’Electoral College si è espresso e ha ratificato quanto già scelto dagli americani: Biden succede a Trump.

I risultati, è bene ricordarlo, sono stati schiaccianti. 306 grandi elettori, dunque ampiamente superata l’asticella dei 270. Vittorie in stati come Arizona e Georgia, storicamente repubblicani. Infine, vittoria nella Rust Belt, con il recupero di Wisconsin, Michigan e Pennsylvania rispetto al 2016.

La portata storica la si evince anche da altri fattori. Anzitutto erano 28 anni che uno sfidante non vinceva contro l’incumbent. Con Kamala Harris, poi, abbiamo la prima donna a raggiungere la Vicepresidenza degli Stati Uniti. Il suo discorso iniziale è già entrato nei libri di storia, soprattutto attraverso una frase iconica e ricca di speranza: “Sebbene io sia la prima donna a ricoprire questo incarico, non sarò l’ultima”.

Ma un dato più di altri sarà difficilmente battibile nei prossimi anni: oltre 81 milioni di americani hanno votato per Biden. Nessun presidente aveva raggiunto cifre simili, con uno scarto da Trump di 7 milioni di voti. Un record anche quest’ultimo, a dire il vero, dal momento che Trump ha ottenuto più consensi del suo stesso risultato del 2016 e delle vittorie di Obama. Un’elezione con l’affluenza più alta di sempre, che ha mostrato quanto gli americani ritenessero cruciale questo passaggio storico.

Tra i votanti all’Electoral College, poi, anche una d’eccezione: Hillary Clinton, che ha mostrato tutto il suo orgoglio nel votare Biden per lo stato di New Tork. Clinton, che nel 2016 ottenne più voti di Trump ma perse per il sistema elettorale vigente in America, è tornata su una questione che prima o poi probabilmente dovrà essere affrontata: l’abolizione dell’Electoral College in favore di una vera elezione diretta del Presidente, la cui vittoria è determinata esclusivamente dal voto popolare.

Basti pensare, infatti, che nelle ultime nove elezioni (dal 1988 al 2020) i democratici hanno ottenuto 5 volte contro 4 la Presidenza, ma hanno vinto 7 volte contro 2 il voto popolare. L’ultima elezione in cui un Repubblicano ha vinto contestualmente voto popolare ed Electoral College è stato il 2004 con Bush figlio; prima ancora nel 1988 con il padre.

I cambiamenti demografici sembrano inoltre ulteriormente accelerare questo processo di scollamento nella rappresentanza legale e un’innovazione nell’assetto costituzionale sembra ormai non procrastinabile, soprattutto agli occhi di noi europei abituati ad altri sistemi. È altresì evidente, però, che modificare un sistema che regola l’elezione presidenziale dal 1788 non sia cosa né semplice né immediata.

Tornando a ieri notte, così Biden ha aperto il suo discorso successivo all’ufficialità dell’elezione: “In questa battaglia per l’anima dell’America, la democrazia ha prevalso”. Persino Putin ha dovuto riconoscere la sua vittoria, congratulandosi con lui. Per Trump, che ancora parla di brogli, la strada è segnata: si apre per lui l’ultimo mese di Casa Bianca, in attesa del giuramento del ticket Biden-Harris previsto per il prossimo 20 gennaio. L’America è pronta a tingersi di blu.

Photo Credits: Cnbc.com

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