Politica

L’ambasciatore NATO Talò in audizione: “America is back elemento di forza per tutti”

14
Maggio 2021
Di Flavia Iannilli

“America is back” sarà il leitmotiv del prossimo vertice NATO a Bruxelles, tra un mese esatto. Sarà il primo meeting europeo per il Presidente Biden. Focus dell’incontro il rilanciato rapporto transatlantico sottolineato dall’Ambasciatore Francesco Maria Talò, Rappresentante permanente d’Italia presso la NATO, come “un elemento di forza per tutti”.

Tra gli obiettivi del prossimo vertice del 14 giugno quello di dare risposta con i fatti alla provocazione dell’autunno del 2019 del Presidente francese Macron, che aveva parlato di “morte cerebrale della Nato”. Parole dalle quali è scaturito un ampio dibattito internazionale che ha portato al Piano NATO 2030.

Al centro del progetto la conferma della necessità di investire di più nella difesa. Nel piano sono proposti tre obiettivi per altrettante ‘C’: Cash, Capabilities e Contributions. Il primo punto è il famoso 2% del Pil per le spese della Difesa. Il secondo è relativo agli investimenti e alla loro qualità di impiego, mentre il terzo riguarda il contributo alle missioni in termini di risorse umane, e su questo l’Italia è seconda solo agli USA come contributrice di truppe alle operazioni NATO.

A NATO 2030 si affianca il NATO Defence Planning Processes, che indica la direzione degli impegni e delle spese di cui fanno parte le tecnologie emergenti. Talò, audito in commissione Difesa della Camera, spiega: “Dobbiamo fare in modo che l’Occidente mantenga un vantaggio tecnologico per dominare nei nuovi settori della tecnologia. Un tema che interessa molto l’Italia, il nostro futuro dipende dal far parte del gruppo di punta che porta la NATO a mantenere un vantaggio che non è più scontato con riferimento soprattutto alla novità Cina”.  

Considerata l’ambizione tecnologica della Cina, c’è dunque necessità di investire in questo settore, non soltanto in ambito militare. In una visione programmatica basata sulle tecnologie emergenti Talò cita 7 settori: i Big Data, l’intelligenza artificiale, l’autonomia, lo spazio, la missilistica ipersonica, le tecnologie quantistiche e le biotecnologie con capacità di rafforzamento umano.

Interviene l’On. Occhionero (IV): “C’è bisogno di un sistema robusto di cyber defence, nel quadro geopolitico attuale pare non sufficiente, l’attività cyber offensiva nella Nato a che punto è? A livello giuridico l’attacco cyber è un attacco fisico o deve essere considerato altro?” a richiedere aggiornamenti sul tema si aggiunge anche l’On. Frusone (M5S). Talò specifica: “Abbiamo strumenti normativi importanti, già discussi in sede NATO. Sulla cybersicurezza in particolare c’è stato un grande progresso, ogni Paese ha migliorato le proprie capacità. Intanto bisogna proteggersi, per poi essere in grado di affrontare le minacce esterne. C’è poi il tema dell’intelligenza artificiale che richiede investimenti enormi e una capacità di compensare con ricerca e sviluppo. Lo strumento cibernetico come strumento di attacco è paragonabile agli altri perché può determinare una minaccia e suscitare una reazione da parte degli alleati che non è sempre detto sia simmetrica”.

Tutti fattori che hanno bisogno della massima collaborazione NATO-UE, tenendo in considerazione il fatto che 21 Paesi fanno parte di entrambe. Nella NATO l’80% delle spese per la difesa viene versato da Paesi che non fanno parte dell’Unione europea, a cominciare da Stati Uniti e Regno Unito.

Ma qual è il ruolo dell’Italia? Talò sottolinea: “Siamo il quinto Paese come contributore al bilancio NATO, siamo protagonisti e vogliamo esserlo anche nell’interesse nazionale e con il coinvolgimento delle nostre industrie. Abbiamo un importante appuntamento con l’Italia protagonista: il NATO Industry Forum che si terrà a Roma il 17 e 18 novembre, un’occasione interessante”.

Ultimo punto toccato da Talò la correlazione tra difesa ed il cambiamento climatico. Il settore difesa ha un impatto notevole sull’ambiente, ed è una questione che tocca da vicino la NATO, sensibile al fatto che il cambiamento climatico sia una minaccia per la sicurezza e un moltiplicatore di conflitti. 

L’On. Perego Di Cremnago (FI) interviene: “Qual è il contributo del nostro Paese visto il doppio binario ‘America is back’, ma con disimpegno nell’area mediorientale che creerà infiltrazioni cinesi e aumenterà la presenza turca. Questo riposizionarsi in maniera inferiore rispetto al Medio Oriente comporta maggiori investimenti in quel continente che è importante per i nostri interessi? Lei crede che nella sua agenda, la Nato, abbia interesse specifico nel continente africano?” Talò risponde: “Il rapporto con l’Afghanistan cambia ma non si esaurisce, ci vuole continuità. Dall’altra parte si affiancano nuovi scenari, in realtà già consolidati. L’Africa è tra questi perché è vicina e importante, oltre ad essere molto collegata alla sfida climatica. La NATO è presente nel Mediterraneo, ha dei rapporti con i Paesi del Nord Africa e noi teniamo molto a coltivare e rafforzare questo dialogo con Paesi che affrontano sfide come il terrorismo. Siamo fortemente impegnati in Medio Oriente e Nord Africa, e se si parla di Libia un ruolo importante lo riveste l’UE”.

Dalla Libia alla Turchia il gancio lo offre l’On. Russo (Misto) facendo riferimento a episodi di attriti tra Stati membri Nato e Talò specifica: “Ci sono difficoltà che si ripercuotono sul rapporto NATO-UE. L’ideale sarebbe che la missione Irini potesse dialogare bene con la Nato, non è una novità che esistano difficoltà tra Paesi alleati, ma è importante ricordare che gli Stati membri NATO condividono interessi e valori, cosa che aiuta a rendere le situazioni meno conflittuali”.

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