Politica

Italiani prudenti. Tranne Renzi

07
Aprile 2023
Di Marco Cossu

Quel geniaccio di Leo Longanesi diceva che in Italia tutti sono estremisti per prudenza, frase mai più attuale se ripetuta nell’era della polarizzazione della politica (e di qualsiasi altra cosa sia polarizzabile).

Due i grandi fatti che potrebbero fare assurgere questa stagione a età della prudenza: la vittoria delle politiche da destra (mai così da destra) di Giorgia Meloni e l’assunzione di Elly Schlein ai vertici del PD (mai così disruptive).

Poli inconciliabili ed opposti, quindi estremi, fosse anche  – perdonate l’osservazione di superficie – per il sesso del leader e della leader, vissuto come un’esperienza radicale in una nazione considerata generalmente appannaggio dei maschi, al punto di declinare la carica ricoperta al maschile, perché proprio della carica, o al femminile, perché è femmina chi la ricopre.

Quindi dibattere anche su questo, dividersi, farne battaglia politica a tutti i costi, come se si parlasse di angeli e i turchi stessero per espugnare Costantinopoli (ndr il gap c’è ma non colmiamo con i fatti). Nel mentre, anzi da un pò, da altre parti la Thatcher è morta, la regina pure, la Merkel si è dimessa etc, etc.

Prudenti poi sono anche gli elettori che dal 2018 vanno alle urne spinti da un’estrema indignazione calcando prima sul giallo poi sul verde. Ed estremisti lo siamo nella progettazione dei ponti lungo, lunghissimo quello dello Stretto come quelli giapponesi, nella sfiducia in un territorio sismico e nel perché verrà fatto male «siamo in Italia», nei fuoriprogramma a Sanremo, nell’avversione per la ricetta del NYT della carbonara.

Tutti prudenti, tranne Renzi. Fosse stato Re sarebbe passato alla storia come il Re Imprudente. Fresco fresco direttore de Il Riformista rievoca in conferenza stampa la parola di memoria berlusconiana schifata per prudenza da tutti: “m-o-d-e-r-a-t-i”. Da tutti, tranne che da Renzi.

Quando tutti gridano sulle piattaforme digitali e non spendono un centesimo sulla carta stampata, lui si prende un giornale per parlare di riforme a chi di essere estremista invocando rivoluzioni potrebbe stancarsi. Un azzardo come tutte le sue scommesse, dettate dall’imprudenza. La sua scommessa, come sempre, è il fiuto per il fallimento altrui, perché alla fine in politica “non si sa mai”.

Se Longanesi aveva ragione e potremmo tatuarci la sua frase senza stancarci mai, è anche vero che l’Italia alla fine la si governa dal centro. Quasi sempre nella più totale imprudenza.          

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