Politica
Intervista a Di Stefano: “Frutti dal Patto per l’Export e ottimismo su riunificazione Libia”
Di Alessandro Cozza
The Watcher Post continua con le sue interviste esclusive. Oggi è la volta del Sottosegretario per gli Affari Esteri Manlio Di Stefano. Temi affrontati: “Patto per l’Export”, Made in Italy, ruolo dell’Italia nel Mediterraneo, cybersecurity e Recovery Plan.
Sottosegretario Di Stefano, in questo momento di grande difficoltà economica che tutto il Continente sta attraversando, diventa sempre più importante studiare delle strategie commerciali che aiutino il nostro sistema produttivo. Il Governo ha presentato pochi mesi fa il “Patto per l’Export”. Sta dando i suoi frutti? Quali?
Il Patto per l’Export, combinato con la combattività dei nostri imprenditori e l’eccellenza dei nostri prodotti, sta dando frutti importanti in questo periodo di crisi sanitaria ed economica. Le esportazioni italiane di settembre-novembre 2020, in piena pandemia, hanno superato quelle di settembre-novembre 2019. Mi pare che questo dato parli da sé, senza necessità di ulteriori argomentazioni.
Le ingenti risorse del Recovery Fund verranno investite anche per aumentare le infrastrutture e i servizi di digitalizzazione del nostro Paese. La tecnologia e la semplificazione amministrativa sono paradigmi importanti per lo sviluppo del mercato. Come sfruttare questi asset in chiave export del made in Italy?
Semplificazione e digitalizzazione sono i due principi ispiratori alla base del nostro lavoro, sin da subito improntato a semplificare la macchina e i processi al fine di ottenere risultati concreti per il nostro export. Ciò, ad esempio, è avvenuto con lo spostamento delle competenze in materia di commercio estero e promozione del Made in Italy dal Ministero dello Sviluppo economico alla Farnesina, che oggi garantisce alle nostre aziende la possibilità di trovare in noi il riferimento unico per le loro esigenze di espansione all’estero, sfruttando la capillarità e l’interoperabilità della Rete diplomatico-consolare e degli uffici ICE e SACE-Simest all’estero. Per raggiungere e informare l’imprenditore, inoltre, abbiamo realizzato il sito web www.export.gov.it, che riunisce tutti gli strumenti istituzionali messi a disposizione dell’azienda vogliosa di rivolgersi ai mercati esteri. Il portale, che a breve vedrà una terza release dotata di strumenti aggiornati come chat-bot e intelligenza artificiale, desidera venire incontro alle esigenze dei singoli imprenditori offrendo loro un servizio customizzato.
A proposito di “Made in Italy”. È indubbio che le nostre aziende abbiano risentito degli effetti economici legati alla pandemia. Come sostenere il Made in Italy nei prossimi mesi? Pensa sarebbe opportuna una proroga del blocco dei licenziamenti in Italia?
Per quanto mi riguarda, legherei il blocco dei licenziamenti al termine dello stato di emergenza. Quanto al sostegno al Made in Italy nei prossimi mesi, invece, abbiamo le idee molto chiare: la via è ampliare e potenziare gradualmente il Patto per l’Export, e in particolare il sostegno finanziario e le attività formative e informative per i nostri esportatori. Stiamo lavorando alacremente affinché questo avvenga in tempi brevi.
Il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo è sicuramente un tema delicato per il Governo. Dicembre è stato il mese dei rapporti ravvicinati con la Libia sia per i fatti di cronaca legati ai pescatori di Mazara del Vallo tenuti “in ostaggio”, sia per il lavoro della commissione tecnico-economica congiunta italo-libica. A che punto è la crisi libica e qual è la strategia del Governo italiano nell’area?
Sono ottimista per l’evoluzione della situazione in Libia, i segnali sono incoraggianti e contiamo che, anche grazie alle nuove elezioni attualmente programmate per il dicembre 2021, si possa davvero raggiungere la definitiva riunificazione politico-economica del paese. Come Italia auspichiamo questa ricomposizione da tempo e siamo lieti di constatare che, a differenza delle azioni di tanti che in questi anni hanno creato divisioni e caos, i nostri sforzi per la stabilizzazione stiano dando frutti tangibili. Tra questi frutti vanno senz’altro annoverati i risultati economici formalizzati nel dicembre scorso in occasione della prima riunione della Commissione Economica Congiunta Italo-Libica (CECIL), i cui seguiti andranno gestiti con cura nei prossimi mesi insieme agli amici libici.
La Farnesina guarda alla cybersecurity come grande opportunità per il sistema Paese, incentrata sulla valorizzazione e sostegno della capacità del sistema imprenditoriale italiano di competere a livello globale, in un contesto di forte crescita. Come l’Italia sta collaborando a livello internazionale sulla cybersecurity e su quali progetti specifici puntiamo?
Il comparto digitale è centrale nella nostra azione di governo e, per quanto mi riguarda, di diplomazia. Parlando di temi concreti e specifici legati alla cybersecurity, posso da un lato citare le importanti attività promozionali con cui presentiamo a tutto il mondo le eccellenze italiane tramite la nostra rete diplomatica, e dall’altro lo sforzo affinché il Toolbox UE sul 5G e le iniziative regolamentari ad esso collegato – che attualmente hanno carattere di raccomandazione – divengano vincolanti per tutti i paesi dell’Unione e forieri, quindi, di affermarsi come nuovi standard tecnologici a livello internazionale.
Veniamo ai rapporti Italia-USA. Quali saranno le priorità che il Governo italiano porterà avanti dal punto di vista degli scambi commerciali con l’Amministrazione Biden?
Vedremo presto quale sarà il posizionamento dell’amministrazione Biden sui rapporti commerciali con l’Europa. Per quanto ci riguarda saremmo contrari a una riproposizione del TTIP, ma ciò non esclude che si possano cercare (e trovare) convergenze su determinate tematiche come – tra le altre – la protezione degli investimenti, la tutela della proprietà intellettuale e delle indicazioni geografiche, gli standard di prodotto, la gestione agli appalti, l’accesso al mercato di beni e servizi.
L’Italia è Presidente G20 di turno da quasi due mesi. Su quali priorità strategiche si sta concentrando la presidenza italiana e quanto il G20 sta incidendo nella risposta globale all’emergenza economico-sociale causata dalla pandemia?
PPP: persone, pianeta, prosperità. Queste sono le parole d’ordine del nostro G20 2021, per il quale attualmente sono in corso le necessarie attività preparatorie volte all’organizzazione degli eventi e summit previsti per la seconda parte dell’anno. Come presidenti di turno, le nostre priorità riguarderanno, tra le altre cose, la necessità imporre alla comunità globale temi e visioni come la corretta gestione del binomio ambiente-energia, la garanzia di accesso generalizzato a servizi sanitari moderni e di qualità, l’importanza di una digitalizzazione rapida e diffusa ma anche immune da tendenze di tipo “autoritario”. Queste ovviamente sono solo parti di un tutto molto più ampio e complesso, e che date le circostanze non potrà che ricomprendere anche il tema (purtroppo) dominante in questi mesi: la pandemia e la lotta contro di essa.