Politica

Intelligenza Artificiale: nuove regole per le sfide di domani

07
Marzo 2024
Di Ilaria Donatio

«Il Lazio è la regione con il più alto livello di esposizione di lavoratori rispetto all’impatto dell’intelligenza artificiale proprio in virtù delle maggiori competenze medio alte presenti sul nostro territorio. Perché, contrariamente all’immaginario collettivo, è più facile che l’IA, attraverso un algoritmo, sostituisca, ad esempio, competenze volte alla creazione di calcoli complessi piuttosto che un fattorino addetto alle consegne a domicilio». A parlare – nell’intervento di apertura del Convegno “Intelligenza Artificiale: nuove sfide e opportunità” – la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia – componente della IX Commissione Lavoro alla Pisana – depositaria della proposta di legge regionale sull’IA

«Cercare di arginare l’Intelligenza artificiale con un atteggiamento autoconservativo sarebbe antistorico e poco strategico», prosegue Mattia, «navighiamo in un mare aperto in cui dobbiamo essere noi decisori politici a tracciare la rotta per governare il timone di questa rivoluzione e sfruttarne il potenziale avendo come orizzonte un “Umanesimo del Terzo Millennio”». 

Obiettivo della proposta di legge regionale: tutelare i posti di lavoro
La politica dovrebbe, dunque, indirizzare l’impianto del diritto del lavoro per non sacrificare i diritti sull’altare della tecnologia. L’obiettivo della proposta di legge depositata nei mesi scorsi in Consiglio regionale, aperta a ulteriori arricchimenti, sottolinea la consigliera regionale, sarà «tutelare i posti di lavoro con il sostegno alla formazione di chi opera in quei settori più esposti all’obsolescenza delle competenze derivante dall’IA». 

Due le linee d’intervento: acquisizione di nuove competenze, per rendere più resilienti mansioni specifiche del settore, o, laddove non fosse possibile, ricollocamento. Tra le altre azioni previste, un “Piano triennale di conciliazione tra risorse umane e Intelligenza Artificiale”, che individui i settori produttivi maggiormente interessati, classificandoli in alto, medio e basso rischio; stimi il numero di lavoratori coinvolti e analizzi le nuove figure professionali legate all’IA. Insomma una prima mappatura per intervenire in maniera mirata: «L’auspicio è che sia calendarizzata e discussa al più presto in Consiglio regionale», conclude Mattia.

Ascani, Parlamento italiano di vetro
Presente al convegno – che si è svolto ieri sera a Roma, a Palazzo Valentini, con il patrocinio di Città Metropolitana di Roma – anche la vicepresidente della Camera Anna Ascani (Pd) che presiede il Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera, autore del rapporto sull’intelligenza artificiale di recente presentato a Montecitorio. 

Il Rapporto è il frutto del lavoro del Comitato che ha condotto un’indagine conoscitiva sull’IA – effettuata attraverso l’audizione di esperti e una missione negli Usa per incontrare gli operatori di mercato – e sul suo possibile impiego a servizio del lavoro parlamentare. 

«C’è un tema fondamentale che è l’accountability del Parlamento italiano che grazie a queste tecnologie diventa trasparente per il cittadino che voglia conoscere l’attività di questo o quel deputato», dice Ascani

Il Comitato ha anche lanciato una manifestazione di interesse per raccogliere proposte per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa per la Camera: sono invitati a partecipare studiosi impegnati in corsi post universitari, ricercatori, centri di competenze universitari ed enti di ricerca che possono inviare le proprie proposte entro il 31 maggio prossimo.

Intelligenza artificiale deve essere copilota di quella umana
«Né apocalittici né integrati», sottolinea Ascani definendo l’approccio più consapevole al mondo dell’Intelligenza Artificiale: un tema quello dell’IA, «ancora troppo spesso ridotto a prese di posizione pregiudiziali».  Quello italiano è – ha sottolineato Ascani – «il primo Parlamento in Europa ad avere avviato questo lavoro di indagine conoscitiva e siamo i primi – ha detto – ad avviare una sperimentazione specifica all’interno dell’istituzione parlamentare. L’intenzione che abbiamo» – ha aggiunto – «è aprirci alla comunità degli studiosi e dei ricercatori per individuare insieme a loro la soluzione tecnologica migliore». 

Certo, argomenta la vicepresidente della Camera, l’intelligenza artificiale generativa andrebbe intesa come una sorta di «copilota e a supporto dell’intelligenza umana e non sostitutiva di quest’ultima». Perché questo accada, serve una governance contro «i rischi della disinformazione che corre la nostra democrazia, alla vigilia di due elezioni, in Ue e in Usa».

Ma non solo regole. Ascani sottolinea come ci sia – in Europa – una carenza di investimenti sulle nuove tecnologie, quasi tutti privati e americani: «Non possiamo però limitarci a scrivere le regole perché dobbiamo anche investire» nel Vecchio Continente. E l’unico approccio possibile resta quello che contempla l’uomo al centro e le tecnologie intelligenti al suo servizio.

Una maggiore esposizione di alcuni settori rispetto ad altri, «non implica maggiore sostituzione di risorse umane. Non solo: è stato registrato un +1,5% di produttività nel lavoro, dove l’IA è stata sfruttata positiviamente. E le regioni più interessate a questa relazione positiva sono Lazio e Lombardia», ha spiegato a conclusione dei lavori, nel proprio intervento, Francesco Crespi, Direttore Ricerche del Centro Economia Digitale.

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