Politica

Il ricordo di Matteotti a cent’anni dal discorso alla Camera

30
Maggio 2024
Di Ilaria Donatio

“Ha chiesto di parlare l’onorevole Matteotti. Ne ha facoltà”. Era il pomeriggio del 30 maggio di cento anni fa quando Giacomo Matteotti prese la parola per l’ultima volta dagli scranni della Camera per pronunciare quello che è ricordato come “il discorso della morte”.

Con un coraggio incredibile, infatti, Matteotti denunciò gli abusi e le violenze con cui il fascismo aveva vinto le elezioni politiche del 6 aprile 1924, tenutesi con la famigerata Legge Acerbo.
Al termine dell’intervento, con una frase tristemente premonitrice e destinata a rimanere scolpita nella memoria collettiva, il deputato socialista disse ai suoi compagni: “Ora preparate la mia orazione funebre”. 

Esattamente dieci giorni dopo Matteotti fu assalito da cinque sicari che lo caricarono a forza su una macchina e lì venne sopraffatto e ucciso. Il corpo martoriato fu gettato in una fossa malamente ricoperta a Riano, vicino a Roma. I resti sarebbero stati ritrovati solo due mesi dopo, il 16 agosto. Quest’anno sono cento anni. Cento anni dall’omicidio per mano fascista di Giacomo Matteotti.

La cerimonia a Montecitorio
Si è svolta stamane con l’esecuzione dell’inno di Mameli e l’inno alla gioia la cerimonia commemorativa nel centenario dell’ultimo discorso di Giacomo Matteotti, alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella. 

Alla cerimonia alla Camera, hanno partecipato i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, gli ex presidenti Gianfranco Fini e Luciano Violante, l’ex premier Mario Monti. Tra gli altri, i ministri Carlo Nordio, Andrea Abodi e la segretaria del Pd, Elly Schlein.

In Transatlantico è allestita una mostra che raccoglie una sintesi dell’attività del deputato attraverso i documenti dell’archivio storico e della Biblioteca della Camera, i resoconti parlamentari e una selezione dello scambio epistolare con la moglie Velia Titta. 
Nel pubblico, oltre 300 studenti: alcuni in fascia tricolore, al termine saranno premiati i giovani vincitori del concorso “Matteotti per le scuole”. In conclusione, l’attore Alessandro Preziosi, dallo scranno da cui il deputato Matteotti svolse il proprio intervento il 30 maggio 1924, rileggerà un estratto del testo.

Fontana: Matteotti, uno dei padri della democrazia
“La Camera onora Giacomo Matteotti, uno dei padri della democrazia, vittima dello squadrismo fascista. Sullo scranno da cui 100 anni fa” pronunciò il suo ultimo discorso, “è stata messa una targa. A perenne ricordo del suo sacrificio questo scranno non sarà più occupato”. Lo ha detto il presidente della Camera Lorenzo Fontana. “La sua morte non è stata vana”, ha poi aggiunto, “egli resta uno straordinario esempio di rigore morale e impegno civile dei nostri giovani. Possa la nostra democrazia crescere e svilupparsi sempre di più” nella sua memoria. E ha concluso: “Opponendosi a ogni forma di prevaricazione e di violenza politica, rivendicava quelle prerogative del Parlamento che considerava la più alta espressione della democrazia moderna. Già in precedenti interventi aveva contestato ai fascisti irregolarità procedurali e spregio delle regole”.

Meloni: ucciso dallo squadrismo fascista 
“Oggi siamo qui a commemorare un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee. Onorare il suo ricordo è fondamentale per ricordarci ogni giorno a distanza di 100 anni da quel discorso il valore della libertà di parola e di pensiero contro chi vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no”. Lo ha dichiarato la premier Giorgia Meloni. “La lezione di Matteotti, – ha aggiunto – oggi più che mai, ci ricorda che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto, sulla libertà, non sulla violenza”.

Violante: democrazie che non decidono aprono a autoritarismi
Ciascuna dittatura è diversa dalla altre ma tutte hanno un punto in comune, non tollerano i Parlamenti“. Lo ha detto l’ex presidente della Camera Luciano Violante nell’Aula della Camera durante l’intervento sull'”impegno parlamentare di Giacomo Matteotti: il valore della libertà nella rappresentanza parlamentare“. “Dopo le violenze della campagna elettorale del 1924 Matteotti comprese che il Parlamento”, con il “fascismo”, era “destinato ad un progressivo svuotamento” ma che comunque era “l’unica tribuna da cui le opposizione potevano parlare”. “La sua tragica storia ci insegna che le democrazie incapaci di decidere aprono le porte all’autoritarismo”, ha concluso Violante. 

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