Politica

Riforma del Codice degli appalti: il punto di aziende e professionisti

26
Settembre 2024
Di Cesare Giraldi

Tutele giuslavoristiche, equo compenso, revisione prezzi, subappalto, progettazione e requisiti per partecipare alle gare. Sono questi i temi che sono stati posti con maggiore insistenza all’attenzione del Ministero delle infrastrutture, all’esito della consultazione pubblica avviata nei mesi scorsi dal Mit e che dovrebbe portare entro ottobre ad una prima bozza di decreto correttivo del codice appalti (dlgs n. 36/2023). Questo è quanto emerso ieri pomeriggio nella riunione convocata dal vicepremier e ministro Matteo Salvini sugli esiti della consultazione sul Codice dei contratti pubblici che ha chiuso di fatto la fase di confronto con gli stakeholder.

Il ministro ha chiarito come lo schema di decreto sarà portato all’esame preliminare del Consiglio dei ministri nelle prossime settimane. Inoltre, dovrà poi essere sottoposto al parere dal Consiglio di Stato, della Conferenza unificata e delle Camere. In particolare Salvini ha fatto presente come “è volontà del ministero portare entro un mese all’approvazione preliminare del Consiglio dei Ministri una bozza di decreto legislativo che corregga e integri l’attuale codice dei contratti pubblici, così da rispettare la scadenza del 31 dicembre 2024 per l’approvazione”.

“Auspichiamo vivamente l’approvazione tempestiva del Correttivo” ha dichiarato Tiziana Carpinello, presidente di UnionSOA, l’Associazione Nazionale degli Organismi di Attestazione, a margine del Tavolo.  “Questo regolamento sarà fondamentale per aumentare la trasparenza, semplificare le procedure burocratiche e migliorare l’affidabilità nell’assegnazione degli appalti pubblici, arrivando ad omogeneizzare tutto il comparto”. Inoltre, ha sottolineato, la vicinanza al presidente dell’ANAC Busia – cosa non scontata – sostenendo la necessità di attenzionare i temi della trasparenza, della digitalizzazione e della qualificazione.

Per quanto riguarda, invece, il tema dell’Equo Compenso il presidente di Fondazione Inarcassa, Andrea De Maio, si è detto soddisfatto dell’attenzione dedicata al tema. “Vogliamo ribadire come non si tratti di un costo per la Pubblica Amministrazione, ma di un investimento fatto per il mantenimento di un’adeguata qualità progettuale, riducendo il rischio che i costi aumentino per varianti e contenziosi” ha spiegato. Utile se non necessario per Fondazione Inarcassa trattare il tema, su cui, come ha ricordato De Maio: “molto deve essere ancora fatto per tutelare quegli stessi principi che la politica poco più di un anno fa ha ritenuto meritevoli di interesse con la Legge 49/23”.

Al Tavolo tra gli altri anche Roberto Rossi il presidente di ASSISTAL – l’Associazione di Confindustria che riunisce e raggruppa i Costruttori di Impianti e dei Servizi di Efficienza Energetica- ESCo e Facility Management. Il quale ha ribadito durante il suo intervento la necessità di applicare correttamente il CCNL seguendo il criterio della stretta connessione tra l’oggetto dell’appalto e la tipologia contrattuale. “Perché spesso i differenti CCNL non sono comparabili, soprattutto sotto il profilo normativo”. A cui ha aggiunto una postilla sulla necessità di intervenire sulla disciplina che regola le Associazioni Temporanee di Imprese (ATI). “Questo Governo ha mostrato molto sensibilità verso le PMI, motivo per cui dovrebbe insistere nel tutelarle riproporzionando l’istituto della responsabilità solidale nelle ATI”.

Per concludere, nel merito degli esiti della consultazione Elena Griglio, Capo ufficio legislativo, ha illustrato i temi principali sui quali si concentrerà lo schema di decreto correttivo, mettendo in risalto come siano giunte 630 proposte da 74 soggetti, pubblici e privati, e che la risposta è stata di oltre il 78% dei soggetti invitati alla consultazione. Il dirigente del Ministero ha spiegato che le proposte che stanno per essere stese nello schema di decreto, pronto probabilmente entro ottobre, rispondono all’esigenza di guardare al di là delle norme e capire a fondo i problemi sul campo così da intervenire chiarendo e integrando il decreto legislativo 36/2023.