Gli eventi in Medio Oriente ci ricordano la posta in gioco, che è e rimane alta e tragica, mentre dalle nostre parti, in Europa, o si giochicchia o ci si distrae parlando d’altro, purtroppo.
Eppure la partita è la stessa, disputata ad elevato rischio su due diversi campi. Là, è costantemente in causa l’esistenza stessa di Israele, garantita solo dal superscudo “Iron Dome”: strumento difensivo che troppi osservatori danno per scontato, dimenticando cosa sarebbe già accaduto senza questa protezione.
Qua, come ci ricordano tragicamente gli attentati del weekend scorso in Francia e Germania, il terrore islamico sceglie la strada degli attentati per versare sangue e generare panico.
Ma la matrice è la stessa, così come è il medesimo l’odio contro gli “infedeli”, ebrei e cristiani.
Non ci si faccia distrarre dalle micro-ostilità di politica interna, o dai pregiudizi di settori politici occidentali verso la figura di Benjamin Netanyahu. Il punto è capire la sfida che il fondamentalismo islamista ha lanciato da molti anni: distrarsi è vietato. Anzi: è suicida.