Politica

Il G7 della Meloni. In attesa del Papa

14
Giugno 2024
Di Alessandro Caruso

Il G7 non poteva capitare in un momento migliore per Giorgia Meloni. Il primo ministro italiano è l’unica tra i suoi colleghi a godere di un momento di grande consenso, forte di un risultato elettorale alle Europee che ha premiato fondamentalmente la sua azione di governo (o per lo meno che non l’ha bocciata) e di un buon sentiment a livello internazionale, con buona pace di Macron. Lo ha sottolineato anche il The Wall Street Journal, definendo “dwarfs” (nani, ndr) i sei leader al cospetto della padrona di casa, la “più popolare tra i leader delle democrazie occidentali”.

Il suo G7 in quel di Puglia si sta già assegnando dei primati: quello dell’accordo che segna una svolta nel conflitto ucraino e la presenza del Papa (mai successo che un Pontefice sedesse a un G7), prevista nella giornata di venerdì.

Il primo punto ha un risvolto storico, perché è il segnale definitivo che l’Occidente ha fatto una scelta di campo: investire nella guerra contro la Russia e non nella pace. O, più precisamente, che ha scelto di arrivare alla pace puntando sulla forza e sull’indebolimento del nemico. In questo senso potrebbe sembrare una contraddizione la presenza del Papa, che da tempo fa appello alla pace. Oppure l’esatto contrario, vale a dire che il Vaticano ha compiuto una scelta di campo, quella di adottare una linea più ferma e decisa in politica estera. E non è da escludere che il contraltare sia un ascolto da parte dei grandi su un tema che alla Chiesa sta veramente a cuore: quello dell’intelligenaz artificiale, un focus che se non affrontato bene potrebbe rischiare di diffondere velocemente un approccio relativista, spauracchio storico della Santa Sede.

La giornata di venerdì è importante proprio per capire le risposte a questi quesiti e capire, quindi, la postura politica e geopolitica del Vaticano, grande tra i grandi.

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