Politica
Il discorso di fine anno di Mattarella (integrale). L’ultimo atto da Capo dello Stato
Di Redazione
Quello di ieri è stato l’ultimo discorso di fine anno di Mattarella da Capo dello Stato. O almeno così sembrerebbe. Nelle sue parole non si è intravisto l’indizio di una possibile continuazione del suo mandato. Del resto c’era da aspettarselo. Da uomo delle istituzioni qual è, Mattarella ha voluto mantenere la distanza da letture politiche e si è concentrato sui ringraziamenti di rito a tutti i protagonisti del suo Settennato.
Ma è sul capitolo vaccini che il Presidente della Repubblica ha posto l’accento accorato, da padre di famiglia. “I vaccini sono stati, e sono, uno strumento prezioso, non perché garantiscano l’invulnerabilità ma perché rappresentano la difesa che consente di ridurre in misura decisiva danni e rischi, per sé e per gli altri. Ricordo la sensazione di impotenza e di disperazione che respiravamo nei primi mesi della pandemia di fronte alle scene drammatiche delle vittime del virus. Alle bare trasportate dai mezzi militari. Al lungo, necessario confinamento di tutti in casa. Alle scuole, agli uffici, ai negozi chiusi. Agli ospedali al collasso. Cosa avremmo dato, in quei giorni, per avere il vaccino?”.
E poi l’appello preoccupato al sostegno delle giovani generazioni: “Una ancora troppo diffusa precarietà sta scoraggiando i giovani nel costruire famiglia e futuro. La forte diminuzione delle nascite rappresenta oggi uno degli aspetti più preoccupanti della nostra società”.
Mattarella ha poi chiuso con un messaggio di ottimismo e speranza: “Se guardo al cammino che abbiamo fatto insieme in questi sette anni nutro fiducia. L’Italia crescerà. E lo farà quanto più avrà coscienza del comune destino del nostro popolo, e dei popoli europei”.
Di seguito il discorso integrale pronunciato dal Presidente della Repubblica.