di Giuseppe Conte
Buona sera a tutti. Ringrazio e saluto Vito Crimi, i parlamentari nazionali, europei, i sindaci, i vari amministratori locali, i consiglieri regionali e tutte le amiche, gli amici che ci stanno seguendo.
Prima di illustrare le linee del nuovo progetto, condivido con Voi alcune riflessioni sul cammino sin qui percorso.
Il Movimento5Stelle ha scritto pagine importanti della più recente storia politica italiana.
Se volgete indietro lo sguardo potete essere orgogliosi. Potete mantenere lo sguardo fiero di chi non ha tradito le aspettative che aveva suscitato.
Alcuni errori commessi, alcune ingenuità a cui vi siete esposti – ma chi non li commette – non valgono a oscurare le tante battaglie e riforme che avete combattuto e realizzato in direzione di un’Italia più moderna, più verde e vivibile, più giusta e solidale.
Il Movimento5stelle ha espresso una carica innovativa rispetto al sistema politico italiano, una forza d’urto così potente che questa novità ha finito per contaminare anche altre forze politiche, innescando una spirale virtuosa, che ha contribuito a scacciare via sacche di privilegio, alcuni radicati luoghi comuni, caratteristici di una visione distorta e degenerata della politica, espressione di quella che io chiamerei “mala-politica”.
Tra i vostri meriti più grandi vi è quello di avere richiamato l’attenzione sull’etica pubblica, l’onestà dei comportamenti, che ormai appariva quasi esiliata dal dibattito politico. Avete riportato in auge una tensione morale che ha costretto tutti i partiti a misurarsi con i concetti di “onore e disciplina”, che la nostra Costituzione reputa fondamentali quando si è chiamati a svolgere pubbliche funzioni.
Molte delle riforme che avevate preannunciato nel vostro programma di azione, ne cito solo alcune: il reddito di cittadinanza, la riduzione del numero dei parlamentari, l’anticorruzione, l’eco-bonus, la lotta all’evasione e al recupero del sommerso anche attraverso l’incremento dei pagamenti digitali, e tantissime altre, sono ormai legge e contribuiscono a definire un Paese più civile, più verde, più solidale.
Non solo. Avete contribuito a imprimere una importante svolta nel percorso europeo: con i vostri voti determinanti avete permesso l’insediamento della Commissione von der Leyen, che sta perseguendo un forte indirizzo politico in direzione delle transizioni energetiche e digitali e di una maggiore equità sociale.
E’ anche per queste ragioni che oggi sono qui, a confrontarmi con Voi.
Abbiamo convissuto, fianco a fianco, condividendo due esperienze di governo. Lavorando sempre con spirito di leale collaborazione, con costante determinazione, con sano pragmatismo.
Abbiamo affrontato mille difficoltà, facendoci carico anche di carenze e manchevolezze strutturali accumulate nel corso degli anni. Abbiamo sempre cercato di rimanere concentrati sulle riforme più utili a migliorare il nostro Paese e le condizioni di vita dei cittadini.
Abbiamo affrontato da ultimo, per oltre un anno, questa gravissima emergenza pandemica, che ancora sta correndo. Abbiamo lavorato con grande impegno e responsabilità per tutelare la salute dei cittadini e proteggere, al contempo, il nostro tessuto sociale e produttivo; anzi, abbiamo provato a renderlo ancora più resiliente.
Quando è terminata la mia seconda esperienza di governo, ho avuto subito chiara la modalità della mia uscita da Palazzo Chigi: non era possibile volgere le spalle alle sofferenze degli italiani; era urgente favorire la nascita di un nuovo governo per porre fine a una crisi incomprensibile, provocata in modo irresponsabile nel pieno di una pandemia e di una gravissima recessione economica.
Ma vi confesso che non avevo ancora chiara una visione sul mio futuro impegno in politica.
Già allora, però, ricevetti, anche da molti di voi, tante sollecitazioni. Feci a caldo una promessa: “Io ci sono e ci sarò”. E non voleva essere una minaccia.
Dietro questa affermazione non c’era ancora una precisa idea su questo “esserci”.
Ma avvertivo netta l’intuizione, la intima convinzione che un mio impegno politico sarebbe partito da questa esperienza comune, da questa fruttuosa collaborazione.
Oggi sono qui perché, dietro sollecitazione di tanti, tantissimi di Voi, a partire da Beppe Grillo, ho accettato di cimentarmi in una sfida tanto complessa quanto affascinante.
Questa sfida la racchiudo in un concetto ben preciso: “Rifondare il Movimento5Stelle”.
“Rifondare” è un concetto che non utilizzo a caso. Introduce una prospettiva impegnativa, perché non significa limitarsi a operare un restyling, un rinnovo superficiale al fine di incrementare il consenso.
“Rifondare” non è concetto compatibile con una operazione di marketing politico.
“Rifondare” significa puntare, tutti insieme, a compiere una completa, coraggiosa opera di “rigenerazione” del Movimento, che non rinneghi il passato e i valori che vi hanno portato sin qui. Anzi. Deve essere un’opera che valorizza l’esperienza fatta e i coraggiosi traguardi già raggiunti, ma sia capace di interpretare una nuova stagione politica e proiettare il neo-Movimento in una dimensione strategica, che lo renda laboratorio privilegiato di idee e progetti diretti a elaborare e a realizzare un nuovo modello di sviluppo che punti non più solo a indici di crescita di produttività, ma a una nozione ampia e incisiva di “prosperità”. Un modello di sviluppo che realizzi condizioni effettive di benessere equo e sostenibile per tutti i membri della comunità, che declini la transizione energetica e digitale già in atto, secondo logiche e strategie mirate a ridurre le tante diseguaglianze, che sacrificano gli interessi dei più vulnerabili e fragili, delle donne, dei giovani, ma anche di tutti coloro che vivono nei vari Sud del Paese, che non possiamo identificare solo con il Meridione ma dobbiamo allargare anche alle tante aree interne del Centro e del Nord, ai paesini montani, ai borghi a rischio di abbandono.
In queste settimane ho iniziato a elaborare delle proposte su cui sarà fondamentale confrontarsi nei prossimi giorni. Anzi vi anticipo che dopo la pausa pasquale avvierò una serie di incontri per raccogliere i vostri suggerimenti.
Per quanto mi riguarda, vedo un neo-Movimento chiamato, ambiziosamente, a indicare una rotta con cui tutte le forze politiche, le migliori energie civili e culturali dovranno misurarsi. Vedo una forza politica che esprimerà una forza irradiante non solo sul piano interno ma anche europeo e internazionale, capace di coinvolgere altre forze politiche e movimenti culturali che, a tutte le latitudini del mondo, abbiano interesse a condividere un’agenda politica profondamente intrisa di una cultura integralmente ecologica e di giustizia sociale, particolarmente attenta all’anticorruzione e all’etica pubblica, per offrire un destino migliore alla nostra generazione e alle generazioni future.
Sono problemi che non possiamo affrontare solo con approccio domestico. Occorre anche una visione più ampia, europea e internazionale.
Ma veniamo al neo-Movimento.
Dobbiamo muovere da due punti fermi.
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Dobbiamo condividere una proposta politica solida, matura, coraggiosa, lungimirante, che indichi una chiara identità politica.
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Dobbiamo dotare il neo-Movimento di un principio di razionalità organizzativa, in modo da rendere più efficace e pervasiva l’iniziativa politica, più coinvolgente il dialogo con le varie articolazioni territoriali e valorizzare il dialogo con la società civile.
Quanto al primo punto, Vi anticipo che Vi proporrò una Carta dei principi e dei valori, in modo che chi vorrà aderire, d’ora in poi, a questa nuova forza politica, non abbia dubbi sulla chiara identità del progetto politico, sulle specifiche caratteristiche e finalità della proposta politica.
Vi proporrò anche una rivisitazione delle originarie cinque stelle. Quelle nate dalla Carta di Firenze del 2009, infatti, risentono molto delle prime esperienze comunali. Nessuna di esse è da rinnegare. Sono tutte ancora oggi valide. Rimarranno cinque, ma questa nostra costellazione deve allargare il suo orizzonte ideale.
Vi richiamo alcuni dei pilastri che ritroveremo nella Carta dei principi e dei valori:
- il rispetto della persona, perché nessuna politica è accettabile se non muove dal riconoscimento della dignità di ogni essere umano e dal rispetto dei suoi diritti e libertà fondamentali, che vanno garantiti anche nella loro effettività e non solo declamati sul piano formale.
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Una ecologia integrale, perché occorre una cultura integralmente ecologica e non bastano più interventi mirati per contrastare l’inquinamento, il degrado ambientale, la dissipazione di risorse naturali. Occorre affidarsi a un nuovo paradigma culturale e a modelli di sviluppo aperti a misurare le condizioni effettive di benessere equo e sostenibile di tutti i membri di una comunità e che siano testati sulla capacità di contrastare gli sconvolgimenti climatici, di preservare la biodiversità, di proteggere le risorse naturali e gli ecosistemi.
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La giustizia sociale, perché la politica non può volgere lo sguardo altrove di fronte alle tante diseguaglianze, che sono di genere, intergenerazionali, territoriali. Il grado di civiltà di una comunità lo misuriamo dall’attenzione che riserva ai propri membri più vulnerabili, più emarginati, alle donne, ai giovani.
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Il principio democratico. La crisi del modello tradizionale della cittadinanza democratica, fondato sul principio rappresentativo, ci spinge a introdurre misure per migliorare la qualità del sistema rappresentativo, ma anche per rafforzare gli istituti di democrazia diretta, attraverso i quali i cittadini sono direttamente coinvolti nell’assunzione delle decisioni di interesse collettivo. La democrazia digitale, con gli iscritti chiamati ad esprimersi sui passaggi politici più rilevanti, rimarrà un punto fermo anche del neo-Movimento.
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Rispetto della legalità. In particolare, lottare contro le tante mafie e contro la corruzione significa combattere le rendite parassitarie di chi indebitamente drena le risorse della intera collettività, significa difendere i diritti di tutti i cittadini onesti e contrastare lo svantaggio competitivo che subiscono le imprese che agiscono nella legalità rispetto a quelle che operano nel malaffare.
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Importanza dell’etica pubblica. I cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche, ai sensi dell’art. 54 della Costituzione italiana, sono chiamati a svolgerle con “disciplina e onore”. La norma richiama l’impegno di tutti coloro ai quali sono affidati incarichi di rilievo pubblico a rispettare non solo le regole formali, ma ad alimentare anche l’ethos pubblico, coltivando le virtù della correttezza e del senso di responsabilità. Questo impegno evoca lo spazio proprio della “responsabilità politica”, che va tenuta distinta dalla responsabilità giuridica, in particolare penale.
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Importanza della cittadinanza attiva. La politica non si pratica soltanto nelle sedi delle istituzioni e delle formazioni politiche, ma ovunque i cittadini si ritrovino per esercitare consapevolmente i propri diritti e si confrontino per elaborare proposte e assumere decisioni riguardanti la vita collettiva della comunità di appartenenza. Favoriremo dei Forum permanenti, delle “piazze delle idee”, per sollecitare iniziative di cittadinanza attiva, vale a dire le pratiche di “attivismo civico” mirate a rendere effettivi i diritti esistenti o a promuovere il riconoscimento di nuovi diritti, favorendo l’inclusione sociale di tutti i cittadini. Non chiediamo tessere o iscrizioni: potranno partecipare singoli o associazioni anche senza iscriversi al neo-Movimento: ad essi garantiremo attenzione e disponibilità a far nostre le proposte anche legislative condivise all’esito del confronto.
Non voglio anticiparvi altro. Ma nella Carta dei principi e dei valori troveremo la bussola per orientarci nei tanti progetti e nelle tante scelte che la buona politica, quella che guarda esclusivamente al bene comune, è chiamata a operare.
Riscriveremo insieme i diritti dei lavoratori, fermi allo Statuto del 1970, per affrontare con piena consapevolezza politica, le profonde trasformazioni che stanno attraversando il mondo del lavoro.
Scriveremo insieme, per la prima volta, una Carta dei diritti degli imprenditori, che hanno bisogno di tempi certi e di norme chiare per poter programmare i loro investimenti e per recuperare i debiti della P.A.
Finiremo di scrivere insieme la Carta delle persone con disabilità, che avevamo iniziato a scrivere al governo e non abbiamo fatto in tempo a terminare.
Scriveremo insieme un catalogo di diritti digitali, premessa indispensabile per affrontare il problema della autonomia strategica, della sovranità digitale e così realizzare, con maggiore fiducia, la transizione digitale, senza penalizzare i diritti fondamentali della persona.
Aggiorneremo il catalogo dei diritti dei consumatori, in modo da evitare che rimangano meri “consumattori passivi” schiacciati dalle logiche di mercato, ma possano diventare “consumautori”, liberi e consapevoli delle loro scelte e delle loro prerogative.
Parteciperemo con convinzione al percorso comune europeo. Evitando l’atteggiamento passivo di chi dice sempre sì per non scontentare strategie già definite, ma mostrando la piena consapevolezza di chi, Paese fondatore, ha le carte in regola e la lungimiranza per indicare i punti di forza, ma anche le varie manchevolezze della casa comune europea.
Vogliamo essere protagonisti nella scrittura della nuova agenda europea, sollecitando tutti a convergere su un modello che non è più solo di “economia sociale di mercato”, ma di “economia eco-sociale di mercato”, nella consapevolezza che la funzione dei pubblici poteri non può ridursi solo a impedire la concentrazione dei poteri economici, ma deve garantire anche la protezione dell’ambiente e tutelare le scelte libere e consapevoli dei consuma-autori.
Nel fare tutto questo avremo grande cura delle parole. Un nuovo modo di fare politica deve iniziare dall’attenzione alle parole e al linguaggio, che sono importanti per migliorare i legami di integrazione e rafforzare la coesione sociale.
In passato, il Movimento è ricorso anche a espressioni giudicate aggressive.
L’assalto al palazzo, la forza di rottura che avete interpretato non potevano essere giocati di fioretto.
Ma ogni fase ha la sua storia.
Dobbiamo essere consapevoli che la politica non deve lasciarsi accecare dalla polemica, dalla superficialità degli scambi. Deve cercare la profondità di pensiero, il confronto rispettoso delle opinioni altrui. Con le parole giuste possiamo contribuire ad arricchire l’esperienza culturale della intera comunità. Non dobbiamo mai sottovalutare la potenza trasformativa delle parole.
Quanto al secondo punto, che riguarda l’aspetto organizzativo, Vi proporrò un nuovo statuto contenente una proposta organizzativa che non rinneghi i punti di forza dell’esperienza “leggera” propria di un movimento, ma allo stesso tempo possa spiegare tutte le potenzialità tipiche di una struttura ben articolata e adeguatamente organizzata sul piano funzionale.
Dobbiamo avere un chiaro assetto interno, con ripartizione inequivoca dei compiti, insomma una struttura organizzativa che ci aiuti a definire con chiarezza la linea politica e l’incisività di azione. Tutto questo ci permetterà di essere più efficaci e incisivi negli obiettivi politici, che riguarderanno il livello delle iniziative nazionali, internazionali e locali.
Nel fare questo dobbiamo evitare di ricadere nei limiti della “forma-partito” tradizionale, che mostra evidenti segnali di crisi e varie inadeguatezze.
Avremo regole ben rigorose che contrasteranno ancor più risolutamente del passato la formazione di correnti interne, di cordate varie. La scelta della democrazia digitale ci consente un confronto diretto, senza la mediazione di correnti interne che, inevitabilmente, finiscono per cristallizzare sfere di influenze e posizioni di potere.
Care amiche e cari amici, non abbiamo neppure bisogno di associazioni varie. Il nostro impegno politico e culturale viviamolo interamente nel nuovo Movimento, dove avremo tante occasioni di confronto.
Oltre agli organi attuali, avremo peraltro articolazioni interne con tantissime posizioni in cui ciascuno di voi e, confido, anche tante nuove amiche e nuovi amici, secondo i propri talenti, le proprie inclinazioni e le proprie sensibilità potrete dare il proprio contributo alla vita associativa.
Ad esempio ci sarà un dipartimento che si occuperà a tempo pieno dei rapporti con partiti e forze politiche stranieri, che curerà scambi e condivisione di progetti con movimenti e forze culturali che sono in Europa e in giro per il mondo.
Avremo un Centro di formazione permanente, molto articolato al suo interno, dove ci sarà un settore che curerà il coinvolgimento e lo scambio di idee e progetti con personalità scientifiche e culturali, italiane e straniere, che possono contribuire ad allargare i nostri orizzonti di azione e di progettazione. Un altro settore del Centro sarà dedicato a Gruppi di lavoro permanenti che abbracceranno tutte le aree tematiche, in modo che alimenteremo la nostra azione politica sulla base di iniziative meditate, senza nessuna improvvisazione. I Forum, le “Piazze delle Idee” che saranno i nostri polmoni permanenti con la società civile, faranno riferimento a questi Gruppi di lavoro, divisi per settori di attività. Avremo inoltre un altro settore del Centro dedicato alla condivisione delle migliori pratiche per gli amministratori locali, in modo che i progetti di riforma e le iniziative più fruttuose possano circolare ed essere riprodotte, senza ripartire ogni volta da zero.
Nel Centro di formazione permanente potremo lavorare e interagire tutti e godremo della costante presenza di personalità e consulenti scientifici di primario livello. E su questo ho ricevuto già le prime entusiastiche adesioni.
Avremo infine una struttura organizzata anche sul piano territoriale, con un chiaro raccordo tra l’organizzazione centrale e le articolazioni territoriali, attraverso referenti regionali e territoriali, perché abbracciare il principio della democrazia digitale non significa necessariamente sposare anche il dogma della assenza di riferimenti territoriali. Non possiamo concepire una forza politica come poggiata “su rami sospesi sul vuoto”, per usare una espressione di Italo Calvino.
Mi avvio a conclusione.
Il nuovo Movimento a cui penso sarà accogliente ma intransigente.
Perché sarà molto inclusivo, perennemente aperto alla società civile, continuamente ossigenato dalle iniziative di cittadinanza attiva e dai continui scambi con singoli e organismi associativi esterni. Qui vi chiedo di lanciare il vostro cuore in avanti, di non temere questi canali di comunicazione con i cittadini, di non cedere all’istinto di sopravvivenza e alla paura di perdere la propria sfera di influenza. Ci arricchiremo costantemente e saremo ancora più forti.
Intransigente perché questa inclusione non dovrà mai condurci a negoziare i nostri principi e a scolorire i nostri valori.
In questo affascinante percorso dovremo liberarci anche di alcuni equivoci, ambiguità, ingenuità e anche – aggiungo – di talune cattive interpretazioni, che qualcuno ha voluto malevolmente ricavare.
Ad esempio: la regola uno vale uno. E’ il fondamento della democrazia, il traguardo del suffragio universale: tutti devono potersi esprimere, devono poter partecipare alla vita politica democratica del Movimento e del Paese. Ma quando si tratta di designare rappresentanti del popolo in posizioni di rilievo pubblico, quando si tratta di assumere funzioni istituzionali di responsabilità, occorrono persone oneste, ma anche competenti e capaci.
Ancora. La democrazia diretta, soprattutto in forma digitale, è la novità più importante, l’aspetto più rivoluzionario introdotto dal Movimento. Va promossa e perseguita. Le nostre scelte fondamentali continueranno a passare dall’espressioni di voto attraverso una piattaforma digitale. Ma questo deve accompagnarsi a due considerazioni: a) la democrazia rappresentativa, per quanto in crisi non appare eliminabile, va però rafforzata e migliorata; b) la democrazia digitale è frutto di una tecnologia che non è “neutra”; chi governa i processi, chi possiede e gestisce i dati, attraverso quali modalità vengono selezionati e trattati; sono tutte operazioni altamente sensibili e delicate, che richiedono massima trasparenza e chiarezza.
Concludo.
Un passaggio rifondativo suscita molte aspettative, speranze, anche inquietudini.
Faremo in modo, tutti insieme, di non disperdere gli sforzi, gli slanci, anche gli entusiasmi che il cammino sin qui percorso ha suscitato. Faremo in modo di valorizzare le tante buone intuizioni di Beppe Grillo e di Gianroberto Casaleggio, in tema di transizione ecologica e di democrazia digitale.
Il nostro futuro avrà salde radici.
Chiedo a tutti voi, a tutti gli iscritti, a tutti coloro che partecipano a questa nuova stimolante intrapresa di continuare a fare ricorso, ieri come oggi, come sempre, a due fondamentali qualità: onestà e coraggio. Onestà perché qualsiasi iniziativa politica è credibile e sostenibile solo se portata avanti con trasparenza, con rettitudine, con correttezza. E poi coraggio perché le sfide che attendono il Paese, le urgenze dei cittadini richiedono coraggio, che è una qualità che non solo invoca determinazione di intenti, ma anche generosità d’animo. Auguri di buona Pasqua a tutti voi e alle vostre famiglie.
Photo Credits: Verona In