Politica
Il cdx salva Santanchè, respinta la mozione di sfiducia, ma è bagarre
Di Alessandro Cozza
111 contrari contro 67 favorevoli. La mozione di sfiducia – voluta da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Alleanza verdi sinistra – presentata nei confronti della ministra Daniela Santanchè è stata rispedita al mittente producendo, anzi, l’effetto boomerang di evidenziare la spaccatura tra le opposizioni visto che il gruppo Azione-ItaliaViva ha deciso di non partecipare al voto uscendo dall’aula. Maggioranza compatta che, oltre che con il voto, dimostra vicinanza alla Ministra del Turismo con una massiccia presenza in aula anche di numerosi esponenti di Governo tra i quali il Vicepremier Matteo Salvini.
Mattinata di vera e propria bagarre perché la questione tiene banco ormai da diversi giorni e gli animi tra gli schieramenti si sono scaldati giorno dopo giorno fino ad arrivare all’esplosione di oggi. Succede un po’ di tutto. Dal M5S che ha dato dei “pagliacci” ai senatori del centrodestra, a questi ultimi che rispondono con cori “vergogna”. Dal dem Walter Verini che accusa il ministro con la delega alla Protezione civile, Nello Musumeci, di essere in aula piuttosto che ad occuparsi della Sicilia in fiamme, al Presidente dell’aula Ignazio La Russa tacciato di faziosità.
“È una bellissima giornata, non rilascio nessuna dichiarazione, grazie” le uniche parole di Daniela Santanchè al termine della seduta in Senato durante la quale è intervenuta per esporre la sua posizione ma senza partecipare alle operazioni di voto. Il primo partito della maggioranza affida il suo pensiero e Gianluca Caramanna, capogruppo FdI in commissione Turismo della Camera: “Dopo la bocciatura da parte del Senato della mozione di sfiducia il ministro del Turismo Daniela Santanchè ha un obbligo nei confronti degli italiani: andare avanti”.
I leader di opposizione scelgono i social per commentare. Tra questi il leader di Azione Carlo Calenda, mai convinto fino in fondo di questa iniziativa, su twitter: “Complimenti al Movimento 5 Stelle per questa ‘bellissima giornata’ regalata alla ministra Santanchè. Spero che abbiano avuto in cambio qualche vicedirettore Rai. Altrimenti questo assist a Giorgia Meloni davvero non si spiega”. Affida invece a Facebook il suo pensiero il Presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte: “Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Giorgia Meloni salvano la ministra Santanchè nonostante abbia platealmente mentito al Parlamento e ai cittadini, nonostante condotte incompatibili col suo ruolo istituzionale, nonostante il chiaro conflitto di interessi. In situazioni come queste disertare è essere complici. In qualsiasi grande Paese oggi Santanché non sarebbe più ministra. In qualsiasi grande Paese il premier l’avrebbe accompagnata alla porta già da giorni”. Tra chi non si arrende al risultato del voto c’è Debora Serracchiani, responsabile Giustizia nella segreteria nazionale del Pd: “La questione è di vera e propria salute pubblica, di dignità delle istituzioni. Tutta politica prima ancora che giudiziaria. Le sue dimissioni, che continuiamo e continueremo a sollecitare, sarebbero il gesto opportuno. Perché chi ricopre ruoli di tale importanza deve essere prima di tutto credibile per poterli svolgere con disciplina e onore. Invece ancora oggi da Santanchè e dalla maggioranza vi è stata solo una pantomima che non fa altro che ledere le istituzioni, che sono di tutti non di una parte, tantomeno di una persona”.
Quello andato in scena oggi è solo uno dei tanti atti che compone la saga legata alla “questione Santanchè”. Per adesso la maggioranza fa quadrato, si espone poco e fa parlare i numeri. Ma se domani dovesse arrivare un rinvio a giudizio? Forse la premier Giorgia Meloni potrebbe iniziare e pensare soluzioni alternative e a quel punto potrebbero non bastare più i voti dell’aula. L’estate entra nel vivo, e la temperatura dentro la maggioranza potrebbe raggiungere livelli da bollino rosso.
Foto di copertina di Simone Zivillica