Politica

Il “caso” Corte Costituzionale fa ombra sulla politica

08
Ottobre 2024
Di Paolo Bozzacchi

E sono otto. Oggi c’è stato l’ottavo tentativo a vuoto da parte del Parlamento riunito in seduta comune di eleggere il giudice vacante della Corte Costituzionale. Si tratta di un’alta casella istituzionale mancante da quasi un anno (novembre scorso), che per legge andrebbe riempita “entro un mese”. A dicembre, inoltre, scadrà il mandato di altri tre giudici della Consulta, che va ricordato restano in carica per 9 anni, senza possibilità di proroghe o rinnovi. A causa di mancanza di accordo tra maggioranza e opposizioni, con annessi rimpalli di responsabilità, di fatto è stato ignorato il richiamo di sollecito alla politica del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che risale allo scorso luglio.

Perché è saltata la votazione

Per l’elezione erano necessari 363 voti favorevoli: i tre quinti del totale dei Parlamentari. Tecnicamente la maggioranza era chiamata a coinvolgere una decina di parlamentari di opposizione. Ed è proprio qui che è cascato l’asino. Il nome indicato dal governo Meloni è da tempo quello di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico della Presidenza del Consiglio dei Ministri e ideatore della riforma che includerebbe l’elezione diretta del Premier, tanto cara a Fratelli d’Italia. Ma Marini non è gradito alle opposizioni.

L’Aventino dell’opposizione

Anche su questa partita le opposizioni si sono divise. Di fatto PD, M5S, Avs, Iv e Azione non sono riusciti in questi mesi a esprimere un nome comune quale alternativa al nome di Francesco Saverio Marini. E neanche oggi è circolato un nome alternativo, a testimonianza delle divisioni interne. L’unica mossa comune delle opposizioni è stata quella di decidere di non partecipare al voto, motivata dal presunto “blitz inaccettabile” di maggioranza sul nome del giudice da eleggere. 

L’agenda stringente della Consulta

Il prossimo 12 novembre la Corte Costituzionale discuterà i ricorsi di 4 Regioni contro la legge sull’autonomia, a firma di Calderoli. Sulla quale balla anche un referendum di iniziativa popolare. Poi a dicembre scadrà il mandato di altri tre giudici della Consulta. 

Qual è l’obiettivo dell’elezione

Secondo l’articolo 135 della Costituzione, la Consulta si compone di 15 giudici. Il sistema di nomina armonizza esigenze diverse: assicurare che i giudici siano il più possibile imparziali e indipendenti, garantire il necessario livello di competenza tecnico-giuridica e portare nella Corte competenze ed esperienze il più possibile variegate.