Politica
I nomi nuovi ai ministeri. Il segno di una nuova cultura al governo
Di Piero Tatafiore
Ministero del Mare. Ministero della Sovranità Alimentare. Ministero del Made in Italy. È il governo dell’onomastica. Novella onomaturga Giorgia Meloni, con la voce rotta dall’emozione, ha realizzato un nuovo record, dopo quello della prima donna Presidente del Consiglio, quello del governo col più alto numero di nomi nuovi per i ministeri. Ovviamente i social hanno preso di mira questa furia denominatrice, ma, l’arrivo per la prima volta nella storia italiana di una donna, e per giunta di destra, al governo andava raccontata anche attraverso nomi evocativi. Termini come “sovranità” o “natalità” sono nel vocabolario corrente della destra conservatrice, non solo italiana, non deve quindi stupire che il Governo Meloni li abbia usati sin dal “concepimento”.
Di sicuro Giorgia Meloni nei suoi anni di opposizione ha sempre avuto una linea chiara, anche lessicale, fino, a volte, arrivare ad essere dura e aggressiva. Questa nettezza ha sempre costituito un punto di forza e insieme alla coerenza è stato uno dei fattori che hanno portato gli italiani a votarla in massa. È stato dunque scontato dare nomi evocativi ai ministeri, coerenti con la sua storia e finanche col suo programma elettorale. Un governo che anche nei nomi dei componenti è risultato congruente coi leader di partito direttamente coinvolti, coi politici nei ministeri chiave e i tecnici ridotti e strettamente di area. Un governo da scelta di campo, insomma, in linea anche col claim elettorale: “Pronti!”.
Ma anche, come dicevamo, un governo dei record, per la prima donna Presidente del Consiglio (a proposito di onomastica, si dice la Presidenta, la Presidentessa o la Presidente?) e per la tempistica con la quale ha giurato. Dopo tante polemiche per i litigi nella formazione della squadra di governo, alla fine i tempi sono stati celerrimi: è il secondo governo più veloce della storia repubblicana, dopo il Berlusconi IV. Una velocità riconosciuta anche da Mattarella che, nel conferire l’incarico, ha sottolineato come si fosse arrivati alla lista dei ministri “in meno di un mese”, anche “in considerazione delle condizioni interne e internazionali”.
Ora, verosimilmente tra martedì e mercoledì, il governo si presenterà alle Camere per ricevere la fiducia ed entrare nel pieno delle funzioni. Lì si vedrà se questa formazione avrà raccolto altre adesioni parlamentari, necessarie, soprattutto in Senato, per poter procedere serenamente. Ora, dopo tanto infuriare in campagna elettorale sul pericolo fascista, non resta che trovare una definizione nuova per questo nuovo esecutivo. Si accettano suggerimenti.