Politica
Guerini in audizione: “Mediterraneo centrale per interessi e sicurezza dell’Italia”
Di Flavia Iannilli
L’area del Mediterraneo ha un’importanza centrale per salvaguardare gli interessi e la sicurezza dell’Italia. Questo il punto fondamentale da cui partire per seguire il passaggio in rassegna delle zone di cui il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, fa riferimento in audizione presso la Commissione Esteri della Camera.
L’influenza della presenza di Russia e Cina nel Mediterraneo è sempre più evidente, sebbene questa infiltrazione sia collaterale al settore militare, non bisogna comunque abbassare la guardia. Atteggiamenti che chiamano l’Italia a interpretare i fattori che condizionano il lungo periodo, di interesse per l’interesse nello scenario e le conseguenti strategie da mettere in campo a tutela degli interessi nazionali. Pechino non ferma la sua efficace avanzata nel Mediterraneo con un approccio concreto a livello economico e commerciale, senza escludere risvolti anche in ambito militare.
Anche la Federazione Russa non è da meno. Guerini dichiara: “Le cronache delle scorse settimane ci confermano quanto siano attuali le sfide poste da Mosca anche in forme insidiose”. La Russia conduce una significativa azione di influenza nel Mediterraneo grazie ai suoi legami con Damasco che le permettono di avere accesso alla regione con “una robusta presenza militare, una base navale e una base aerea, avamposti di alta valenza strategica”, tale da consentire alle forze russe “un’azione di significativa e persistente presenza sul fianco Sud della NATO”. Questa presenza è accompagnata da una strategia industriale nel settore dei sistemi di armamento, che permette alla Russia di essere molto attiva all’interno dei mercati della regione.
La sintesi della strategia russa nel Mediterraneo è evidente se si considera il ruolo svolto da Mosca nella crisi libica. Nonostante gli ultimi sviluppi positivi, stando alle parole di Guerini, uno dei fattori critici per raggiungere la stabilità in Libia è proprio la presenza militare esterna all’interno del Paese. La Russia è un Paese che riveste una valenza strategica di importanza fondamentale. Su questo Guerini aggiunge: “Abbiamo la responsabilità primaria di contrastare squilibri che potrebbero avere conseguenze sulla stabilità del Mediterraneo, e quindi anche sulla nostra sicurezza e per i nostri interessi nazionali”.
Da queste considerazioni si passa alla questione Sahel, epicentro di instabilità caratterizzato dalla fragilità di istituzioni e sottosviluppo. Nell’area l’Italia è presente sia con forze militari che diplomatiche. Anche se tutto questo non basta, il Ministro ritiene che l’Ue possa e debba creare le condizioni economiche e sociali che permettano di far decollare percorsi di sviluppo per stabilizzare queste zone “essenziali per la sicurezza dell’Europa”.
Sull’atteggiamento della Turchia rispetto a Cipro l’On. Migliore (IV): “Come si intende, firmato l’accordo fra le parti andando verso la stabilizzazione, determinare un effettiva applicazione di quelle misure restrittive nei confronti del rifornimento di armi e l’evacuazione dei militari e dei contractors turchi?” anche l’On. Delmastro Delle Vedove (FdI) interviene in merito: “Non è il caso di chiedere in Europa la revoca dello status di Paese candidato all’adesione europea della Turchia, che frutta miliardi di euro e che vengono scaricati sulla violazione di sovranità marittima?”, l’On. Lupi (Misto) sul ruolo dell’Italia nello scacchiere, premettendo che la Turchia è un membro della NATO: “Come pensiamo di giocare un rapporto importante con la Turchia, ma ribadendo i ruoli ed evitando un predominio che nell’asse con la Russia potrebbe non far giocare all’Europa quel ruolo che tutti temiamo?”.
Guerini risponde: “Noi abbiamo sostenuto l’azione della NATO nella ricerca di ricomposizione delle tensioni tra Grecia e Turchia. Un impegno che si è sviluppato nella dimensione della nostra politica bilaterale anche in ambito difesa. Dialogo e mediazione guidano l’Italia, come con la Turchia. L’azione quadrilaterale Italia-Francia-Cipro-Grecia ne è la riprova. Azione che ha portato a stemperare le tensioni nel Mediterraneo orientale, con la Turchia che oggi svolge funzioni di ricerca solo nelle sue aree nazionali. Il rapporto con Istanbul è caratterizzato da un altalenarsi di provocazioni e gesti distensivi. “Credo che la posizione nazionale mantenuta ossia quella di notificare alla controparte la nostra intenzione di garantire i principi di libertà di navigazione e di circolazione nel rispetto del diritto internazionale si deve accompagnare ad uno sforzo di dialogo e di confronto. Per non mettere in condizioni di isolamento un Paese importante e un membro della NATO”.
L’On. Quartapelle (PD) sul ritiro delle truppe dall’Afghanistan: “Nel 2014 Gentiloni e Amendola firmarono un ordine del giorno che recitava ‘se ci si ritira dall’Afghanistan pensiamo di irrobustire la nostra presenza in altri teatri’ come ad esempio in Libano, questo tipo di ragionamento è in corso? Quindi irrobustire la presenza italiana nel Mediterraneo?” Guerini risponde: “In questi anni c’è stata un importante conferma e crescita del nostro impegno in termini di proiezione esterna dello strumento militare in diverse aree strategiche: per la tutela degli interessi nazionali, per il contributo alla stabilizzazione e alla pace, per il contrasto al terrorismo, per le iniziative bilaterali e multilaterali di assistenza e di sostegno nei Paesi in cui siamo presenti. L’impegno in Afghanistan avrà una ricaduta, la fase del rientro è impegnativa e delicata, ma ciò non ci impedisce di far crescere la nostra presenza anche in altri quadranti, cosa accaduta anche negli ultimi anni. Alcune delle missioni internazionali a cui partecipiamo hanno visto una crescita significativa del nostro impegno anche nelle aree che lei ha richiamato”.
Una questione che porta il Presidente di Commissione, Piero Fassino (PD), ad una riflessione: “Dopo 20 anni si decide di porre termine alla presenza italiana in questo scacchiere. Credo che quando si decide di andare via bisogna già sapere cosa succede un minuto dopo la partenza. Personalmente non sono affatto tranquillo, bisogna avere garanzia che quanto costruito venga mantenuto”.
A partire dal primo maggio verranno avviate le operazioni di rientro in patria e Guerini, convenendo con Fassino, specifica: “Dovremmo però avere ben chiara l’esigenza di sostenere il Paese con la cooperazione ed il rafforzamento delle istituzioni e delle forze di sicurezza locali che hanno mostrato sempre crescenti capacità operative”. Il focus degli Alleati, secondo il ministro, “deve essere non solo sull’organizzazione del rientro ma sulla continuazione della collaborazione a supporto del Paese per accompagnare il processo di riconciliazione nazionale senza cedere sullo stato di diritto e sui principi della democrazia. L’impegno in Afghanistan non cessa, cambia di natura e di caratteristica, ma deve avere uguale intensità da parte della comunità internazionale”.