Politica
Guerini in audizione: “L’industria aerospazio, difesa e sicurezza è una solida realtà nazionale”
Di Flavia Iannilli
Il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, ascoltato il 9 marzo scorso presso le commissioni congiunte di competenza di Camera e Senato, replica alle domande poste nella scorsa audizione da deputati e senatori.
Prima di dare il via alle risposte il Ministro tiene a precisare una questione delicata venuta alla luce recentemente. Si tratta del caso Walter Biot accusato di “cessione di materiale sensibile alla Federazione russa”. Premettendo che non spetta al Ministro della Difesa anticipare decisioni che sono in capo ad altre istituzioni, Guerini dichiara: “Consentitemi di stigmatizzare ancora una volta in maniera decisa quanto è avvenuto. Chi è accusato di tali comportamenti ne risponderà di fronte alla legge, vorrei però dire ancora una volta che i valori e le esperienze delle nostre Forze armate sono altro rispetto a quanto si è evidenziato in questa bruttissima vicenda”. Essendo ancora nella fase delle indagini preliminari, per la visione dei documenti oggetto dello scambio e la portata delle informazioni contenute nella chiavetta USB bisogna attendere che la Procura di Roma dia accesso agli atti.
Tutto ancora da valutare, ma il Ministro specifica: “L’ufficiale però era autorizzato a prendere visione anche di documenti classificati, tuttavia le sue mansioni, che non prevedevano attività di comando o direzione, lo portavano ad avere accesso a documenti di valutazione e policy e non alla gestione delle operazioni o al dettaglio delle capacità nazionali e dell’alleanza. Restiamo in attesa dello sviluppo degli elementi di indagine”.
Sulla proposta di attivare sinergie con università, ricerca e industria dell’On. Aresta (M5S), Guerini risponde: “Nell’indirizzo della gestione dei programmi di ricerca tecnologica il dicastero ha già posto in essere azioni volte a stimolare e premiare le sinergie tra il mondo accademico, i centri di ricerca e il comparto industriale. Inoltre nel prossimo PNRM c’è l’intendimento di includere criteri per la valorizzazione delle proposte provenienti anche dalle startup, come già fatto per le piccole e medie imprese”. Le iniziative messe in campo per creare tali sinergie riguardano anche le attività nel campo della ricerca militare, avviata sia in ambito European Defence Agency che a livello di Commissione Europea con l’imminente lancio dello European Defence Fund.
Il Sen. Vattuone (PD) pone l’attenzione sulla strategia industriale e tecnologica della difesa e Guerini rassicura: “L’industria dell’aerospazio, difesa e sicurezza è una delle più solide realtà industriali nazionali e si è dimostrato competitiva sul mercato internazionale ed è una risorsa economica per il paese”. Il punto di forza di questa sezione, secondo il Ministro, si trova nella “spiccata capacità di innovare” che trova le fondamenta nelle competenze industriali imprenditoriali con importanti ricadute in termini di occupazione altamente qualificata. Dalla pandemia si evince come “capacità militari all’avanguardia non siano solo garanzie di sicurezza e libertà ma anche fondamentale fattore di resilienza e sovranità” dichiara Guerini. L’avvio del processo di integrazione della difesa europea si interseca con uno scenario di competizione globale. Grazie a questo si sviluppa l’importanza della base industriale della difesa a livello geopolitico in qualità di catalizzatore della cooperazione con altri Paesi per il rafforzamento del ruolo internazionale dell’Italia. Alla luce dei fatti è essenziale che la difesa torni a svolgere il ruolo di traino per lo sviluppo economico del Paese. Il Ministro aggiunge: “Un approccio più sinergico che fonde assieme il duplice obiettivo di tutelare l’autonomia strategica delle FFAA e consolidare la rilevanza tecnologica e la competitività dell’industria italiana nel mondo e che troverà precise indicazioni nella direttiva per la politica industriale della Difesa che emanerò entro il mese di aprile”.
Lo sviluppo coordinato di industria civile e militare con riferimento a telecomunicazioni e cybersecurity è il tema posto dall’On. Occhionero (IV). In merito Guerini evidenzia che “l’Italia ha sviluppato un’adeguata architettura nazionale di sicurezza nella quale la difesa è pienamente coinvolta insieme alle altre amministrazioni”.
Un approfondimento sugli stanziamenti europei per la difesa è la richiesta dell’On. Deidda (FdI). “La sfida di perseguire una più efficace politica di sicurezza e di difesa comune avviata con la spinta al rilancio dell’integrazione tra le industrie e le amministrazioni difesa dei paesi dell’Unione Europea trova la propria declinazione nella competizione tecnologica e nella riorganizzazione della catena della ricerca applicata nella filiera industriale del comparto nell’ottica di un rilancio competitivo dell’industria, dell’alta tecnologia del relativo indotto” risponde Guerini. Guardare sia alle opportunità offerte per lo sviluppo tecnologico sia alla possibilità, per l’industria, di trarre benefici a livello competitivo, ne consegue l’attenzione ai programmi europei. Il Ministro precisa: “La Difesa persegue un processo di graduale, ma costante, crescita del proprio rapporto budget/Pil verso la media Nato europea, in modo da poter assolvere alle fisiologiche esigenze di rinnovamento, ammodernamento e sostegno, garantendo al contempo al comparto industriale nazionale paritetiche capacità competitive rispetto agli omologhi blocchi esteri”.
La domanda posta dall’On. Tripodi (FI) sulla posizione nazionale rispetto all’Africa sub-sahariana offre a Guerini la possibilità di delineare un quadro generale: “L’architettura di impiego delle nostre Forze Armate nel continente africano risponde alle esigenze di salvaguardia della sicurezza e di protezione degli interessi nazionali, che in regioni geografiche apparentemente lontane, sono direttamente minacciate da fenomeni di instabilità che attraversano in particolare la fascia Sub-sahariana. La presenza italiana in Sahel non è una novità, la partecipazione del nostro contingente a Takuba, rappresenta una chiara volontà di rafforzarla”. Chiaro è che il tutto deve andare d’accordo con l’esigenza di una stabilizzazione della Libia, influenzata da fenomeni che si sviluppano nell’area saheliana e da cui derivano numerose criticità che, proprio attraverso la Libia, si riverberano sul Mediterraneo.
Sulla capacità di proiezione di forza italiana interviene il Sen. Candura (Lega), altro spunto importante su cui si sofferma Guerini: “L’attività sulla nave Cavour consentirà all’Italia di entrare nel ristretto gruppo di paesi in grado di operare aerei di quinta generazione da una portaerei. Un risultato prestigioso che è aderente al generale processo di ammodernamento e sviluppo di capacità che stiamo portando avanti. Siamo in grado quindi di esprimere la necessaria proiezione di forza e capacità a tutela degli interessi nazionali sia nelle aree di primario interesse strategico (Mediterraneo allargato) che in quelle dove si potrebbe rendere necessaria una presenza Militare Italiana impiegando l’esposizione interforze, capace di assolvere un ampio spettro di missioni incluse quelle di supporto umanitario”.
In risposta all’On. De Menech (PD) e alla Sen. Petrenga (FDI) Guerini tiene a specificare: “L’obiettivo è quello di sfruttare la Disruptive Technologies per rafforzare la rilevanza operativa dello strumento militare e la sicurezza sia fisica che digitale”. Per un’effettiva transizione digitale bisogna accostare la formazione che porterà ad un incremento dell’efficacia estrattiva della sicurezza del personale, nonché ad un risparmio in termini finanziari dovuto alla riduzione di impiego di piattaforma in mezzo ai sistemi d’arma. Su questo il Ministro conclude: “Aspetti che sono pienamente in linea con gli obiettivi indicati dal Pnrr che come sapete non prevede – tengo a sottolineare perché ho letto da questo punto di vista notizie errate – alcun contributo da destinare ai sistemi d’arma”.