Sulla carta saranno gli Stati Generali dell'Economia. Di fatto la kermesse di un uomo sempre più solo al comando. Da venerdì per almeno 10 giorni la Sala degli Stucchi di Villa Pamphili a Roma si trasformerà nella Terza Camera del Parlamento. A fare da padrone di casa ci sarà il Premier Giuseppe Conte, che ha pensato di serrare i ranghi del Paese e del Governo all'alba di quella che sarà la più grave crisi economica della storia della Repubblica.
Conte aveva (l'imperfetto è d'obbligo) pensato di organizzare gli Stati Generali incontrando l'entusiasmo di tutti i suoi Ministri, introducendo i risultati del lavoro della task force sull'emergenza a guida Vittorio Colao, accogliendo ospiti internazionali del calibro del Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, addirittura della direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva.
Ebbene, così non è stato. Ed è paradigmatico della solitudine del Premier e dello stato di salute del Governo il fatto che le più amare sorprese siano arrivate da chi gli sta più vicino.
La prima distanza-freddezza del Premier Conte la si registra col Ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. I due avrebbero dovuto annunciare insieme la convocazione degli Stati Generali, ma alla fine non è stato così, visto che Conte ha fatto da solo. E l'assenza di Gualtieri ha pesato come nu macigno.
La seconda distanza la si registra con Vittorio Colao, chiamato dallo stesso Conte alla guida della task force per disegnare al meglio la Fase 3 dell'emergenza Covid19. Distanza evidente quando Colao ha presentato le sue 121 proposte alla stampa senza averle inviate in anteprima ai Ministri e dopo neanche mezz'ora dalla presentazione Conte ha dichiarato: "Da Colao contributo rilevante, poi decide la politica". La freddezza è diventata polare quando la Consigliera economica di Conte, l'economista Mariana Mazuccato (vicina alle posizioni politiche del Movimento Cinque Stelle), ha confermato di non aver firmato il Piano Colao perché "dedicata molto di piu' al lavoro di 'policy design' delle 'missioni' economiche".
Registrate queste distanze/freddezze con chi doveva essergli più vicino in questo momento, Conte si è messo al lavoro al documento a capitoli che presenterà agli Stati Generali dell'Economia. Un documento cui dovrà necessariamente lavorare a quattro mani con Gualtieri, che dovrà includere alcune proposte di Colao e che dovrà dettagliare il Rilancio del Paese, le nuove infrastrutture, il cosiddetto green deal e la ricetta antiburocrazia. Una strada possibile per il Premier sarebbe quella di prendere largo spunto e in qualche modo anticipare il Piano Nazionale delle Riforme, previsto in Consiglio dei Ministri entro fine mese e la cui bozza sarebbe già pronta al MEF. Anche perché la ricetta italiana su come intendiamo spendere i potenziali 172 miliardi di euro del Recovery Fund è attesa a Bruxelles non prima di settembre-ottobre.
Intanto sono iniziate per il Premier le consultazioni in vista dell'evento. Ieri Conte dopo i capi delegazione ha incontrato i ministri Amendola, Manfredi, Dadone e Provenzano. E tra oggi e domani dovrebbe proseguire l'appello, includendo anche i capigruppo di magioranza. Poi dovrà condviderlo in anteprima e magari riuscire a convincere Salvini e Meloni a partecipare (unica presenza confermata ad ora quella di Silvio Berlusconi).
Gli Stati Generali nascono in Francia nel XIV secolo e accolgono clero, nobiltà e borghesia. Il taccuino di Conte è già pronto con le tre colonne da riempire a Villa Pamphili.
Paolo Bozzacchi