Politica
Giorno del Ricordo, Mattarella: “Lavorare per ricostruire una memoria condivisa”
Di Ilaria Donatio
Una tragedia per troppo tempo negata, nascosta e taciuta. È quella che ricordiamo oggi: la tragedia di migliaia di italiani che, tra il 1944 e il 1948, furono prelevati dalle truppe partigiane del comunista Tito, uccisi e scaraventati nelle foibe. Altri duecentomila riuscirono a fuggire, in un triste esodo verso il centro-sud, tentando una nuova vita.
Ma il dolore più lacerante dei profughi fu provocato dal lungo silenzio dello Stato italiano su questa storia: le foibe e l’esodo rimasero per quasi sessant’anni argomenti tabù. Nessuna istituzione doveva parlarne, nemmeno un accenno sui libri di testo, per una presunta ragione di Stato.
Mattarella: lavorare per ricostruire una memoria condivisa
Al Quirinale, si è svolta oggi la cerimonia per il “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle Foibe. Presenti, oltre al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il vicepremier Antonio Tajani e i ministri Matteo Piantedosi, Andrea Abodi e Alessandro Giuli.
La guerra porta con sé, sempre, conseguenze terribili, lutto, dolore, devastazione. Così, Mattarella ha introdotto la cerimonia al Quirinale: “Ci incontriamo per rinnovare la giornata di ricordo, occasione solenne, che invita a riflettere su pagine buie del nostro passato, per conservare e rinnovare la memoria delle sofferenze degli italiani d’Istria, di Fiume e della Dalmazia, in un periodo tragicamente tormentato della storia d’Europa”.
“Assimilarsi o andare via”? Mattarella parla del dilemma di fronte al quale i nostri concittadini di Istria, Dalmazia, Fiume, vennero posti: “Di fronte alla promozione del nuovo regime jugoslavo, agli atti di brutalità sui territori italiani, sui territori giuliani, l’essere italiano divenne un ostacolo, se non una colpa”, ha detto il capo dello Stato: “In grande maggioranza scelsero di non rinunciare alla loro italianità, nonché di fatto alla libertà, di pensiero, di culto, di parola. In oltre trecentomila, uomini, donne, anziani, bambini, radunate poche cose, presero la via dell’esodo. Ma spesso l’accoglienza in Italia non fu quella che sarebbe stato doveroso assicurare”. Una tragedia, ha argomentato il presidente, che “fu sottovalutata e talvolta persino disconosciuta”.
“La memoria storica è un aspetto di fondamentale importanza per la vita di ogni Stato, di ogni comunità. Ciascuna perdita, ciascun sacrificio, ciascuna ingiustizia devono essere ricordati. Troppo a lungo, foiba fu sinonimo di occultamento della storia. Il ricordo delle vittime deve essere preservato e onorato”, ha proseguito Mattarella che ha concluso: “Dobbiamo avere la capacità di compiere gesti di attenzione, di dialogo, di rispetto. Dobbiamo ascoltare le storie degli altri, mettere in comune le sofferenze, lavorare insieme per guarire le ferite del passato. Se ci si pone dalla parte delle vittime, dei defraudati, dei perseguitati, la prospettiva cambia, i rancori lasciano in posto alla condivisione e si rende valore al percorso di comprensione”.
Meloni: italiani due volte, per nascita e per scelta
Ricordare significa “riportare al cuore”, ovvero ricondurre ciò che ci è più caro al centro di noi. Così, la premier nella dichiarazione resa in occasione del “Giorno del Ricordo”: “Noi oggi ‘riportiamo al cuore’ centinaia di migliaia di storie, e restituiamo loro la dignità che meritano. Oggi onoriamo la memoria dei martiri delle foibe e torniamo ad abbracciare tutti i nostri connazionali che decisero di abbandonare tutto pur di non rinunciare alla propria identità. Italiani due volte, per nascita e per scelta. In questa giornata, riportiamo al cuore ogni singola storia di quella tragedia e rinnoviamo una promessa solenne”. “Continueremo a scrivere nuove pagine e a raccontare alle giovani generazioni”, ha concluso Meloni, “ciò che è successo ai fiumani, agli istriani e ai dalmati. Perché la loro storia non è una storia che appartiene a una porzione di confine o a quel che resta delle comunità degli esuli, ma è patrimonio di tutta la Nazione. È una storia che ha sconfitto la congiura del silenzio e che nessun tentativo negazionista o giustificazionista potrà mai più nascondere o cancellare”.
La Foiba di Basovizza e il Treno del Ricordo
Sempre stamane, al Sacrario della Foiba di Basovizza, Monumento nazionale, il Comune di Trieste e dal Comitato per i martiri delle foibe ha promosso una cerimonia solenne, appuntamento centrale del programma di manifestazioni e iniziative, culturali e di approfondimento. Alla cerimonia ha partecipato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio: dopo l’appuntamento a Basovizza, alle 12.30 nella stazione centrale di Trieste è stato inaugurato il Treno del Ricordo 2025, progetto promosso dal ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, alla presenza di Nordio.
Il Treno del Ricordo è un treno storico, messo a disposizione da Fondazione Fs italiane e Gruppo Fs appositamente allestito con una mostra multimediale e l’esposizione delle masserizie degli esuli. Il convoglio sostera’ in citta’ fino a domani per poi partire alla volta di Padova, quindi Bologna Centrale, Roma Ostiense, Napoli Centrale, Lecce e Sassari.
Nordio: la nostra coscienza civile ci impone di mantenere il ricordo
Durante la cerimonia il Guardasigilli Nordio ha deposto una corona in rappresentanza del Governo. “In questo luogo sacro sono stati assassinati tanti nostri fratelli, colpevoli solo di essere italiani, vittime di una ideologia crudele che la storia ha condannato al pari delle altre dittature che hanno scatenato la seconda guerra mondiale: gli opposti estremismi costituiscono il medesimo volto della stupidità e della brutalità”. Così, il ministro della Giustizia Carlo Nordio: “La nostra coscienza cristiana ci invita a eliminare il rancore, ma la nostra coscienza civile ci impone di mantenere il ricordo”.
A Milano, cerimonia per vittime delle foibe e il sindaco Sala
Milano ha ricordato le vittime delle foibe e l’esodo degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia con una cerimonia davanti alla stele loro dedicata, realizzata dall’artista ed esule Piero Tarticchio. Oltre ai rappresentanti delle istituzioni hanno partecipato alla commemorazione diversi familiari di esuli che hanno portato la loro testimonianza,
“Ricordiamo sempre le vittime delle foibe e l’esodo forzato delle centinaia di migliaia di istriani, fiumani e dalmati, costretti a lasciare le loro terre dai partigiani jugoslavi e dal regime comunista di Tito”, ha detto il sindaco di Milano Sala, “una strage e una pulizia etnica troppo a lungo negate, rimosse. Ricordare dunque per tenere viva la memoria, come antidoto contro ogni forma di odio, di totalitarismo, di furia ideologica. E ricordare per impedire che tra negazionismo e riduzionismo si metta ancora in dubbio la verità storica dei fatti terribili di allora”.
Il Mur lancia un bando per Università e Istituzioni Afam
Una installazione che sappia interpretare, in chiave artistica, i temi legati alla memoria delle foibe, del confine orientale e dell’esodo giuliano-dalmata: è il bando di concorso del Mur lanciato oggi che richiede la realizzazione di un’opera da installare, per il prossimo anno, a Trieste, città di grande valore simbolico nella storia dell’esodo giuliano-dalmata.
Il concorso – rivolto a tutti i giovani talenti delle Università e delle Istituzioni dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM) – vuole promuovere la conoscenza storica della tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, in particolare tra le studentesse e gli studenti: “Il dramma delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è una ferita profonda, una pagina di storia a lungo ignorata nel tentativo di cancellarne il Ricordo – ha detto la Ministra dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini -. Ma la memoria è più forte. Ricordare non è solo un dovere, è un atto di rispetto e giustizia per le vittime, per le loro famiglie e per tutti coloro che hanno portato e portano ancora i segni di quella sofferenza. L’Italia non dimentica”.
Le candidature potranno essere presentate dal 25 febbraio al 10 aprile 2025.
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