Esteri / Politica
Giorgia Meloni e la politica estera: tra diplomazia e strategia
Di Beatrice Telesio di Toritto
Da quando è giunto al potere, il Governo guidato da Giorgia Meloni ha dovuto fare i conti con un contesto internazionale problematico e sfidante, con una complessa situazione economica, con margini di azione limitati e con l’esigenza di garantire all’estero la coerenza di una maggioranza non sempre unita. Negli ultimi mesi, in particolare, la politica estera del Governo Meloni ha visto una serie di avvenimenti di rilievo che hanno sottolineato l’approccio strategico e diplomatico dell’Italia nel contesto internazionale. Tra questi di certo spiccano la missione della premier a Washington a marzo, l’apertura del G7 a Borgo Egnazia in Puglia e la sua ultima visita in Cina. Questi eventi hanno evidenziato l’impegno del governo italiano nel rafforzare le relazioni con partner storici, da una parte, e nell’espandere le opportunità di cooperazione globale, dall’altra.
Meloni a Washington: rafforzare l’Alleanza transatlantica
A inizio marzo, Giorgia Meloni ha effettuato una visita ufficiale a Washington – la seconda nel giro di pochi mesi dopo essere diventata presidente del Consiglio – per incontrare il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Suggellato dall’iconico bacio sulla fronte di Biden alla premier italiana, l’incontro è stato cruciale per rafforzare i legami transatlantici e discutere questioni di interesse comune, tra cui la sicurezza internazionale, la stabilità nel Mediterraneo allargato e le politiche economiche. Meloni e Biden hanno discusso della collaborazione in ambito Nato e dell’importanza di mantenere un fronte unito contro le minacce comuni. La visita di marzo ha fornito in maniera chiara la misura della volontà del governo Meloni di mantenere salda l’alleanza con gli Stati Uniti, considerato un partner strategico fondamentale. L’iniziale diffidenza con cui, nell’autunno del 2022, Joe Biden guardava all’arrivo di Giorgia Meloni è da allora del tutto superata e nel corso dell’ultimo anno e mezzo, tra i due si è instaurato un rapporto di fiducia e anche – cosa abbastanza inedita – di bisogno reciproco: se Meloni ha puntato sull’atlantismo per affermare la propria credibilità come leader internazionale, Biden da quel momento ha puntato sull’Italia come uno degli alleati affidabili in Europa. È più che possibile che questa tendenza perdurerà, almeno in un primo momento, anche con la prossima amministrazione, democratica o repubblicana che sia.
G7 in Puglia: un palcoscenico per l’Italia
Come presidente di turno del G7, lo scorso giugno l’Italia ha ospitato in Puglia il vertice dei capi di stato delle sette più influenti democrazie del mondo. Un evento di grande importanza internazionale che ha chiamato a raccolta nella splendida cornice Borgo Egnazia i leader delle maggiori economie mondiali. Ancora prima che iniziasse la riunione, Meloni appariva come la leader dal consenso politico più solido, avendo appena vinto le elezioni europee in Italia e, una volta finita la riunione, è stata l’unica a poter rivendicare una vittoria politica per essere riuscita a rimuovere ogni riferimento all’aborto nel comunicato finale, come richiesto in maniera molto esplicita da lei e dai diplomatici italiani impegnati nei negoziati. Durante il vertice, il governo Meloni ha sottolineato l’importanza di affrontare le sfide globali come il cambiamento climatico, la sicurezza internazionale e la ripresa economica post-pandemica. Nella conferenza stampa di chiusura del G7 Meloni ha descritto la riunione come «un successo», affermando: «Sono orgogliosa di come la nostra nazione sia riuscita, ancora una volta, a stupire e a tracciare la rotta». Ed effettivamente, una volta chiuso il sipario, la sensazione collettiva era quella di un rafforzamento del posizionamento dell’Italia e della Meloni.
Visita di Meloni in Cina: un ponte tra Oriente e Occidente
L’ultimo impegno rilevante a fine giugno, quando Giorgia Meloni ha intrapreso una missione diplomatica in Cina. È stata la prima visita di un capo di governo italiano in Cina dall’aprile del 2019, al tempo Conte aveva partecipato a Pechino al forum internazionale sulla cosiddetta “Via della Seta”, il progetto di espansione commerciale e politica che da anni il regime di Xi porta avanti attraverso accordi con vari paesi del mondo. Proprio gli sviluppi di quel progetto, ad oggi non rinnovato per volere italiano, aiutano a comprendere le ragioni del viaggio di Meloni. Da un lato, il prendere le distanze dalla Cina su alcune importanti questioni, dall’altro evitare di compromettere le relazioni commerciali tra Pechino e Roma, fondamentali per molte imprese nostrane. La visita ha aperto la strada a nuovi accordi commerciali e investimenti reciproci e toccato vari aspetti, dalla cooperazione nel settore tecnologico, alle infrastrutture e cultura. Meloni ha sottolineato l’importanza di mantenere un dialogo aperto e costruttivo con la Cina, pur ribadendo l’impegno dell’Italia nei confronti dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Il tema dei rapporti con la Cina è quindi stato gestito con saggezza ed equilibrio, garantendo che le relazioni bilaterali continuino comunque a svilupparsi in un contesto collaborativo.
In conclusione, i mesi recenti hanno evidenziato un’intensa attiva politica nel contesto internazionale del Governo Meloni, caratterizzata da un equilibrio sempre più fondamentale tra diplomazia e pragmatismo. Con i molti eventi diplomatici di questo periodo, soprattutto quelli che abbiamo considerato, l’Italia ha dimostrato in maniera inequivocabile la sua volontà di essere attore protagonista sulla scena internazionale, promuovendo la cooperazione globale e tutelando i propri interessi nazionali.