Politica
Meloni al Consiglio Ue vuole risposte su energia e flussi migratori
Di Giampiero Cinelli
In vista del Consiglio Ue del 15 e 16 dicembre il premier Giorgia Meloni riferisce alla Camera la posizione dell’Italia e i punti programmatici che verranno trattati. Come quasi sempre punti importanti. Ma ad oggi, cruciali. Roma e l’Europa sono coinvolte nel conflitto ucraino, seppur non direttamente, e nel ribadire il sostegno a Kiev Meloni parla della ricostruzione, stimata in 349 miliardi totali a cui l’Italia contribuisce. «La recente proposta della Commissione Europea di assistenza macro-finanziaria da 18 miliardi di euro per tutto il 2023 conferma la volontà di un sostegno ambizioso e duraturo. L’Italia ha partecipato con 110 milioni di euro di sostegno al bilancio generale e 200 milioni di prestito senza oneri», spiega il presidente.
Energia
Dall’Ucraina alla crisi energetica. Oggi si riunisce di nuovo il consiglio dei ministri dell’energia europei. L’obiettivo migliore sarebbe secondo il governo quello del tetto dinamico al prezzo e Meloni non ha nascosto che per ora i risultati dei tavoli sono insoddisfacenti. Ma «la posta in gioco sull’energia è molto alta». Siccome, come specifica anche il premier, sull’energia l’Europa dimostra se è in grado davvero di tenersi unita e di proteggere i suoi cittadini, allora è necessario che il programma RePower EU, aggiornato sugli aiuti in tema di approvvigionamento e bollette, avanzi. E che venga anche adoperata flessibilità sull’uso dei fondi di coesione non ancora impegnati.
Giorgia Meloni pone l’accento su quanto sia importante una Unione Europea dove non si lascino «prevalere logiche unilaterali secondo le quali gli Stati con maggiore spazio fiscale fanno da sé e quelli con scarsa capacità di spesa possono essere lasciati indietro». E poi sottolinea: «A chiedere il tetto dinamico al prezzo, insieme all’Italia ci sono infatti pur con diverse sensibilità Belgio, Bulgaria, Croazia, Francia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna. Quel che è certo è che andare in ordine sparso di fronte a questa sfida epocale, pensando che chi è più forte economicamente possa salvarsi se necessario a scapito degli altri, non solo sarebbe un’illusione, ma tradirebbe la realtà di un’Europa molto diversa da quella che è stata decantata in questi anni».
Un altro punto è quello della sicurezza e difesa. In merito Meloni annuncia che al Consiglio verranno affrontate alcune priorità come la rapida adozione del regolamento per l’approvvigionamento congiunto e maggiori investimenti nella cyber-sicurezza e nella resilienza delle infrastrutture critiche. Con l’auspicio che ciò possa favorire una maggiore autonomia strategica del continente europeo.
Rapporti Usa-Ue
In una fase di crisi geopolitica ed economica le relazioni transatlantiche sono ovviamente utili ma vanno anche trattate con attenzione e alle riunioni del 15 e 16 dicembre se ne discuterà. Meloni rimarca che gli Stati Uniti ci riconoscono tuttora come «partner di prima istanza» e vede di buon occhio strumenti di cooperazione economica quali ad esempio «il Consiglio commerciale e tecnologico UE-USA, risultato chiave del Vertice che segna il rilancio di un’agenda commerciale bilaterale». Al contempo, dice il premier, «L’Inflation Reduction Act americano, che prevede 369 miliardi di incentivi fiscali per gli investimenti e per la produzione di veicoli elettrici e batterie, di energia rinnovabile e relativo stoccaggio, di idrogeno rinnovabile e per la cattura e lo stoccaggio di anidride carbonica, desta invece preoccupazione, perché non possiamo nascondere i potenziali effetti distorsivi e discriminatori verso le imprese europee che potrebbe generare. Al riguardo è un primo segnale positivo l’istituzione, nell’ultima riunione del Consiglio commerciale e tecnologico UE-USA, di un’apposita Task Force transatlantica per affrontare le eventuali storture derivanti dall’attuazione del provvedimento La parità di condizioni di competitività per le nostre imprese è condizione fondamentale, che va garantita sia nei confronti del mercato Usa che all’interno dello stesso mercato europeo».
Balcani
«Vuoti strategici saranno riempiti da altri». L’Unione Europea è molto attenta alla situazione nei Balcani ed è chiara la volontà di stabilizzarli, soprattutto i Balcani occidentali. «È questa la posizione che il Governo ha ribadito in occasione del Vertice UE-Balcani dello scorso 6 novembre a Tirana. Un vertice che ha permesso di rafforzare l’azione e la visibilità dell’Unione Europea nella regione». A lungo termine è interesse che anche quelle aree possano concretizzare la loro integrazione europea. Meloni ritiene che ciò renderebbe l’Italia più centrale nella sua influenza ed è soddisfatta dei processi negoziali aperti con Albania e Macedonia del Macedonia del Nord. Attualmente il risultato maggiormente alla portata è la concessione dello status di candidato alla Bosnia ed Erzegovina. E riguardo al Kosovo Meloni dichiara: «Il governo segue con preoccupazione le crescenti tensioni nelle zone settentrionali del Kosovo a maggioranza serba. Con la missione congiunta dei ministri Tajani e Crosetto abbiamo affermato la nostra volontà di essere protagonisti e portatori di pace laddove da tanti anni operano le truppe italiane che ringrazio, inquadrate nella missione “Kfor”».
Africa
Il conflitto bellico ha mostrato quanto le rotte del Mediterraneo finiscano per essere pesantemente coinvolte, sia in termini di carenze alimentari sia in termini di immigrazione. Meloni ci tiene a dire che adesso, anche grazie alla determinazione dell’Italia, il dossier Mediterraneo sia ora considerato tra quelli più importanti a Bruxelles. Eppure bisogna ancora lavorare molto per un quadro volto alla migrazione legale anziché illegale e alle redistribuzioni. L’Italia nella cooperazione con l’Africa può giocare un ruolo da protagonista e promuovere proprio in loco un modello di sviluppo umano. «La nostra nazione è cerniera e ponte energetico naturale tra il Mediterraneo e l’Europa in virtù della sua posizione geografica, delle sue infrastrutture e del prezioso contributo delle proprie imprese. L’obiettivo strategico che questo Governo intende perseguire è fare dell’Italia uno snodo energetico, che colleghi tramite gasdotti – che in prospettiva dovranno trasportare idrogeno verde – ed elettrodotti la sponda sud del Mediterraneo con il resto dell’Europa».
L’accordo Italia-Tunisia per l’elettricità
Meloni quindi annuncia in Aula «il recente via libera della Commissione Europea allo stanziamento di 307 milioni di euro per co-finanziare la nuova interconnessione elettrica tra l’Italia e la Tunisia. Un’opera che sarà realizzata da Terna e dalla società tunisina Steg, che costituirà un nuovo corridoio energetico tra Africa ed Europa, favorendo la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e l’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili. Attraverso progetti di cooperazione come questo, lavoriamo per fare dell’Italia la Nazione promotrice di un ‘piano Mattei’ per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane, un approccio che, prendendo esempio da un grande italiano come Enrico Mattei, non sia predatorio nei confronti dei paesi africani, ma collaborativo, fondato su uno sviluppo che garantisca crescita, dignità, lavoro, che costruisca le condizioni per difendere il diritto a non dover emigrare, piuttosto che il diritto a dover emigrare per forza sostenuto fin qui».