Politica
«Non siamo marziani», la strategia di Meloni in Ue per scollarsi l’etichetta di “far right”
Di Giampiero Cinelli
I media internazionali continuano a chiamarla “far right”. Cioè estrema destra. Vista questa percezione, Giorgia Meloni non poteva attendere troppo nel cercare un’interlocuzione in Europa più concreta possibile. E a giudicare sempre dai media internazionali, si potrebbe dire “buona la prima”.
Ieri il primo viaggio istituzionale del premier per incontrare le principali autorità europee – dal Commissario all’economia Paolo Gentiloni, alla presidente del Parlamento Roberta Metsola, dalla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen fino al presidente del Consiglio Ue Charles Michel – era innanzitutto volto ad accreditare la sua stessa figura e del suo governo agli occhi di istituzioni sovranazionali troppo spesso diffidenti nei confronti di una certa area politica. Mostrando determinazione verso il raggiungimento di obiettivi comuni, ma assicurandosi di poter contare sulla collaborazione.
La stessa Meloni ha infatti sottolineato ai media di aver trovato in Europa: «orecchie disposte ad ascoltare», definendo i colloqui «franchi e positivi. Era importante – ha detto – incontrarsi di persona e dissipare i preconcetti su di me. Non siamo dei marziani». La prima tappa è stata un pranzo informale presso la residenza dell’ambasciatore italiano con il commissario all’Economia dell’Ue Paolo Gentiloni, lui stesso ex primo ministro italiano.
Nell’incontro con Metsola, in cui si è parlato in italiano e il clima è stato particolarmente disteso (le due già si conoscevano) è stato assicurato un impegno totalmente allineato sull’Ucraina. Ma il colloquio non ha potuto eludere le preoccupazione della Presidente del Parlamento sulle simpatie della destra nei confronti della Russia, un fenomeno che Meloni ha assicurato di poter gestire, accogliendo anche l’invito di Metsola a parlare al Parlamento europeo.
Giorgia Meloni, facendo un punto con la stampa in serata, ha comunque ribadito di stare cercando il modo di perseguire al meglio gli interessi nazionali in Europa nonostante il contesto generale in cui è inserita l’Italia, spiegando di aver parlato dei fondi del Recovery e di come si possano riadattare in un nuovo piano coerente con la situazione attuale. Anche sull’immigrazione la difesa dei confini resta una priorità. Insomma Giorgia Meloni non vuole snaturarsi. E non ne fa mistero davanti a chi la osserverà attentamente. «Da questi primi incontri nasceranno una serie di dossier», ha detto Meloni.