Politica
Gelmini in audizione: “Per il federalismo fiscale più spazio alla perequazione”
Di Vanessa Gloria
Federalismo fiscale e regionalismo differenziato rimangono temi centrali nell’agenda politica, nonostante la pandemia. Questa la posizione del Ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini che, in commissione parlamentare per il Federalismo fiscale sullo stato di attuazione e sulle prospettive della riforma in fieri anche in riferimento ai contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, dichiara: “Abbiamo assistito, per effetto della crisi pandemica, ad un pervasivo intervento dello Stato nella gestione dell’emergenza anche per quella sentenza della Corte Costituzionale che ha richiamato la necessità nella lotta alla pandemia di una cornice regolatoria nazionale, ma ciò non può significare un ritorno ad un nuovo centralismo”.
La ragione per cui l’attuazione della riforma sul federalismo fiscale non è mai stata portata a termine va ricercata nella crisi finanziaria, che ha comportato un restringimento dei vincoli di bilancio, col Patto di stabilità, e la chiamata degli enti locali ad effettuare un percorso di spending review e una razionalizzazione delle spese e dei bilanci locali.
Per accelerare l’attuazione del federalismo fiscale, secondo il Ministro, bisogna dare più spazio alla perequazione, altrimenti si rischia di impantanarsi nelle riforme che hanno creato una perdita di tempo e il conseguente stop dell’avanzamento della riforma stessa. Perciò la strada del federalismo fiscale è favorita dal contesto del nuovo governo di unità nazionale.
Gelmini tiene a precisare: “Mi preme sottolineare che da parte dell’Esecutivo cui appartengo non è mai venuta meno l’attenzione e la disponibilità nei confronti di Regioni ed Enti Locali di fronte all’evoluzione del quadro pandemico, così come ad altre situazioni di difficoltà emergenti. I decreti legge 34 (‘decreto rilancio’), 104 (‘decreto agosto’), 137 del 2020 (‘decreto ristori) e il decreto 41 del 2021 (‘decreto sostegni’), insieme alla legge di bilancio 2021 hanno previsto interventi a sostegno degli Enti territoriali nel contesto dell’emergenza per 12,7 miliardi di euro nel 2020 e 2,5 miliardi nel 2021. A queste risorse vanno aggiunti i quasi 2 miliardi che vengono complessivamente mobilitati dal decreto sostegni bis, approvato la scorsa settimana in Consiglio dei Ministri”.
“Il percorso del federalismo fiscale nel Pnrr è graduale, per i comuni il processo è già in corso dal 2015, il federalismo fiscale è in corso di approfondimenti e per le Regioni il processo sarà definito entro il I trim 2026”. Questo è quanto ripreso dal testo del Pnrr, dalla Sen. Ricciardi (M5S): “Nel caso in cui il fondo di solidarietà comunale perequasse al 100% quali sono gli impegni economici? Ritiene che la spesa sia sostenibile?” Una misura che la Gelmini ha già proposto: “Al 100% è quasi impossibile arrivarci, ho chiesto lumi su come ampliare la perequazione per trovare una solidarietà tra nord e sud ed evitare divisioni. Va comunque sottoposto ad una sostenibilità finanziaria e di bilancio perché la perequazione ha un costo, si tratta di trovare un equilibrio finanziario e bisogna capire i margini per allargarlo e per renderlo sostenibile. Aumentare la percentuale attuale è uno sforzo che dobbiamo fare”.
Sullo scarso dialogo e coordinamento con gli Enti locali si sofferma l’On. Osnato (FdI): “C’è una rinuncia dei governi a un dialogo che non sia in contrapposizione con le regioni” Il Ministro Gelmini tiene a precisare: “Voglio rivendicare una differenza con i governi precedenti, posso assicurare che il clima all’interno della Conferenza Stato-Regioni è un clima di collaborazione e di coinvolgimento. Tutti i provvedimenti del Consiglio dei Ministri sono passati da un vaglio preventivo, trovo che ci sia un cambio di passo rispetto ai governi precedenti”.
Interviene l’On. De Menech (PD): “L’autonomia può aiutarci nei concetti di sussidiarietà, l’Italia è viva se è abitata” Gelmini chiarisce: “La legge quadro non è una scelta di campo ma di opportunità rispetto al fatto che se queste intese non sono state ancora siglate è perché ci sono criticità e l’unico modo per attuare l’autonomia è riconoscere a quelle regioni quel risultato elettorale per rispettarlo. Bisogna muoverci in un sistema che non veda l’autonomia come una fuga in avanti ma che l’accompagni e che acceleri il percorso. Proviamo a fare uno sforzo di condivisione per correre a chiudere quelle intese che ad oggi sono aperte perché le criticità non lo consentono”.