Un'occasione unica. Una congiuntura irripetibile. Tra una settimana inizia la presidenza di turno dell'Italia del G20. Gli Sherpa dell'Arabia Saudita hanno concluso il loro lavoro e stanno ultimando il passaggio di un testimone che senza bisogno di spiegazioni si presenta come pesantissimo per il nostro Paese. C'è la pandemia globale. La politica estera è dominata da spinte nazionalistiche in un momento in cui la cooperazione internazionale non è più un'opzione, ma una necessità. E qui si annida la grande chance dell'Italia, che è chiamata a proseguire il lavoro saudita che ha messo al centro del dialogo globale il multilateralismo.
L'Italia ha anzitutto la storia dalla sua parte, perché ha sempre fatto della collaborazione internazionale un suo must. E' poi tra i Paesi fondatori dell'Unione europea e ha storicamente ottimi rapporti con gli Stati Uniti abbinati al credo del multilateralismo. All'interno degli organismi internazionali come ONU, NATO, UE e WTO la politica estera italiana ha per cultura sempre portato avanti le istanze della collegialità e il valore della solidarietà. Sono tutti valori che con la pandemia e i suoi effetti economico-sociali sono tornati prepotentemente al centro del dibattito internazionale.
Conte ha definito il multilateralismo "unica scelta sostenibile", collegandolo ad un altro tema cui è molto legata l'Italia che è quello ambientale. "Costruire un futuro migliore è possibile solo se lavoreremo tutti insieme, uniti in una comunità globale d'intenti, forgiata su uno spirito di cooperazione e solidarietà". Poi chiosa sulla Covid lesson learned: "Nessun Paese può vincere da solo le sfide globali. Sono sicuro di poter contare sul sostegno di tutti voi. Sarà un piacere accogliervi il prossimo 30-31 ottobre per nostro vertice in Italia".
Persone, Pianeta e Prosperità. Sono queste le tre parole chiave annunciate dalla presidenza italiana alle porte. Che fanno il paio con i titoli dei paragrafi della dichiarazione conclusiva del vertice di Riyadh (non in presenza) tenuto ieri.
Rising to the Challenge Together Dove per sfida (challenge) bisogna leggere Covid19. La presidenza Saudita si è adoperata per mobilizzare risorse globali in grado di ben supportare la ricerca scientifica, lo sviluppo e la produzione di strumentazione sanitaria e ovviamente la messa a punta di un vaccino affidabile ed efficace. Ma soprattutto ha rilanciato la "Debt Service Suspension Initiative" (DSSI) a cura del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale per sospendere (almeno fino a giugno 2021) le scadenze debitorie per i Paesi più in difficoltà. In primavera ci sarà da gestire il primo tagliando all'efficacia dell'iniziativa, potenzialmente prorogabile di altri 6 mesi. E di questo si occuperà il nostro Paese.
Trade and Investments Scambi commerciali e investimenti con l'amministrazione Trump hanno fatto rima con dazi. E la guerra commerciale Cina-Usa non ha escluso nessun colpo basso, almeno fino alla diffusione globale del virus. L'Italia su questo fronte inizia la corsa G20 con due vantaggi: il primo è la vittoria di Biden che ha intenzioni diverse da quelle di Trump dal punto di vista commerciale, il secondo è che gli effetti economico-sociali della crisi da Covid in atto sono ormai talmente evidenti da costringere gli attori globali ad un'immediata presa di coscienza. L'Arabia Saudita ha puntato forte sul rilancio dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). L'Italia potrebbe proseguire il lavoro e seguire la strada.
L'occasione è grande, ma la sfida che attende l'Italia è altrettanto imponente e impegnativa. Dobbiamo essere all'altezza.
Paolo Bozzacchi
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