Politica
Fratelli D’Italia al congresso romano. Filini: «Il voto ci proietta al Campidoglio»
Di Giampiero Cinelli
Tutte le strade portano a Roma. Oggi più che mai, nell’Italia governata da Fratelli D’Italia, partito romano per fondazione, formazione e provenienza. A Roma è nato il progetto degli eredi di Alleanza Nazionale, animato ovviamente da Giorgia Meloni ed altri, tra cui Fabio Rampelli, figura storica della destra capitolina. Entrambi romani, hanno qui la loro gente, e per loro l’elezione del segretario provinciale del partito, che si decide nel congresso di sabato e domenica, non è cosa secondaria.
Gli equilibri del partito più influente della nazione, che adesso si proietta ben più all’esterno, si creano da via della Scrofa e si palesano nella sede dell’Eur dove si svolge il congresso, sempre con Meloni e Rampelli a chiamare a raccolta, dopo che le tessere nella città eterna sono diventate circa 43.000, dalle 22.000 del 2022. C’è dunque bisogno di presentare un disegno politico che può esemplificarsi anche basandosi su un’idea di città, che oggi va pensata alla luce dei suoi cambiamenti e del suo progresso, senza dimenticarne il Dna. Chi dovrà interpretare il percorso da fare sarà uno tra Marco Perissa (di area meloniana) e Massimo Milani (fedelissimo di Rampelli).
Completare un processo di radicamento non può darsi ignorando la capitale, così complessa e ramificata, in cui i ruoli dei partiti andrebbero riscoperti. Fratelli D’Italia lo sa e parte dal capo del partito romano per ambire, molto probabilmente, al Campidoglio. Un traguardo a cui Meloni e i suoi hanno sempre tenuto molto (fu proprio lei che si candidò a sindaco nel 2017 arrivando terza dopo Roberto Giachetti e Virginia Raggi).
Si è discusso sul fatto che per il congresso dell’Eur non si è giunti a un candidato unico. Ma forse non è strano. E perché dovrebbe esserlo se nei partiti dal modello più novecentesco quasi sempre si vedono scontri multipli. Qui è duello. Quindi partito spaccato? No, solo «normale dialettica di un soggetto dinamico con partecipazione democratica dove alla fine si è arrivati a tale espressione» dice a The Watcher Post il deputato di Fratelli D’Italia Francesco Filini, sostenitore di Perissa nonché uno di coloro che hanno sottoscritto la sua candidatura. «Con questo congresso proiettiamo direttamente il partito alle elezioni comunali del 2026 – spiega -. La città è rimasta indietro e ha bisogno di ascolto, di dialogo con tutte le categorie, di investimenti, presentando la nostra idea di città per non lasciare inespresse le risorse del territorio».
Filini ricorda la natura di Fratelli D’Italia, nata dal basso e dal contatto con i territori, una vena che dopo il congresso sarà meglio incarnata con lo sviluppo della «rete territoriale, fatta dai circoli, dai coordinamenti municipali, dai consiglieri municipali e comunali, ma anche da responsabili di dipartimenti tematici, che sappiano dialogare con i tanti ambienti e le esigenze di questa città immensa, sulla falsa riga di quello che fa il partito nazionale».
L’individuazione dei dipartimenti e dei relativi responsabili sarà un progetto del nuovo corso romano, oltre all’apertura di nuove sezioni, cosa che si stava già facendo, e su cui sicuramente si valuterà nel prossimo futuro. I dipartimenti serviranno a inquadrare tematiche specifiche da trattare subito nello specifico attraverso figure che hanno competenze ed esperienze dirette negli ambiti, come ad esempio i trasporti, i rifiuti. Un partito che cresce si pone ovviamente il problema di come essere presente sul territorio, ma oggi Fratelli D’Italia reputa importante anche una presenza funzionale, subito utile al mondo delle professioni e degli stakeholder, perché c’è una città da «portare nel futuro, che da troppo tempo ha gli stessi problemi».
I progetti infrastrutturali, i tanti annunci di Roberto Gualtieri non nascondono quello che secondo Francesco Filini è un sindaco «non percepito dalla città, abbastanza anonimo , che sugli investimenti infrastrutturali si è mosso con estremo ritardo e anche in maniera discutibile se si fa riferimento al termovalorizzatore e agli impianti dei rifiuti. C’è bisogno di impianti per lo smaltimento e serve rivedere il sistema della raccolta e del conferimento dei rifiuti, ma in modo intelligente, razionale, soprattutto sostenibile con i contesti della città. Ci vuole quindi un cambio di passo per una capitale ingessata e ferma che non riesce a mettersi al passo con le grandi capitali europee. La complessità c’è ma si deve affrontare». Qui il deputato ripercorre le questione dei poteri speciali per Roma Capitale «quel decentramento amministrativo sempre sognato e mai concretizzato…».
Sfide così grandi difficilmente possono essere declinate senza una dialettica anche interna. «Vogliamo riportare il contatto stretto tra la politica e il cittadino».