Politica

Forza Italia, Congresso al via. Il giorno di Tajani

23
Febbraio 2024
Di Giampiero Cinelli

Il congresso di Forza Italia si apre oggi pomeriggio all’Eur e a suscitare l’interesse dei commentatori non è tanto quale segretario ne verrà fuori, quanto piuttosto quale sarà il volto di un partito che dopo Berlusconi, a scanso di molte sirene, non è uscito dai radar, anzi è parte integrante della destra di governo, di cui esprime un tratto, quello più liberale ed europeista. Il segretario insomma dovrebbe essere di nuovo Antonio Tajani, a cui vanno affiancati quattro vicesegretari. A votare i dirigenti 1.313 delegati, parte dei quali hanno ottenuto il diritto partecipando ai congressi territoriali svolti precedentemente. Secondo le indiscrezioni, i vice più accreditati sembrano Roberto OcchiutoDeborah BergaminiStefano Benigni e Alberto Cirio.

Forza Italia punta a raggiungere la percentuale del 10% alle europee e raddoppiare questo risultato alle prossime politiche, la collocazione è fuori di discussione e resta quella all’interno del Ppe, i Popolari europei. Anche per questo si attende in video il collegamento al congresso di Ursula von der Leyen, la cui riconferma FI vede di buon occhio. Molto probabile anche un intervento da remoto di Giorgia Meloni, con Fratelli D’Italia che però a Bruxelles fa parte di un altro gruppo.

Nel congresso verrà designato anche il presidente del Consiglio nazionale di Forza Italia, un ruolo nuovo che si pensa andrà a Renato Schifani. Da ricordare che lo scorso anno fu il Consiglio nazionale a incaricare Tajani fino al congresso odierno.

Tra venerdì e sabato l’assemblea sarà aperta anche a imprenditori, rappresentanti sindacali e volti noti della politica italiana e internazionale. Da Ignazio La Russa alla presidente del Parlamento Europeo Roberta Metzola, passando per il numero uno del Ppe Manfred Weber e per l’eurodeputato spagnolo Antonio Lopez Isturiz

Qualcuno si è chiesto perché il partito dovrebbe convergere così compattamente su Tajani, visto che anche Forza Italia non è avulsa dalle classiche correnti di partito. Un’idea sarebbe quella secondo cui in questa fase di vita della compagine, il ministro degli esteri è la figura più adatta al traghettamento dalla passata leadership berlusconiana, in attesa della prima vera grande prova elettorale senza il suo fondatore. Una volta capito quale sarà il peso del partito nel nuovo contesto politico italiano, forse una dialettica si riaccenderà. Sempre se altre personalità saranno in grado di emergere, anche mediaticamente. Sarebbe insomma troppo facile descrivere Forza Italia ancora come una formazione dalla natura leaderistica, considerato che Tajani non è certo il tipo di leader alla Berlusconi, e che i partiti leaderistici non fanno veri e propri congressi.

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