In Parlamento / Politica
FOCUS TORINO #2. Ruffino (Azione): «Se vinciamo avanti con Draghi»
Di Andrea Maccagno
Continua il viaggio di The Watcher Post nel conoscere alcuni dei candidati di punta dei vari poli che si scontreranno a Torino, città particolarmente interessante per storia politica e prospettive future. Dopo il dialogo con l’On. Montaruli di Fratelli d’Italia, è il turno dell’On. Daniela Ruffino, candidata per Azione alla Camera nel collegio uninominale sud-ovest della Città Metropolitana (tra cui Moncalieri e il pinerolese) e nei due collegi plurinominali del Piemonte 1 come capolista.
Daniela Ruffino, eletta nel 2018 con Forza Italia, da marzo è passata ad Azione. Si sente più a casa, oggi, con gli arrivi di Gelmini e Carfagna?
«Sono contenta della scelta di campo fatta dalle due ministre. Da tempo Forza Italia è diventata un partito in mano a pochi e che sta abbandonando i valori liberali e centristi per cui è nata. Sono molto soddisfatta di aver scelto Azione perché riflette i valori in cui credo ed è un partito che punta al concreto, a fare ciò che dice».
Avete per lungo tempo lavorato ad una federazione con +Europa, con la quale avete poi siglato un accordo con il Partito Democratico, che vi riconosceva seggi e leadership. Non avete perso di credibilità rompendo l’alleanza dopo appena quattro giorni dalla stretta di mano con Letta?
«No, semmai è stato qualcun altro che ha tradito la parola data. Noi siamo sempre stati coerenti con quello che diciamo, mai alleati di chi non vuole lo sviluppo dell’Italia e no ad alleanze con grillini o ex, che hanno sfasciato il Paese. Dispiace per gli amici di +Europa con i quali per ora si è interrotto un percorso che magari un domani si può riprendere».
Renzi e Calenda sono due leader che si sono stimati ma che hanno avuto molto da ridirsi. L’attuale alleanza è dettata dalla necessità o da una riscoperta convergenza?
«In politica si dicono tante cose. Calenda è stato ministro nel governo Renzi, sono due leader veri, carismatici. Ci può essere stata qualche divergenza in passato, ma alla base credo ci sia una stima che li leghi e una visione politica su uno spazio da creare ed occupare».
Azione è accreditata in risalita nei sondaggi ma, con molti elettori che sceglieranno negli ultimi giorni, potrebbe rimanere schiacciata dal “voto utile”. La preoccupa questa prospettiva?
«No, perché credo che il nostro consenso sia genuino e non condizionato dalle scelte del momento. D’altronde Calenda lo ha già dimostrato quando si è candidato a sindaco di Roma. Il risultato di una buona politica, pulita e concreta, paga. Così sarà anche il 25 settembre».
Renzi parla di Draghi-bis se la lista raggiungesse il 10%: è il vostro obiettivo?
«Assolutamente sì. Draghi è un eccellente uomo delle istituzioni, accreditato a livello internazionale, ha quella rispettabilità che ti aspetti da un uomo di Stato di rango come lui. Si è messo al servizio della nazione in un momento difficilissimo. Bisognava fargli finire l’ottimo lavoro che qualcuno, per meri calcoli elettorali, ha pensato bene di troncare. Se vinceremo, per noi Draghi potrà continuare tranquillamente ad attuare i temi della sua agenda».
Daniela Ruffino, il suo nome è noto a Giaveno, di cui è stata sindaco per dieci anni. Poi vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte: quali le priorità dal territorio?
«Sono sempre stata molto attenta ai temi della mia terra. Sanità, trasporto pubblico locale, istruzione, alta velocità, lavoro. Su questo mi sono concentrata ascoltando sempre tutti nel rispetto del dialogo e delle differenze politiche».
Calenda ha proposto una pausa della campagna elettorale per affrontare la questione energetica: come rispondere al caro-bollette?
«Come ha indicato Calenda, serve sedersi tutti intorno ad un tavolo e trovare la soluzione per evitare lo tsunami che si potrebbe abbatte su imprese e famiglie. Per dimezzare il costo delle bollette e aiutare le imprese, serve sganciare il prezzo delle rinnovabili non contrattualizzate dal gas: serve un obbligo di legge del Gse. Bisogna anche sospendere i certificati Ets sulle emissioni di Co2 e mettere dieci miliardi su imprese gasivore ed energivore».
Nucleare, rigassificatori e trivelle: qual è la vostra idea di transizione ecologica?
«Per tutto bisogna avere una strategia. Noi siamo per il nucleare di ultima generazione, ad emissioni zero e quindi compatibile con la transizione ecologica. Ci vuole del tempo per ottenerlo ma, se non programmiamo e iniziamo, non avremo mai un’opportunità del genere. Le rinnovabili bisogna svilupparle al massimo, ma essendo fonti intermittenti difficilmente possono garantire una continuità energetica».