Politica

Fine dell’alleanza gialloverde: le norme a metà

12
Agosto 2019
Di Redazione

 

Con la fine di una storia inevitabilmente rimangono delle questioni sospese, interrotte, insomma a metà. Ed è così anche nel caso della fine del Governo del Cambiamento, che in 14 mesi ha fatto tanto ma, allo stesso tempo, ha anche avviato molte discussioni che rimangono bloccate.

Il primo pensiero è alla recente riforma della giustizia, annunciata dal Ministro Bonafede, criticata dalla Lega e discussa in un Consiglio dei Ministri di fine luglio. Un testo che, terminato il CdM, era ancora in fase di modifica e di riflessione (politica), che prevedeva deleghe al governo per rimettere mano al sistema giudiziario italiano.

Altro caso molto discusso è quello delle chiusure domenicali. Che non si sarebbe arrivati a un punto finale prima di lunghi mesi di riflessioni si era inteso già parecchio tempo fa. La discussione del provvedimento infatti è stata sospesa alla Camera in primavera. Con la crisi di governo, adesso, rischia di non riprendere prima di parecchi mesi.

E la questione autonomie? Certo, con un eventuale nuovo governo a trazione leghista, diventerebbe la priorità massima insieme alla flat tax. Ma in questo momento il percorso verso un’autonomia differenziata dovrà attendere. Lo scorso luglio la situazione si era incagliata sul tema scuola, con il Movimento 5 Stelle contrario per il regionalismo in questo ambito e con le dure reazioni dei governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

Altro tema caro al M5S è il salario minimo. Il provvedimento al momento è fermo in Senato, dove deve ancora terminare l’esame in Commissione. Anche su questo fronte non sono mancate le critiche sia dalle parti sociali sia dall’alleato di governo, che ha sempre rivolto un pensiero anche alle imprese. Stesso blocco anche per il decreto sulla tutela del lavoro e le crisi aziendali. È stato esaminato e approvato, salvo intese, dall’ultimo CdM prima della pausa estiva (e prima dell’apertura della crisi di governo). Che fine farà il testo del decreto-legge nato per tutelare categorie di lavoratori deboli (come i rider) e per sostenere tutti quei lavoratori implicati in crisi aziendali come quella di Whirpool in Campania?

Intanto Di Maio e tutto il Movimento spingono per concludere quantomeno l’iter di approvazione del disegno di legge costituzionale che prevede il taglio dei parlamentari. Manca infatti solo l’ultimo passaggio alla Camera che, prima della crisi, era calendarizzato per inizio settembre. Staremo a vedere.

 

Fabiana Nacci

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