Esteri / Politica
Europee 2024, il gap del centrodestra. Decisivo il ruolo delle forze liberal-democratiche
Di Gianni Pittella
Forse ha ragione il Presidente Casini quando dice che “in politica l’eredità non si riceve, si prende. È arrivata una giovane signora e si è presa l’eredità di Silvio Berlusconi: il centrodestra oggi è Giorgia Meloni”. Almeno sul piano del consenso elettorale e della leadership politica del centrodestra, Casini ha ragione. E ciò almeno per l’oggi e i mesi che verranno.
Onestamente resta qualche dubbio che invece si tratti di eredità culturale, valoriale, strategica, in poche parole politica nel senso più pieno. E le europee 2024 potranno già rappresentare un primo elemento di distonia politica sia sul piano dell’organizzazione concreta dell’offerta elettorale sia su quello del posizionamento sovranazionale.
Partiamo da due dati. Primo, alle elezioni europee si vota con il proporzionale, con una soglia di sbarramento sufficientemente modesta da indurre senza troppi rischi Forza Italia a candidarsi in alternativa a Fratelli d’Italia. Secondo. Fratelli d’Italia e Forza Italia appartengono a due Gruppi Parlamentari diversi, ECR e PPE.
L’ECR nasce nel 2009 da una costola del PPE, dall’incontro tra i conservatori britannici (i quali ora non ci sono più in assemblea causa Brexit) e i polacchi del partito Diritto e Giustizia (quello di Kaczynski), a cui oggi si aggregano, rappresentandone oggi il nerbo, proprio i deputati di Fratelli di Italia.
Se leggiamo sul sito di ECR i connotati politici del gruppo parlamentare, troviamo quattro elementi chiave: conservatorismo nazionale, euroscetticismo, nazionalismo, liberalismo economico. Ora, se quest’ultimo elemento è certamente affine al patrimonio ideale di Forza Italia, il resto no!!
E se leggiamo le recenti dichiarazioni del Presidente Berlusconi ad una convention di giovani del PPE, la distanza appare siderale: “La nostra Europa é liberale e cristiana, è l’Europa del federalismo e della sussidiarietà, della libertà di iniziativa e della responsabilità verso quanti hanno bisogno di essere aiutati. Noi del Partito popolare europeo e dello Yepp vogliamo gli Stati Uniti d’Europa, con un vero presidente, un vero governo, un vero Parlamento e finalmente una vera e unica politica estera ed una vera e unica politica di difesa”.
Tutto può accadere in politica, ma appare difficile sovrapporre un progetto federalista con uno rigorosamente nazionalista ed euroscettico. E allora cosa può accadere alle elezioni del 2024? Ipotesi probabile è che Fratelli d’Italia e Forza Italia corrano da soli e poi dentro le istituzioni europee non si arrivi ad una unificazione tra ECR e PPE ma ad una sorta di asse privilegiato per condizionare gli assetti. Non credo tuttavia che da soli saranno sufficienti a garantire una maggioranza di seggi in Parlamento e forse nemmeno nel Consiglio.
In ogni caso si tratterebbe di una alleanza politicamente contraddittoria e debole sul piano della spinta europeista. Ecco perché sarà decisivo il ruolo di quelle componenti dichiaratamente europeiste, liberal-democratica, socialista e ambientalista che possono compensare e riequilibrare l’asse tra popolari e conservatori .