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Elezioni, iniziato l’iter del decreto legge per far votare i fuorisede
Di Giuliana Mastri
L’8 e 9 giugno si vota per le elezioni europee e comunali. Già pronto il decreto che fissa l’apertura delle urne, in cui stavolta figurano anche due importanti proposte: quella di alzare da due a tre il limite dei mandati per i sindaci dei Comuni tra 5mila e 15mila abitanti e la tanto attesa possibilità per chi vive fuorisede di esprimere il proprio voto. In questi giorni poi si sta ponendo sul tavolo un’altra possibilità, ovvero alzare a tre mandati la soglia anche per i governatori di regione.
Il testo in questione è all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato e assegna all’esecutivo 18 mesi per emanare i decreti delegati. Dunque si rischierebbe di arrivare fuori tempo per il weekend elettorale dell’8 e 9 giugno.
Ecco perché Fratelli d’Italia ha preparato una modifica al decreto elezioni che porta la firma di quattro senatori (Lisei, Della Porta, De Priamo e Spinelli), concernendo una «disciplina sperimentale per l’esercizio del diritto di voto da parte degli studenti fuori sede in occasione dell’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia per l’anno 2024».
Il testo consente a chi studia in un Comune ubicato in una Regione diversa dalla propria di partecipare al voto con due meccanismi differenti a seconda che ci si trovi nella stessa circoscrizione elettorale delle cinque previste per le europee (Nord-ovest, Nord-est, Centro, Sud e Isole) oppure in un’altra. Nel primo caso, il diretto interessato può fare richiesta nei 35 giorni antecedenti le elezioni e votare in un seggio del Comune dove si trova temporaneamente. Nel secondo caso, ad esempio uno studente di Genova iscritto al Politecnico di Torino, il voto va esercitato presso una «sezione speciale» da allestire con un rapporto di una ogni 800 elettori fuori sede, nel capoluogo della Regione dove si studia.
Gli italiani che si trovano per ragioni di studio o di lavoro al di fuori della loro residenza sono circa 4,9 milioni. stando a una relazione del 2022. Quelli a 4 o 8 ore dalla residenza stimati in 2,9 milioni, mentre gli studenti fuori regione, generalmente quelli che negli anni hanno espresso maggiormente la volontà di votare fuorisede, sono circa 432.000. Chiaro che una legge che cambi le regole è non solamente un atto di valore democratico ma anche una mossa le cui ricadute elettorali interessa valutare a tutte le forze politiche.