Politica
Elezioni federali tedesche, i sondaggi parlano chiaro: boom dei verdi e crollo della CDU
Di Redazione
di Matteo Milanesi
Il 26 settembre 2021, a distanza di quattro anni, quasi 62 milioni di elettori tedeschi saranno chiamati al voto per il rinnovo del Bundestag, il parlamento tedesco.
La CDU – l’Unione Cristiano-Democratica – non sarà più rappresentata da Angela Merkel, che abbandonerà la carriera politica dopo sedici anni da cancelliera, ma da Armin Laschet, già presidente della CDU e primo ministro della Renania Settentrionale-Vestfalia.
Secondo gli ultimi sondaggi dell’Istituto Forsa, i Verdi conquistano il primato politico con il 28% dei consensi, seguiti dal partito di Angela Merkel crollato al 22%.
In un contesto esasperato dalla pandemia, dal lungo lockdown e dalla lenta ripresa economica (le previsioni di crescita del 2021 sono già passate dal 4,2% al 3,7%), il partito della cancelliera si trova inguaiato in un’ulteriore emergenza: quella dei sondaggi. Rispetto alle federali del 2017, i principali analisti tedeschi stimano una perdita di dieci punti percentuali, giustificati dalla netta sconfitta subita alle regionali di marzo e dallo “scandalo mascherine”, dove due membri della CDU avrebbero accettato tangenti per la vendita di dispositivi di protezione personale.
Alla SPD – Partito Socialdemocratico di Germania – spetta invece il 13% dei voti, con un calo di sette punti rispetto alle elezioni del 2017; mentre l’ala più a sinistra dello scacchiere politico tedesco, Die Linke, raggiunge quasi il 10%, incrementando il 9,2% ottenuto alle scorse federali.
Tra le file dell’opposizione, il partito nazionalista di destra AfD – Alternative für Deutschland – si attesta poco sopra il 10% dei consensi, due punti percentuali in più rispetto ai liberali della FDP – Partito Liberale Democratico – i quali paiono divisi tra due anime: l’una che vorrebbe seguire il progetto ambientalista dei Verdi e l’altra più propensa a riconciliare l’alleanza del 2009 con i cristiano-democratici.
Per la prima volta, dopo sedici anni di dominio assoluto di Angela Merkel, le urne potrebbero quindi partorire un governo di sinistra, fondato sulla probabile alleanza tra SPD, Verdi e Die Linke, già sperimentata con successo a Berlino e protagonista di un nuovo programma politico diametralmente opposto al conservatorismo progressista tipico della CDU.
Un piano esteso di nazionalizzazioni, l’inserimento di un’aliquota fiscale massima al 75% e la lotta al cambiamento climatico potrebbero essere i tre punti programmatici della coalizione di centro sinistra. A ciò, andrebbe ad aggiungersi anche la battaglia, condivisa sia dai Verdi che da Die Linke e già messa in pratica nella capitale tedesca, che obbliga l’esproprio delle società immobiliari aventi più di 3000 appartamenti, seguita dalla reintroduzione di una patrimoniale sugli ultraricchi, che trova concorde anche la SPD.
Nel frattempo, notizia di pochi giorni fa, i favoriti alla vittoria delle prossime elezioni, i Verdi appunto, hanno scelto la candidata alla cancelleria tedesca: Annalena Baerbock, 40 anni e dal 2018 leader del partito.
Definita “la maga verde”, la leader ambientalista avrà l’opportunità di diventare la più giovane cancelliera della storia politica del Paese.
Con le elezioni di settembre si aprirà una nuova pagina politica per la Germania. Una nuova era che segnerà la fine della predominanza della CDU dopo sedici anni e formalizzerà l’addio della leader fautrice degli ultimi quattro governi tedeschi.