Politica

L’ammiraglio Cavo Dragone (capo di Stato maggiore della Difesa): «ora serve un esercito europeo»

23
Marzo 2023
Di Simone Zivillica

Il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, in carica da novembre 2021, ha esposto le linee programmatiche del suo incarico, in concordanza con il dicastero pilotato da Guido Crosetto, in audizione al Senato della Repubblica. Qui, ha colto l’occasione per toccare i demi della difesa dal punto di vista più concreto possibile. A partire, ovviamente, dalla guerra in Ucraina e il ruolo che può giocarvi l’Italia fino all’analisi della posizione italiana all’interno del sempre più delicato scacchiere geopolitico internazionale.

La visione strategica della Difesa italiana

Richiamando proprio il discorso del ministro della difesa Guido Crosetto in occasione della presentazione delle linee programmatiche del suo dicastero, quando propose una “rivoluzione filosofica” delle Forze armate italiane. Queste, secondo l’ammiraglio Dragone dovranno diventare «un unicum integrato, interoperabile, complementare e armonizzato per meglio conseguire gli obiettivi strategici desiderati, nell’ambiente fisico, cognitivo e virtuale». Questo sforzo strategico e coordinato è funzionale all’«impegno rafforzato per un processo di trasformazione volto a proiettare con autorevolezza ed efficacia il sistema della Difesa nella modernità e nello scenario delle grandi sfide degli equilibri geopolitici». L’obiettivo dichiarato dal capo di Stato maggiore della Difesa è quindi quello di «una difesa a 360 gradi, che sia sempre credibile e autorevole sul piano internazionale ed efficace nel sostenere le istituzioni, i cittadini e l’identità nazionale».

Cavo Dragone ha poi chiarito che «serve una chiara strategia di sicurezza nazionale rispetto a cui ciascun attore istituzionale possa mettere le proprie competenze a disposizione, come già auspicato recentemente dal ministro della Difesa». Con un occhio anche al comparto dell’industria della Difesa, l’ammiraglio ha esposto la necessità di «puntare su investimenti per ampliare e modernizzare le linee produttive delle industrie di settore, accordi G to G che dovranno avviare programmi di cooperazione su piattaforme comuni, investimenti che accompagnino processi di ricerca e sviluppo economico, e infine sinergie e coesione di intenti tra amministrazioni interessate ai processi di sostegno ed importazione».

La Difesa d’Europa

C’è stato anche tempo di rispondere ad alcune domande dei parlamentari della Commissione Esteri e Difesa presenti, come quella del senatore dem Enrico Borghi sulla eventuale accelerazione della Bussola strategica europea in termini di dotazioni strumentali e di dotazione di personali alla luce della crisi ucraina. In merito, per Dragone l’Unione europea ha agito su due fronti per la crisi Ucraina: da un lato ha continuato a inviare materiali di sostegno allo sforzo bellico ucraino e, con lo stesso scopo, sta portando avanti l’addestramento nell’ambito di una struttura europea. Dall’altro lato, però, occorre evidenziare lo “tsunami” su quello che riguarda la Difesa europea, dando un’accelerazione notevole in questo senso, alla Bussola strategica dell’Ue.

L’ammiraglio Cavo Dragone ha confermato che questo tema è stato discusso e che «anche altri capi di Stato maggiore sostengono che vi sia la necessità di operazionalizzare la struttura di comando e controllo dell’ipotetico strumento di difesa dell’Ue che, contrariamente a quanto accade nella Nato, deve ancora concretizzarsi a livello europeo. Questo è il primo step dei quattro che la Bussola europea prevede di mettere in campo», ha continuato il capo di Stato maggiore. Ecco quindi che Cavo Dragone rende evidente che questo passaggio sia da lui auspicato come quello «più necessario e impellente. Ma questo è lo scheletro intorno al quale – ha concluso l’ammiraglio – costruire tutte le diramazioni, le specializzazioni e le necessità a cui bisogna mettere attenzione per avere un esercito europeo».

L’Italia con l’Ucraina

«L’invasione dell’Ucraina è un momento di cesura e di accelerazione di dinamiche, alcune delle quali preesistenti, altre nuove, che impongono un rafforzamento della politica di difesa e sicurezza». Il capo di Stato della Difesa ha affrontato così il tema indubbiamente più caldo dell’audizione che è stato, appunto, quello della guerra in Ucraina e di come l’Italia si continuerà a posizionare di qui in avanti. «L’anno trascorso è stato un momento di svolta per il mondo della difesa, in Italia e all’estero – ha continuato Cavo Dragone. L’aggiornamento della dottrina militare è un atto di consapevolezza delle Forze armate sulla necessità di accantonare modelli operativi esistenti e di adeguarsi più velocemente possibile alla nuova realtà». È un dato di fatto, secondo Dragone, che le impostazioni militari dei paesi amici o alleati della Nato, ha visto un adeguamento proprio in occasione della crisi ucraina. In merito, l’ammiraglio ha specificato che «Paesi neutrali come Svizzera e Austria hanno sentito l’esigenza di riflettere sulle linee strategiche che consideravano solide e forse immutabili, perché ancorate a uno stato di neutralità che storicamente è alla base della loro stabilità.

Rimanendo in tema di guerra in Ucraina, ma andando sull’altro fronte, quello russo, il Capo di Stato maggiore della Difesa ha chiarito che «la Federazione russa gode del chiaro sostegno dell’Iran attraverso la fornitura di apparati militari quali i droni, mettendo in luce come Mosca e Teheran stiano riuscendo ad aggirare le sanzioni occidentali loro imposte».  L’ammiraglio ha sottolineato come si sia andato a creare, proprio a partire dal conflitto in Ucraina, un assetto che vede la Russia appoggiata «dall’Iran e dalla Corea del Nord, oltre all’appoggio politico della Siria e di alcuni Paesi africani, quali Mali, Sudan, Repubblica Centrafricana, dove Mosca vede capitalizzato il proprio impegno, apparentemente in senso contrario rispetto a un costante allontanamento dal Cremlino dei Paesi ex sovietici, il cosiddetto estero vicino russo».

L’Italia nel Mediterraneo, Africa e Medio Oriente

Sul quadrante a Sud dell’Italia, l’ammiraglio Cavo Dragone non ha fatto attendere le sue dichiarazioni, annunciando che «come Difesa, abbiamo avviato un piano per potenziare la salvaguardia delle reti e delle arterie strategiche che attraversano il Mediterraneo, a partire dai gasdotti del Canale di Sicilia». Infine, il capo di Stato maggiore della Difesa ha spiegato di aver visitato i principali punti di snodo per gli interessi italiani e dell’area europea-mediterranea in generale, del Mediterraneo. Ha, quindi, elencato i paesi in cui è stato in visita istituzionale: «Turchia, Iraq e Kurdistan, Libano, Kosovo, Kuwait, Giordania, Bahrein, Emirati arabi uniti, Libia, Pakistan. Recentemente, inoltre, ho ricevuto la visita del mio omologo dell’Arabia Saudita e questa settimana quella del generale al Haddad, capo di Stato maggiore della Difesa del Governo di unità nazionale (Gun) della Libia e prossimamente mi recherò a Tel Aviv, al Cairo e ad Algeri».

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